Italia condannata per non aver garantito il diritto alla genitorialità

15 Giugno 2016

La Corte europea ha condannato l'Italia per aver violato l'art. 8 CEDU, che assicura il diritto al rispetto della vita privata e familiare, poiché ha impedito ad una madre di essere reintegrata nei suoi diritti genitoriali, avendo richiamato argomentazioni risalenti nel tempo e avendo negato una nuova perizia sulle condizioni di salute della ricorrente.

La Corte europea ha condannato l'Italia per aver violato l'art. 8 CEDU, che assicura il diritto al rispetto della vita privata e familiare, poiché ha impedito ad una madre di essere reintegrata nei suoi diritti genitoriali, avendo richiamato argomentazioni risalenti nel tempo e avendo negato una nuova perizia sulle condizioni di salute della ricorrente. La Corte sottolinea che, sebbene il predetto articolo 8 non contenga requisiti procedurali specifici, il processo decisionale relativo alle “misure di interferenza” deve essere equo e deve rispettare i diritti dei genitori tutelati da tale disposizione, coinvolgendo gli stessi nell'iter decisionale. Inoltre, l'art. 8 CEDU obbliga le autorità nazionali a raggiungere un giusto equilibrio tra gli interessi del minore e dei genitori. Realizza l'interesse superiore del minore mantenere le relazioni tra lo stesso e la sua famiglia. In particolare, secondo la Corte, tale interesse impone che solo circostanze del tutto eccezionali possano determinare la rottura dei legami familiari.

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