Espulsione dei cittadini extra UE: no agli automatismi se è in gioco l’interesse del minore

15 Settembre 2016

La Corte di giustizia Ue ha dichiarato che l'art. 20 TFUE, concernente la cittadinanza dell'Unione, deve essere interpretato in modo tale da evitare ogni automatismo in materia di espulsione.

La Corte di giustizia Ue ha dichiarato che l'art. 20 TFUE, concernente la cittadinanza dell'Unione, deve essere interpretato in modo tale da evitare ogni automatismo in materia di espulsione. In particolare, viola il diritto dell'Unione la normativa del Regno Unito che prescriva l'espulsione di un cittadino extra UE che abbia subito una condanna penale nelle ipotesi in cui esso garantisca la custodia effettiva del figlio minorenne, cittadino del Regno Unito. Difatti, l'espulsione del genitore potrebbe comportare una limitazione dei diritti legati allo status di cittadino dell'Unione, in quanto il minore, di fatto, sarebbe costretto ad abbandonare il territorio europeo. Dunque, secondo la Corte, una misura del genere non può essere disposta automaticamente sulla sola base dei precedenti penali dell'interessato. Essa può essere prevista, se del caso, solo dopo una valutazione concreta, da parte del giudice nazionale, di tutte le circostanze attuali e pertinenti, alla luce del principio di proporzionalità, dei diritti fondamentali di cui la Corte assicura il rispetto e del superiore interesse del minore. Un'attenzione particolare deve essere dedicata alla sua età, alla situazione nello Stato membro interessato e al grado di dipendenza dal genitore.

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