Il padre deve mantenere i figli anche se maggiorenni ma non economicamente autosufficienti

Redazione Scientifica
25 Febbraio 2021

L'obbligo dei genitori di mantenere i figli non cessa automaticamente con il raggiungimento della maggiore età, potendo perdurare anche oltre, secondo le circostanze da valutarsi caso per caso, finché essi non abbiano raggiunto una condizione di indipendenza economica.

Così la Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 4219/21, depositata il 17 febbraio.

La Corte d'Appello di Roma ha confermato la decisione di prime cure circa l'affidamento di due gemelli ad entrambi i genitori, con collocamento presso la madre nella casa familiare ad essa assegnata dopo la separazione dal padre. Il Giudice disponeva la libera permanenza dei figli presso il padre, salva la regolamentazione degli incontri in caso di disaccordo. Veniva poi previsto un contributo mensile a carico del padre per il mantenimento dei figli.
La pronuncia è stata impugnata dinanzi alla Corte di Cassazione dal padre che, dopo aver chiesto l'affido paritario dei figli e la revoca del contributo di mantenimento, chiede l'accertamento della sopravvenuta cessazione della materia del contendere per sopravvenuta maggiore età degli stessi.

Il Collegio coglie l'occasione per ribadire che l'obbligo dei genitori di mantenere i figli non cessa automaticamente con il raggiungimento della maggiore età, potendo perdurare anche oltre, secondo le circostanze da valutarsi caso per caso, finché essi non abbiano raggiunto una condizione di indipendenza economica. In tal caso, il coniuge è dunque legittimato ad ottenere iure proprio dall'altro coniuge, separato o divorziato, un contributo al mantenimento del figlio maggiorenne convivente fino a che questi non sia in grado di procurarsi autonomi ed adeguati mezzi di sostentamento, circostanza che deve essere dimostrata dal soggetto obbligato che voglia ottenere la cessazione dell'obbligo di mantenimento.

Quanto alla determinazione del quantum del mantenimento, la Corte sottolinea che i Giudici di merito hanno correttamente valutato le complessive risultanze reddituali dei due genitori, escludendo la sussistenza di un vizio di motivazione, come invece sostenuto dal ricorrente.

In conclusione, la Corte non può che respingere il ricorso.

Fonte: dirittoegiustizia.it

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