Abusi sui minori: i ritardi nei procedimenti violano la CEDU

23 Marzo 2016

Le ricorrenti, madre e figlia, lamentano che le autorità croate non hanno rispettato gli obblighi positivi previsti dagli artt. 3 e 8 CEDU, poiché, tra l'altro, non hanno privato...

Le ricorrenti, madre e figlia, lamentano che le autorità croate non hanno rispettato gli obblighi positivi previsti dagli artt. 3 e 8 CEDU, poiché, tra l'altro, non hanno privato il padre, accusato di reato di abusi sui minori, della custodia sulla figlia al fine di impedirgli di commettere ulteriori atti di violenza. La Corte europea ha statuito che le autorità croate hanno violato il diritto della minore al rispetto della vita privata e familiare garantito dall'art. 8 CEDU, avendo violato l'obbligo di condurre un'indagine efficace e tempestiva sulle accuse di maltrattamenti. La Corte europea ha rilevato, in particolare, notevoli ritardi sia nel procedimento penale avviato nei confronti del padre sia nella causa di affidamento. Inoltre, essa ha sottolineato la circostanza che la minore, quasi quattordicenne, non sia stata ascoltata dal giudice competente nel procedimento di custodia, avviato più di quattro anni fa. Ha dichiarato, invece, che non c'è stata violazione dell'art. 3 CEDU, poiché lo Stato ha rispettato l'obbligo positivo di proteggere la minore da possibili maltrattamenti.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.