Ricorso in Cassazione contro sentenza di patteggiamento. Le Sezioni Unite risolvono i contrasti sorti dopo la riforma Orlando

Renato Bricchetti
11 Settembre 2020

Sono state nei giorni scorsi depositate le due sentenze (n. 21368, ric. Savin e n. 21369 del 2020, ric. Melzani) pronunciate il 29 settembre 2019 con le quali le Sezioni unite della Corte di cassazione hanno risolto contrasti creatisi nell'interpretazione del comma 2-bis dell'art. 448 c.p.p.

Sono state nei giorni scorsi depositate le due sentenze (n. 21368, ric. Savin e n. 21369 del 2020, ric. Melzani) pronunciate il 29 settembre 2019 con le quali le Sezioni unite della Corte di cassazione hanno risolto contrasti creatisi nell'interpretazione del comma 2-bis dell'art. 448 c.p.p.

La disposizione, frutto della l. 23 giugno 2017, n. 103, stabilisce che imputato e pubblico ministero possono proporre ricorso per cassazione contro la sentenza di applicazione concordata della pena «solo per motivi attinenti» i) all'espressione della volontà dell'imputato, ii) al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, iii) all'erronea qualificazione giuridica del fatto, iv) all'illegalità della pena; v) all'illegalità della misura di sicurezza.

Le Sezioni Unite hanno trattato e risolto i contrasti relativi a due specifiche questioni: se contro la sentenza di applicazione concordata della pena imputato e pubblico ministero possano proporre ricorso per cassazione:

a) per vizio di motivazione in ordine all'applicazione di una misura di sicurezza personale (nella specie si era dedotta la mancanza di motivazione sulla sussistenza dei presupposti, segnatamente la pericolosità sociale, della disposta espulsione dal territorio dello Stato a pena espiata ai sensi dell'art. 86 del d.P.R. 9 ottobre 1999, n. 309) e di una misura di sicurezza patrimoniale (nella specie, la confisca ex art. 12-sexiesd.l. 8 giugno 1992, n. 306 - oggi art. 240-bis c.p. - del denaro in sequestro in considerazione della sua sproporzione rispetto al reddito: S.U. Savin);

b) contro l'applicazione o l'omessa applicazione di sanzioni amministrative accessorie (nella specie, si trattava della sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida applicata per una durata ritenuta dal pubblico ministero inferiore a quella prevista dalla legge: S.U. Melzani).

La questione sub b), com'è immediatamente percepibile, esula dall'ambito letterale della disposizione in esame in cui si prevede la proponibilità del ricorso per motivi attinenti all'illegalità della pena (anche accessoria), ma non della sanzione amministrativa accessoria (che - come chiarito da Cass. S.U. 27 maggio 1998, n. 8488, Bosio - non costituisce né pena accessoria né misura di sicurezza).

In altre parole, tra le ipotesi di ricorribilità della sentenza di applicazione della pena manca ogni riferimento alle sanzioni amministrative accessorie.

Nondimeno la citata Cass. S.U. Bosio aveva fissato due principi essenziali, mai più messi in discussione:

i) con la sentenza di applicazione concordata della pena devono essere sempre applicate le sanzioni amministrative accessorie che ne conseguono di diritto (anche in tal caso si trattava della sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida);

ii) nel caso in cui si debba determinare la durata della sanzione, il giudice deve far riferimento alla gravità della violazione commessa, all'entità del danno causato e ai potenziali danni causabili.

Le Sezioni Unite Melzani risolvono la questione, enunciando, ai sensi dell'art. 173, comma 3, disp. att. c.p.p. il seguente principio di diritto: In caso di sentenza di applicazione della pena, a seguito della introduzione della previsione di cui all'art. 448, comma 2-bis, c.p.p. è ammissibile il ricorso per cassazione che abbia ad oggetto l'applicazione o l'omessa applicazione di sanzioni amministrative accessorie ai sensi dell'art. 606 c.p.p.

