Truffa sentimentale: fraus fidem in parvis

19 Aprile 2021

Due recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno analizzato peculiari casi di truffa romantica, affrontando un tema nuovo già destinato a far discutere per le problematiche di diritto penale sostanziale sollevate...
Il quadro normativo

Il codice Rocco non ha potuto prevedere una gran quantità di comportamenti antigiuridici creati, o facilitati, dal progresso, dall'evoluzione dei costumi, dall'inevitabile opera di ammodernamento che la nostra esistenza ha attraversato dal 1930 ad oggi.

Alla c.d. romantic scam non è (ancora) stata dedicata una norma ad hoc, il che, se messo a confronto con le restrizioni che il principio di tassatività impone nel momento in cui un determinato comportamento oltrepassa la soglia della rilevanza penale, e viene codificato, potrebbe anche essere un vantaggio, in quanto lascia l'interprete molto più libero di rinvenire nel sistema altre norme alla cui forma possa adattarsi questo fenomeno.

Il paradigma che pare avvicinarsi meglio al modus operandi dei c.d. scammers è quello di cui all'art. 640 c.p. anche se, come vedremo analizzando i (pochi) precedenti giurisprudenziali, questo comporta alcune inevitabili rigidità che in qualche caso si sono ripercosse sul convincimento del giudice, mandando assolto l'imputato. L'aura fraudolenta e la diminuzione patrimoniale sono infatti i due poli che caratterizzano, in astratto, la fattispecie di cui all'art. 640 c.p. ed in concreto molte vicende inquadrabili nell'ipotesi illecita di cui ci stiamo occupando.

Un altro delitto che, a patto di rinvenirne le caratteristiche peculiari, potrebbe venir contestato a proposito di truffe romantiche è la circonvenzione di incapace, su cui peraltro si è appuntata una delle scarsissime proposte di legge fino ad oggi presentate: al nuovo fenomeno, infatti, l'art. 643 c.p. si accomuna per la sua ratio fortemente improntata alla tutela del patrimonio dell'offeso. Anche in questa seconda ipotesi, però, la lettera della norma e la stessa applicazione giurisprudenziale tradizionalmente sviluppatasi attorno alla disposizione impongono una lettura rigorosa che limita proporzionalmente l'invocabilità di questo delitto. Se da un lato infatti l'approfittamento dei bisogni e delle passioni della parte lesa è espressamente una delle condotte previste, e questo è un elemento di fatto pacificamente rinvenibile nelle truffe romantiche, la norma lo circoscrive ai minori di età, mentre per gli adulti esige una condizione di infermità o deficienza psichica, che per converso non pare essere una caratteristica delle vittime del nuovo fenomeno.

Queste premesse giustificano, quindi, la pochezza di precedenti rinvenibili quando si intraprende un percorso di approfondimento giurisprudenziale: se certamente dobbiamo convenire che militino contro la denuncia una serie di ragioni socio-culturali fortissime, dobbiamo altresì ammettere che le griglie dell'assetto normativo, ad oggi, sono troppo rigide.

Truffa e amore

Raffrontando la motivazione delle varie sentenze studiate in preparazione di questo articolo, tra cui la sentenza n. 25165/2019 (che è una delle sole due pronunce della Cassazione rinvenute), ci si avvede immediatamente di una comune preoccupazione in capo ai giudici redattori: evitare di stravolgere quasi un secolo ormai di pronunce sulla truffa, consentendo che a questa figura delittuosa, ed alle sue peculiarità, si accosti un nuovo filone interpretativo che, abdicando a quelle, si accontenti di un quid minoris, peraltro fortemente agganciato all'aspetto vittimologico della vicenda.

La truffa è reato contro il patrimonio, e non contro la persona, quindi il suo paradigma non si può reggere su un presupposto soggettivo, equivocabile e degno delle più svariate reinterpretazioni come “il sentimento”, o meglio, “l'illusione di un sentimento”.

