Giurisdizione per l'affidamento di servizi “non oil” nelle stazioni di servizio autostradali

01 Marzo 2021

L'affidamento in sub-concessione di servizi “non oil” appartiene alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo ai sensi dell'art. 133, comma 1, lett. e), c.p.a., poiché i soggetti tenuti nella scelta del contraente all'applicazione della normativa del codice dei contratti sono tenuti allo svolgimento dei procedimenti di evidenza pubblica indipendentemente dall'oggetto del contratto da affidare.

La sentenza in commento si pronuncia sulla dibattuta questione della giurisdizione relativa all'affidamento dei servizi “non oil”, ossia dei servizi consistenti in attività di ristoro e attività commerciali connesse ai servizi di rifornimento di carburante nelle stazioni di servizio autostradali.

Parte resistente eccepisce il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in quanto si tratterebbe di un affidamento in sub-concessione nel quale il rapporto tra concedente e concessionario non avrebbe alcun rilievo per il terzo contraente (affidatario dei servizi “non oil”) che resterebbe estraneo al rapporto di concessione. Il concessionario e il terzo affidatario dei servizi, secondo questa impostazione, sarebbero legati da un rapporto di diritto privato (pur se nominato di “sub-concessione”) che radicherebbe la giurisdizione del giudice ordinario.

Il Collegio, però, ritiene di non condividere tale impostazione sostenendo che vada valorizzata e seguita la più recente giurisprudenza delle Sezioni Unite della Corte di cassazione (SS.UU., 1° luglio 2019, n. 18674), successiva all'entrata in vigore del d.lgs. n. 50/2016, secondo la quale appartengono alla giurisdizione esclusiva (ex art. 133, comma 1, lett. e), c.p.a.) del giudice amministrativo le controversie relative all'affidamento di servizi da parte di soggetti (pubblici o privati) titolari di concessioni di lavori, servizi pubblici o forniture, già in essere alla data di entrata in vigore del Codice dei contratti stesso o di nuova aggiudicazione, in quanto detti soggetti sono tenuti al rispetto della procedura di evidenza pubblica, ai sensi dell'art. 177 del medesimo Codice (ad eccezione delle concessioni affidate con la formula della finanza di progetto, ovvero con procedure di gara ad evidenza pubblica secondo il diritto dell'Unione europea). Secondo le Sezioni Unite, in piena aderenza con la lettera dell'art. 133, comma 1, lett. e), c.p.a., la stazione appaltante è tenuta al rispetto dei procedimenti di evidenza pubblica, indipendentemente dall'oggetto del contratto, non rilevando il fatto che i servizi in affidamento riguardino rapporti del tutto privatistici, non essendo inerenti all'oggetto della concessione.

Infine, il Collegio dimostra di conoscere la recente ordinanza con la quale il Consiglio di Stato (Cons. St., Sez. V, 19 agosto 2020, n. 5097) ha rimesso alla Corte costituzionale (con riferimento agli artt. 41, comma 1, 3, comma 2, e 97, comma 2 della Costituzione) le questioni di legittimità costituzionale dell'art. 1, comma 1, lett. iii), della l. n. 11/2016, e dell'art. 177, comma 1, del d.lgs. n. 50/2016, ritenendo, però, che il vigente quadro normativo e il succitato orientamento selle Sezioni Unite dalla Corte di cassazione debbano far propendere per la giurisdizione del giudice amministrativo nel caso di specie.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.