La sentenza è ponderosa ma le argomentazioni poste a fondamento del principio possono essere così sintetizzate:

i) il comma 2-bis dell'art. 448 c.p.p. delinea un regime speciale di ricorribilità per cassazione riguardante le sole sentenze di applicazione concordata della pena, le cui condizioni sono stabilite negli artt. 444 e segg. c.p.p.;

ii) l'ambito di applicabilità della nuova disposizione va, pertanto, circoscritto alle sole statuizioni che riflettono il contenuto dell'accordo;

iii) le sanzioni amministrative accessorie non entrano, invece, nell'accordo delle parti, limitato alle pene, detentiva o pecuniaria, ovvero alla sanzione sostitutiva, ma conseguono di diritto, per previsione normativa, alla pronuncia della sentenza. Devono, in altre parole, essere applicate in via autonoma per previsione normativa, senza spazio per la loro negoziabilità, e quindi per la loro includibilità nell'accordo sulla pena quali possibili pattuizioni facoltative;

iv) esse non costituiscono, pertanto, oggetto del controllo, demandato al giudice dall'art. 444, comma 2, c.p.p.e afferente, dopo il preliminare accertamento della non applicabilità dell'art. 129 c.p.p., alla legittimità dell'accordo;

v) per tali statuizioni, il contenuto dell'accertamento demandato al giudice deve estendersi, ai parametri che ne giustificano l'applicazione (o non ne giustificano l'omessa applicazione) e che possono implicare margini di discrezionalità nel quantum ovvero nell'an;

vi) la loro applicazione comporta, pertanto, l'assolvimento di un obbligo motivazionale, non riconducibile a quello demandato al giudice del "patteggiamento" in merito alle statuizioni costituenti oggetto dell'accordo sulla pena (tipica del rito è una motivazione sintetica, come chiarito da Cass. S. U, 27 marzo 1992, n. 5777, Di Benedetto, Rv. 191135 e da Cass. S.U. 27 settembre 1995, n. 10372, Serafino, Rv. 202270), e, similmente, non può essere sottratta a ogni pertinente censura, in sede di legittimità, la motivazione in ordine al tipo o all'entità della sanzione;

vii) il regime del ricorso per cassazione è, pertanto, quello "ordinario" di cui all'art. 606, comma 1, c.p.p., azionabile dalle parti per tutte le statuizioni estranee al loro accordo.

Il riferimento del comma 2-bis dell'art. 448 c.p.p. al solo caso di illegalità della misura di sicurezza (personale e reale) è alla base della questione sub a): se sia proponibile il ricorso per cassazione avverso la sentenza di applicazione concordata della pena che applichi una misura di sicurezza con motivazione viziata nei termini di cui all'art. 606, comma 1, lett. e), c.p.p.

Le Sezioni Unite Savin risolvono la questione, enunciando, ai sensi dell'art. 173, comma 3, disp. att. c.p.p. il seguente principio di diritto: A seguito della introduzione della previsione di cui all'art. 448, comma 2-bis, c.p.p. è ammissibile il ricorso per cassazione per vizio di motivazione contro la sentenza di applicazione di pena con riferimento alle misure di sicurezza, personali o patrimoniali, che non abbiano formato oggetto dell'accordo delle parti.

Anche in tal caso la sentenza è particolarmente impegnativa. I motivi della decisione vanno comunque individuati in questi essenziali passaggi:

i) il patteggiamento “ordinario” (la pena detentiva irrogata non può superare i due anni, soli o congiunti a pena pecuniaria) non comporta l'applicazione di misure di sicurezza fatta eccezione della confisca nei casi previsti dall'articolo 240 c.p. e in quelli (v. ad es. artt. 240-bis, 322-ter, 452-undecies, 452-quaterdecies, comma 4, 474-bis,, comma 4, 493-ter, comma 2, 544-sexies, 600-septies, 640-quater, 644, comma 6, 648-quater c.p.) ai quali il legislatore abbia esteso la disciplina dettata sul punto dall'art. 445 c.p.p. (così Cass. S.U., 15 dicembre 1992, n. 1811/93, Bissoli, Rv. 192494).

Il patteggiamento “allargato” (la pena detentiva irrogata, superiore ai due anni, non può superare i cinque anni) comporta, invece, sussistendone le condizioni, l'applicazione delle misure di sicurezza.

ii) Per misura di sicurezza “illegale” si intende la misura di sicurezza non prevista dall'ordinamento per il caso concreto oggetto di giudizio, ovvero quella eccedente, per specie e quantità, i relativi limiti legali.

