Con il testamento biologico ognuno può disporre sul proprio fine vita

Nicola Frivoli
05 Gennaio 2021

Ove l'Ufficiale dello stato civile rifiuti o ometta un adempimento connesso all'applicazione di regole dettate dalle disposizioni del d.P.R. n. 396/2000 o da altre normative nazionali o comunitarie, ovvero da convenzioni internazionali (nella specie, la ricezione di atto di disposizione anticipata di trattamento – DAT - per scrittura privata) l'interessato può ricorrere al Tribunale perché venga ordinato all'Ufficiale medesimo di dar corso a quell'adempimento.

Il caso. Tizio ricorreva in giudizio innanzi al Tribunale, al fine di sentire ordinare all'Ufficiale dello Stato Civile del Comune competente, di ricevere l'atto (DAT) per scrittura privata con susseguente annotazione nell'apposito Registro dei Testamenti Biologici istituito presso l'amministrazione in parola. Il ricorrente precisava di aver formulato la richiesta al Comune via PEC, in esecuzione della procedura dallo stesso dettata, secondo la quale il cittadino deve richiedere un appuntamento per depositare l'atto contenente le DAT redatte a norma dell'art. 4 l. n. 219/2017 ed allegava di aver effettuato regolarmente la procedura indicata dal Comune e di non avere, tuttavia, ottenuto alcuna interlocuzione, nota, appuntamento o riscontro; decorsi oltre 30 giorni e preso atto del rifiuto ad adempiere dell'Ufficiale dello Stato Civile, formulava la richiesta oggetto del ricorso. Il Tribunale, in composizione collegiale, accoglieva il ricorso.

Silenzio della P.A.: effetti. Il Tribunale ha condiviso l'impostazione data dal ricorrente, tendente ad inquadrare la fattispecie nella tipologia del silenzio dell'Ufficiale dello Stato Civile del Comune in virtù di quanto sancito dell'art. 95 d.P.R. n. 396/2000 (Nuovo Ordinamento dello Stato Civile), secondo cui chi intende opporsi a un rifiuto dell'Ufficiale dell'amministrazione di ricevere in tutto in parte una dichiarazione o di eseguire una trascrizione, una annotazione o altro adempimento, deve proporre ricorso al Tribunale nel cui circondario si trova l'Ufficio dello Stato Civile presso il quale è registrato l'atto di cui si tratta o presso il quale si chiede che sia eseguito l'adempimento.
Presupposto dell'azione è che l'attività richiesta dal cittadino non sia connotata dalla discrezionalità della Pubblica Amministrazione e che il rifiuto di adempiere incida nella sfera giuridica del destinatario. Il Tribunale, può senza particolari formalità, assumere informazioni, acquisire documenti e disporre l'audizione dell'Ufficiale dello Stato Civile.

Istituzione Banca Dati nazionale. Le disposizioni vigenti prevedono che ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi può attraverso le DAT, esprimere le proprie convinzioni e preferenza in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali, e può procedere alla nomina di un fiduciario che ne faccia le veci e la rappresenti nella relazione con il medico e con le strutture sanitarie.
Le DAT devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata autenticata ovvero per scrittura privata consegnata personalmente dal disponente presso l'Ufficio dello Stato Civile del Comune di residente del disponente medesimo che provvede all'annotazione in apposito registro ove istituito oppure presso le strutture sanitarie quanto ne ricorrono i presupposti. Ne deriva che le DAT raccolte in sede locale dovrebbero andare ad alimentare la banca dati nazionale; il D.M. 10.12.2019 n. 168, disciplina le modalità di registrazione delle DAT nella banca dati che ha la funzione di raccogliere copie delle DAT, garantire il tempestivo aggiornamento in caso di rinnovo, modifica o revoca, assicurarne la piena accessibilità sia da parte del medico che ha in cura il paziente, in situazione di incapacità di autodeterminarsi, sia da parte del disponente che del fiduciario eventualmente da lui nominato. In qualsiasi momento il dichiarante potrà revocare il deposito del proprio testamento biologico, potrà richiederne la sostituzione o indicare un nuovo fiduciario; in questi casi dovrà ripetere tutto il procedimento al parti di un nuovo testamento biologico e, solo il dichiarante o il suo fiduciario, possono richiedere la riconsegna di quanto depositato.

Fonte: dirittoegiustizia.it

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.