Sulla traccia (apparentemente) lasciata dal Giudice di Milano nel 2015, con una pronuncia che non a caso anche la difesa aveva invocato nel suo ricorso, la sezione seconda della Suprema Corte dedica moltissimi passaggi a rassicurare il ricorrente di non essere caduta nella tentazione di considerare la “menzogna riguardante i propri sentimenti amorosi”, di per sé sola, sufficiente ad integrare artificio o raggiro. Il precedente ambrosiano, che a livello di spiegazione del ragionamento seguito è molto più generoso, aveva già speso molte energie motivazionali ad escludere tale sufficienza, e non per nulla poi aveva dovuto assolvere. Però il caso concreto, sottoposto al giudice meneghino, era molto diverso da quello delle truffe romantiche per come vanno intese oggi. Si trattava infatti di un rapporto di prestito (mutuo, anzi, come precisato in sentenza, attingendo al codice civile alla ricerca di un paradigma), concesso da una donna al proprio compagno, che le avrebbe garantito di destinarlo ad avviare un'attività commerciale in Perù e ivi poi trasferirsi insieme, ma che poi non aveva restituito quando lo stesso progetto di vita comune era naufragato.

Dalla motivazione della sentenza n. 25165/2019 sembra potersi dedurre che anche questo imputato intrattenesse una relazione amorosa pregressa con la parte lesa, quando le aveva proposto l'acquisto di un immobile a Riccione e di quote della sua impresa, però la Cassazione ribalta l'impostazione milanese e, allargando l'angolo visuale, afferma che la condotta del ricorrente era consistita non solo nel “simulare sentimenti d'amore, ma (anche) nel coordinare la menzogna con ulteriori e specifici elementi (il progetto di vita in comune, l'investimento societario) idonei, insieme ad essa, ad avvolgere la psiche del soggetto passivo in modo da assumere l'aspetto della verità e a trarre in errore”, il che è quasi esattamente lo schema comportamentale anche dell'accusato del processo celebrato a Milano e lì assolto.

Quindi non solo giurare (falsamente) amore, ma simulare un contesto più ampio in cui perseguire ed ottenere la disposizione patrimoniale che, se quell'ambientazione romantica fosse mancata, la parte lesa non avrebbe compiuto, secondo un giudizio ex ante in concreto come da impostazione tradizionale della ricostruzione della truffa.

Questa ricostruzione, se soppesata confrontandola con il precedente milanese che a breve rivedremo, sposta la lancetta della bilancia dalla “situazione di debolezza della vittima, convolta in una relazione sentimentale”, per sua stessa natura elemento estremamente soggettivo, personale, e quindi difficilmente ricostruibile, ad una rappresentazione fasulla, caratterizzata dalla “dissimulazione di circostanze esistenti e la simulazione di circostanze inesistenti”, di più semplice reperimento nella ricostruzione oggettiva dei fatti, quasi a dire che, date certe premesse artatamente costruite dall'imputato, chiunque ci sarebbe cascato.

A Milano, il Giudice monocratico si era dimostrato molto più possibilista, premettendo come sia ipotizzabile che una persona faccia credere ad un'altra di nutrire sentimenti di affetto o amore reciproci, all'unico e preciso scopo di ottenerne atti di disposizione patrimoniale. E, giocando fortemente di anticipo rispetto a casi che, all'epoca, ancora dovevano profilarsi sui palcoscenici della Giustizia delle aule, aveva portato ad esempio proprio il caso di un soggetto che contatti la vittima tramite un social network, la faccia innamorare e poi la depredi.

Aspetti vittimologici: l'approfittamento

Si definisce minorata difesa quell'aggravante, che è comune nell'art. 61, n. 5, c.p., ma poi viene richiamata da singole fattispecie incriminatrici, una delle quali è proprio l'art. 640 c.p., che aumenta il trattamento sanzionatorio per chi agisca profittando di circostanze di tempo, luogo o persona, anche in riferimento all'età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa.

E' stata inserita dall'art. 3, comma 28, l. n. 94/2009, più nota come disposizioni in tema di Sicurezza pubblica che, all'epoca, aveva avuto di mira soprattutto la regolazione dei flussi migratori e della clandestinità sul territorio, ma che proprio col suo terzo articolo ha introdotto una serie di disposizioni a favore di minori ed anziani e comunque, in generale, di soggetti c.d. deboli.

L'art. 640, comma 2, n. 2-bis, c.p. pare adattissimo alle romance scam, quindi, ma al momento di redazione di questo commento a sentenza non si rinvengono precedenti giurisprudenziali sul tema.

