Affitto d'azienda stipulato ante fallimento del locatore: valutazioni della curatela e possibili modifiche contrattuali
13 Novembre 2020
Che tipo di valutazioni sono richieste al curatore fallimentare qualora, alla data della sentenza dichiarativa, risulti pendente un contratto di affitto avente ad oggetto l'azienda di proprietà della fallita? Quali modifiche si rende sovente necessario apportare al predetto contratto d'affitto, laddove il curatore intenda proseguire il sottostante rapporto?
Normativa di riferimento: l'art. 79 L.Fall. dispone che “il fallimento non è causa di scioglimento del contratto di affitto d'azienda, ma entrambe le parti possono recedere entro sessanta giorni, corrispondendo alla controparte un equo indennizzo, che, nel dissenso tra le parti, è determinato dal giudice delegato, sentiti gli interessati. L'indennizzo dovuto dalla curatela è regolato dall'articolo 111, n. 1.”. Tale norma, in deroga alla regola generale di cui all'art. 72 L.Fall. che prevede la sospensione dei rapporti pendenti alla data del fallimento, contempla, a tutela della continuità aziendale, la naturale prosecuzione dell'affitto d'azienda in costanza di fallimento. Ove non intenda proseguire il contratto di affitto d'azienda stipulato ante sentenza dichiarativa, la curatela fallimentare – sia essa dell'affittante ovvero dell'affittuario – è tenuta ad esercitare, entro sessanta giorni, il diritto di recesso, quale atto unilaterale recettizio che produce effetto dalla relativa comunicazione (i.e. senza “retroagire” sino alla data di fallimento). La mancanza di retroattività della dichiarazione di recesso proposta dalla curatela comporta, come confermato dallo stesso art. 79 L.Fall., che l'indennizzo dovuto alla controparte in bonis assume natura di onere prededucibile posto a carico della massa ex art. 111 L.Fall..
Valutazioni della curatela: la circostanza che, alla data della sentenza dichiarativa, l'azienda di proprietà della fallita risulti gestita da terzi affittuari impone alla curatela una serie di accurate valutazioni, da operarsi peraltro in tempi brevi alla luce delle previsioni in proposito stabilite dal sopra richiamato art. 79 L.Fall.. In linea di principio, la prosecuzione, da parte del curatore, del contratto di affitto d'azienda stipulato ante fallimento del locatore – garantendo la continuità di un'attività d'impresa altrimenti destinata alla probabile interruzione, nonché l'incasso in favore del fallimento della liquidità rappresentata dai canoni – appare funzionale a salvaguardare il valore di avviamento del compendio aziendale appreso dalla procedura; il tutto nell'ottica del più proficuo e celere realizzo unitario dell'azienda a beneficio dei creditori concorsuali, in conformità ai dettami di cui all'art. 105 L.F.all. Il principio sopra evidenziato non può né deve tuttavia esimere la curatela fallimentare della società affittante dall'operare una serie di ponderate valutazioni in merito, fra l'altro, ad affidabilità e solvibilità della società affittuaria; tale soggetto, oltre che obbligato al pagamento del canone di locazione in favore della procedura, risulta infatti deputato alla conduzione in affitto di ciò che, di regola, rappresenta il principale asset fallimentare a disposizione del ceto creditorio. Parimenti, avuto riguardo al trend storico dei risultati economici cui ha condotto la gestione dell'azienda concessa in affitto, occorrerà vagliare a dovere la congruità del canone contrattualmente stabilito, atteso che lo stesso dovrebbe risultare commisurato alla profittabilità del compendio aziendale concesso in affitto.
Le possibili modifiche del contratto: laddove la curatela, in esito alle valutazioni operate, intenda proseguire il rapporto di affittanza, potrebbe rendersi necessario apportare alcune modifiche al contratto– per come stipulato in epoca pre fallimentare – nell'intento di rendere il medesimo maggiormente confacente agli interessi della massa, oltre che conforme alle disposizioni della normativa concorsuale da applicarsi in conseguenza dell'intervenuto fallimento della società affittante. Le richiamate modifiche contrattuali – il cui perfezionamento da parte del curatore abbisogna della preventiva autorizzazione del Comitato dei Creditori ex art. 35 L.Fall. – attengono, nella prassi, alle seguenti fattispecie:
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