Il diritto al rispetto della vita familiare va garantito anche alla madre straniera

27 Maggio 2015

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha chiarito che la decisione olandese di rifiutare il permesso di soggiorno ad una madre, cittadina del Suriname, coniugata con un cittadino olandese, ha violato l'articolo 8 CEDU (diritto al rispetto della vita familiare)

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha chiarito che la decisione olandese di rifiutare il permesso di soggiorno ad una madre, cittadina del Suriname, coniugata con un cittadino olandese, ha violato l'art. 8 CEDU (diritto al rispetto della vita familiare). La Corte ha constatato che tutti i componenti della famiglia sono cittadini olandesi, beneficiari del diritto al rispetto della vita privata e familiare, che la ricorrente ha vissuto nei Paesi Bassi per più di 16 anni (le autorità olandesi erano a conoscenza di questo) e che l'espulsione in Suriname, al fine di ottenere un permesso di soggiorno provvisorio, comporterebbe un grave disagio alla famiglia. La Corte ha inoltre rilevato che, nel rifiutare la richiesta di permesso di soggiorno, le autorità olandesi non hanno prestato sufficiente attenzione all'interesse superiore del minori. Le autorità, in particolare, hanno omesso di prendere in considerazione e valutare le prove sulla praticabilità, la fattibilità e la proporzionalità del rifiuto in questione, al fine di dare la migliore attuazione all'interesse dei minori coinvolti. La Corte ha dunque affermato che nella vicenda non è stato raggiunto un giusto equilibrio tra gli interessi personali della ricorrente e della sua famiglia a mantenere la loro vita familiare nei Paesi Bassi e gli interessi di ordine pubblico del governo nel controllo dell'immigrazione.

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