Ad oggi si rinvengono condanne per medici che abbiano approfittato di particolari condizioni di debolezza psicologica dei pazienti per indurli, per esempio, a sottoporsi a cure alternative a pagamento (Cass. pen., n. 5053/2020), per maghi che abbiano ingenerato nelle persone offese la convinzione dell'esistenza di pericoli gravi, per sé ed i famigliari, e venduto poi loro rimedi e rituali (Cass. pen., n. 10609/2020) e soprattutto in caso di vendite online. E questo è l'argomento che deve convincerci definitivamente della bontà di questa imputazione per i romantic scammers.

In argomento, il Tribunale di Pescara vanta una cospicua esperienza giurisprudenziale: nella sezione dedicata all'approfondimento sono elencate svariate sentenze emesse in quel foro. Rimandando ad esse per la disamina dei singoli casi concreti, il dato comune che vi ricorre è il richiamo alla facilità con cui in rete si possa nascondere la propria identità, impedendo, o comunque rallentando fortemente, la possibilità per l'interlocutore di svolgere controlli e verifiche. E se in quel caso detti accertamenti avranno ad oggetto la disponibilità della res offerta in vendita, o le sue qualità, o lo stato, o altre caratteristiche essenziali, nell'ipotesi traslata della truffa romantica potranno concernere del pari non solo le esatte generalità, ma anche connotazioni personali quali, per tutte, il sesso o lo stato civile. Per fornire subito un esempio, si pensi al caso deciso da Tribunale di Catania l'11 gennaio 2021, ove la vittima era convinto di intrattenere rapporti con una donna residente in Germania ed invece chi lo abbindolava era tre suoi concittadini, piuttosto che quello di cui alla pronuncia della Cassazione n. 5432/2020, ove la truffatrice si dichiarava libera di stato ed invece conviveva regolarmente da anni col padre dei suoi figli.

Anche nel caso delle frodi romantiche, come in quello delle vendite online, esiste una distanza fisica tra protagonisti della vicenda che, anzi, il truffatore interpone a bella posta (molti i casi in cui sostiene di trovarsi all'estero e difficultato a rientrare e proprio a tal fine chiede denaro); anche nel caso delle frodi romantiche, il rapporto si svolge interamente sulle piattaforme: nasce sui social (e di recente sulle app di incontri), si affida ad immagini, si sviluppa nei confronti di persone di cui non è facile l'identificazione. La distanza e le schermature impongono una buona fede che, nel caso delle truffe, è totalmente assente sin dal primo abboccamento.

Rapporti con circonvenzione

L'art. 643 c.p., come ricordato all'inizio di questa trattazione, è la norma che punisce chi si approfitti di abbassamento intellettuale, di suggestionabilità, di menomazione del potere di critica e diminuzione del potere di difesa, per cui del pari sarebbe richiamabile nel caso di truffe romantiche.

Il suo rapporto con la truffa è stato oggetto di molti approfondimenti e, recentemente, la Cassazione ha chiarito che la condotta tipica dell'abuso di cui all'art. 643 c.p. non esige che la qualità dell'azione raggiunga il livello di artifici e raggiri, ma neppure li esclude, quindi tra le due fattispecie si può configurare rapporto di specialità: qualora l'abuso si sostanzi proprio in quella simulazione e dissimulazione, in quella creazione di uno scenario falso, predisposto al fine di truffare la vittima, allora prevale il delitto di cui all'art. 640 c.p. (cfr. Cass. pen., n. 945/2016).

Il problema principale di questo delitto è che, per configurare circonvenzione, l'età, di per sé, non è sufficiente, ma dev'essere presente anche un quid pluris, come un decadimento, un indebolimento delle facoltà mentali, oppure una condizione personale peculiare, come ad esempio un livello culturale basso che diminuisca la capacità di critica (Cass. pen., n. 35997/2010), che molto difficilmente saranno ravvisabili in capo alla classica vittima di romance scam se si vuole dar credito alle stime pubblicate dalla Polizia Postale, per cui il range medio la colloca tra i 40 ed i 60 anni.