Come già si è avuto modo di dire in questa Rivista «motivi attinenti all'illegalità della misura di sicurezza» possono essere, ad es., quelli con cui si censura l'applicazione, con sentenza di patteggiamento ordinario, di una misura di sicurezza personale o patrimoniale diversa dalle confische previste dalla legge; l'applicazione nel patteggiamento “allargato” di misure di sicurezza non previste dalla legge; l'applicazione nel patteggiamento “allargato” di misure previste dalla legge, ma diverse nel contenuto rispetto a quanto disciplinato dal legislatore in ordine a ogni specie di misura, l'omessa applicazione, in caso di patteggiamento “allargato”, di misure di sicurezza che siano previste per legge come obbligatorie in relazione al titolo di reato, oggetto di imputazione;

iii) è riconosciuta la possibilità alle parti processuali di inserire nel perimetro negoziale pattuizioni afferenti alle misure di sicurezza, non necessarie ai fini e per gli effetti di cui agli artt. 444 e segg. c.p.p.

iv) Se le misure di sicurezza sono inserite nell'accordo, la relativa pattuizione è vincolante e non discutibile per le parti processuali, alla pari delle pattuizioni "necessarie" (sulla pena);

v) Ancora: se la misura di sicurezza è inserita nell'accordo, il giudice, nel ratificarlo, può ricorrere alla motivazione sintetica, tipica del rito, di cui sopra si è detto, e la sentenza sarà ricorribile per cassazione nei limiti previsti dall'art. 448, comma 2-bis, c.p.p. In tal caso, se l'applicazione concordata della misura di sicurezza dovesse risultare illegale, la conseguenza sarà l'annullamento senza rinvio della sentenza di patteggiamento, dal momento che la rilevata illegalità rende invalido l'intero accordo;

vi) se la sentenza dispone una misura di sicurezza, sulla quale non è intervenuto accordo tra le parti, la statuizione relativa - che richiede accertamenti circa i presupposti giustificativi e una pertinente motivazione (la caratteristica di sinteticità della motivazione tipica del rito non può estendersi alle statuizioni estranee all'accordo), è ricorribile anche per vizio della motivazione ex art. 606, comma 1, lett. e), c.p.p.

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LETTURE SUGGERITE

G.M. BACCARI, La disciplina del ricorso per cassazione avverso la sentenza di “patteggiamento” dopo la riforma “Orlando”, in Processo penale e giustizia 6-2018

F. CAPRIOLI, I nuovi presupposti di ammissibilità dei ricorsi per cassazione, Speciale commento l. 103/2017, in www.lalegislazionepenale.eu, 2 gennaio 2018

I. CIARNIELLO, Impugnazione delle sentenze di patteggiamento: i tradizionali arrêtsdivengono nuove regole, Speciale commento l. 103/2017, in www.lalegislazionepenale.eu, 22 dicembre 2017

R. BRICCHETTI, L'intento della riforma è scoraggiare i ricorsi solo defatigatori, in Guida dir. 2017, n. 32

R. BRICCHETTI, Il ricorso per cassazione contro la sentenza di patteggiamento dopo la Riforma Orlando. Prime questioni rimesse alle Sezioni Unite, in questa rivista

R. BELFIORE, Gli interventi sull'applicazione della pena su richiesta delle parti e sul procedimento per decreto, in G.M. Baccari - C.Bonzano - K. La Regina - E.M. Mancuso (a cura di), Le recenti riforme in materia penale, Padova, 2017

M. GIALUZ, La rimodulazione dei rimedi avverso le sentenze di patteggiamento tra sviste del legislatore e frizioni con i principi costituzionali, in M. Bargis - H. Belluta (a cura di), La riforma delle impugnazioni tra carenze sistematiche e incertezze applicative,Torino, 2018

A. SANNA, Rimedi agli errori della sentenza negoziata: l'arretramento del controllo giurisdizionale, in Giur. it., 2017

F. RIGO, sub art. 50-51 Riforma Orlando, in A. Giarda -G. Spangher (a cura di), Codice di procedura penale commentato, III, Milano, 2017

S. LUERTI, sub art. 448, in G. Canzio - R. Bricchetti (a cura di), Codice di procedura penale, II, Milano, 2017

J. DELLA TORRE, Patteggiamento e ricorribilità per violazione dell'art. 129 c.p.p. dopo la riforma Orlando, in Giur. it. 2018

G. COLAIACOVO, L'impugnazione della sentenza di patteggiamento, in G. Spangher (a cura di), La riforma Orlando, Pisa, 2017.

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