Indennizzo per danni da vaccinazione antipolio: il termine di decadenza decorre dalla conoscenza del danno

Redazione Scientifica
18 Maggio 2021

Anche in relazione alle domande di indennizzo proposte dai soggetti danneggiati da vaccinazione non obbligatoria antipolio, il termine di decadenza previsto dalla legge per richiedere la relativa prestazione decorre non dalla sola conoscenza della patologia, ma dalla conoscenza del danno e del relativo nesso eziologico.

È quanto affermato dalla Suprema Corte con l'ordinanza n. 12036/21, depositata il 6 maggio.

La Corte d'Appello di Potenza, in riforma della sentenza del Tribunale della stessa sede, rigettava l'istanza da parte di un lavoratore volta ad ottenere un indennizzo ex art. 1, l. n. 210/1992 per decorso del termine quadriennale di decadenza previsto dall'art. 3, comma 3, l. n. 362/1999 in materia di vaccinazione antipolio non obbligatoria e comunque per la non riconducibilità a quest'ultima della patologia sofferta, essendo subentrata successivamente.

Il lavoratore ricorre in Cassazione poiché ritiene che la sentenza impugnata abbia trascurato che, all'esito di pronuncia costituzionale n. 27/1998, ai soggetti danneggiati da vaccinazione non obbligatoria antipolio compete lo stesso trattamento previsto per gli emotrasfusi e gli assistiti obbligatoriamente vaccinati dalla l. n. 210/1992, con conseguente decorrenza del termine decadenziale dalla conoscenza del danno e del relativo nesso causale. Egli sottolinea che la conoscenza del danno e del nesso causale era intervenuta solo nel 2005 e che quindi il termine non era ancora decorso. Il ricorrente sostiene inoltre che la sentenza si sia fondata sulle risultanze della cartella clinica del 1969 dalla quale emergeva il tardivo insorgere della patologia rispetto alla vaccinazione.

La Corte di Cassazione ha già applicato il principio che fa decorrere il termine decadenziale per richiedere la prestazione non dalla sola conoscenza della patologia, ma da quella del danno e del relativo nesso eziologico ad altre fattispecie.

Di conseguenza afferma il principio secondo il quale «anche in relazione alle domande di indennizzo proposte dai soggetti danneggiati da vaccinazione non obbligatoria antipolio, il termine di decadenza previsto dalla legge per richiedere la relativa prestazione decorre non dalla sola conoscenza della patologia, ma dalla conoscenza del danno e del relativo nesso eziologico».

Nel caso di specie la Corte territoriale ha valutato correttamente le prove raccolte ed ha attribuito rilevanza alle risultanze della cartella clinica del 1969, considerata anche dal ctu nominato dalla stessa.
Per questi motivi la Corte di Cassazione rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.

(Fonte: Diritto e Giustizia.it)

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