In conclusione

Quello delle truffe romantiche è un giro fraudolento che frutta molto denaro. In Australia, nel 2019, sono andati persi così 28 milioni e mezzo di dollari. Molte persone si sono ritrovate indebitate e senza più risparmi. Ad aggravare la situazione sta il fatto che alla condotta fraudolenta spesso si accompagna la commissione di ulteriori delitti, come la c.d. sextortion (ossia la richiesta di denaro al fine di non pubblicare foto intime ottenute dalla vittima, tratta in inganno dall'apparenza di una situazione affettiva di coppia) ed il revenge porn (se alla minaccia segue la pubblicazione di quei contenuti sessualmente espliciti).

Se dal punto di vista sanzionatorio quindi le norme a disposizione paiono francamente insufficienti, soprattutto laddove contestate in forma semplice (da sei mesi a tre anni di reclusione), il vero punto dolente pare di matrice più culturale che giuridica: la vergogna. Come un tempo le vittime di violenza domestica tardavano o omettevano di denunciare i maltrattamenti perché poco consapevoli del ricorrere del reato nella propria condizione di vita e, una volta resesi conto, tacevano ritenendo di venir tacciate di poca intelligenza o capacità reattiva, oggi altrettanto dicasi per quelle di truffe romantiche. L'età, che come detto è adulta, le condizioni di vita (di solito medio borghesi, visto che allo scammer serve un soggetto con disponibilità economiche), il contesto sociale in cui calate contribuisce a mantenere nell'ombra queste vicende o, al più, a discuterne in ambito di associazioni, senza arrivare sino alla soglia di un commissariato.

Ma come per la violenza domestica, anche la truffa romantica verrà, prima o poi, annoverata tra i delitti contro i soggetti deboli e chi vi cadrà saprà di poter contare sulla giustizia italiana.

Guida all'approfondimento

Si finge single, allaccia una relazione per trarne denaro: condannata, in Diritto&Giustizia;

Un singolare caso di truffa matrimoniale: la sentenza assolutoria del Tribunale di Roma nel caso Lollobrigida (in Diritto penale contemporaneo n. 3 del 2018, con nota di C. Mostardini);

Cass.pen., sez. V, 18 dicembre 2020, n. 5432, in DeJure (su truffa romantica); sullo stesso tema vedi anche Cass. pen., sez. II, 11 aprile 2019, n. 25165; Trib. Milano, 14 luglio 2015 in Diritto penale contemporaneo online con nota di S. Finocchiaro, Sulla rilevanza penale della truffa ‘sentimentale': una recente pronuncia del Tribunale di Milano.

Trib. Lecce, 8 febbraio 2021, n. 1807, in DeJure (su truffa in generale); sullo stesso tema, si veda Trib. Nola, 20 gennaio 2021, n. 1910; Trib. Frosinone, 7 gennaio 2021, n. 1508; Trib. Vicenza, 5 agosto 2020, n. 540; Trib. Taranto, 4 maggio 2020, n. 204;

Trib. Campobasso, 8 febbraio 2021 n. 409, in DeJure (su truffa e sostituzione di persona); sullo stesso tema si veda Cass pen., sez. II, 20 gennaio 2021 n. 8614;

Trib. Nola, 22 gennaio 2021, n. 2107, in DeJure (su truffa a mezzo Facebook); sullo stesso tema si veda Trib. Frosinone, 22 ottobre 2020, n. 1181;

Cass. pen., Sez. II, 17 novembre 2020, n. 5053, in DeJure (su truffa aggravata da minorata difesa); sullo stesso tema si veda Cass. pen. Sez. II, 17 novembre 2020, n. 10609; Cass., sez. II, 14 ottobre 2020, n. 1085;

Trib. Pescara, 2 novembre 2020, n. 1745, in DeJure (su truffa in vendita online); sullo stesso tema si veda Trib. Pescara, 22 ottobre 2020, n. 1709; Trib. Pescara, 19 ottobre 2020, n. 1664; Cass. pen., sez. II, 14 ottobre 2020, n. 1085; Trib. Frosinone, 1 ottobre 2020 n. 1067; Trib. La Spezia, 30 giugno 2020, n. 114; Trib. Pescara, 8 gennaio 2020, n. 34;

Cass. pen., sez. II, 29 novembre 2019, n. 49519, in DeJure (su maghi e chiromanti); sullo stesso tema si veda anche Cass, sez. II, 14 febbraio 2017, n. 11114.

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