Normativa emergenziale e sospensione dell'esecuzione per rilascio in forza di provvedimento di assegnazione della casa familiare

Laura Dalla Casa
03 Maggio 2021

La sentenza in commento affronta sia il tema della sospensione dei termini di efficacia del precetto sia di quelli dell'esecuzione per il rilascio di immobili conseguente alla normativa eccezionale adottata in materia per via della pandemia.
Massima

La sospensione delle esecuzioni (prevista in generale dall'art. 83 del d.l. n. 18/2020, conv. in l. n. 27/2020) ed in particolare quella per il rilascio di beni immobili prevista dal medesimo d.l. all'art. 103 comma 6 e s.m. è applicabile anche al caso di esecuzione per rilascio in forza di provvedimento di assegnazione della casa familiare. Non è applicabile, invece, al predetto rilascio la proroga al 30 giugno 2021 del termine di sospensione prevista dall'art. 13 comma 13 d.l. n. 183/2020. Ciò in quanto la norma si riferisce esclusivamente, al contrario delle precedenti, solo al rilascio per mancato pagamento del canone di locazione o su decreto di trasferimento di immobili pignorati abitati da famiglie.

Il caso

In data 11 gennaio 2021, a seguito di precetto notificato il 10 luglio 2020, l'Ufficiale giudiziario intimava a Tizia il rilascio della casa familiare in forza del provvedimento di assegnazione della stessa a favore di Caio, suo marito, collocatario dei figli. Tizia si opponeva deducendo la nullità dell'avviso di rilascio per perenzione del precetto nonchè la sospensione dell'esecuzione per rilascio in forza della proroga al 30 giugno 2021 introdotta dall'art. 13 comma 13 d.l. n. 183/2020. Caio proponeva opposizione al provvedimento di sospensione ottenuto ex adverso assumendo che alla sospensione dei termini di efficacia del precetto erano applicabili la l. n. 27/2020 nonché il d.l.34/2020 e che invece non si applicava il d.l. n.183/2020 ai fini della sospensione dell'esecuzione. Il Tribunale revocava il provvedimento di sospensione dell'esecuzione ritenendo assente il fumus boni iuris.

La questione

La normativa emergenziale in materia di sospensione dell'esecuzione per rilascio di immobili è applicabile, ed entro quali limiti, all'esecuzione di un provvedimento di assegnazione della casa familiare?

Le soluzioni giuridiche

La sentenza in commento affronta sia il tema della sospensione dei termini di efficacia del precetto sia di quelli dell'esecuzione per il rilascio di immobili conseguente alla normativa eccezionale adottata in materia per via della pandemia.

In limine, il tribunale di Napoli fa presente che la sospensione dell'efficacia del precetto non è prevista solo per effetto di opposizione ma anche nei casi di sospensione giudiziale dell'efficacia esecutiva del titolo e della sospensione dell'esecuzione disposta ex lege. L'art. 481 comma 2, c.p.c. non è quindi una norma di carattere eccezionale e, a maggior ragione, è possibile ritenerne sospesi i termini per le ragioni che hanno portato ai provvedimenti emergenziali.

Peraltro, l'incoerenza tra la formulazione letterale delle norme nelle rispettive rubriche e il loro contenuto non agevola il ragionamento del giudicante. Infatti.

L'art. 103, d.l. n. 18/2020 conv. in l. n. 27/2020, intitolato “Sospensione dei termini nei procedimenti amministrativi ed effetti degli atti amministrativi in scadenza”, che al comma 6 prevedeva la sospensione (sino al 30 giugno 2020) dell'esecuzione dei provvedimenti genericamente indicati “di rilascio”, da alcuni era stato ritenuto applicabile alle sole attività strettamente amministrative concernenti tali rilasci.

L'art. 17-bis, d.l. n. 34/2020, rubricato “Proroga della sospensione dell'esecuzione degli sfratti di immobili ad uso abitativo e non abitativo”, sebbene introducesse solo il differimento del termine (sino al 31 dicembre 2020) previsto nel precedente d.l., sembrava limitare la tipologia di esecuzioni per rilascio interessate dalla sospensione ai soli sfratti, di qualsiasi genere.

L'art. 13, d.l. n. 183/2020, inspiegabilmente intitolato “Proroga di termini in materia di infrastrutture e trasporti” ma espressamente riferito, dal comma 13, all'art. 103 comma 6 d.l.n. 18/2020, introduce una limitazione alla ulteriore proroga (sino al 30 giugno 2021) a soli due casi: sfratto per morosità o esecuzione di decreto di trasferimento di immobili pignorati abitati da famiglie.

La pronuncia in questione ha concluso per l'irrilevanza della divergenza tra rubrica e contenuto delle norme, sia in considerazione di una sostanziale atecnicità degli interventi legislativi a carattere emergenziale (da piu' parti riconosciuta) sia in forza del brocardo rubrica legis non est lex.

Ha poi affermato che l'art. 17-bis, d.l. n. 34/2020 si limitava esclusivamente a sostituire il termine della sospensione previsto all'art. 103 comma 6 d.l. n. 18/2020 con altro successivo, con la conseguenza che la dicitura del titolo della norma non poteva portare, di per sé, a modificarne l'originario campo di applicazione. Pertanto, il tribunale ha ritenuto efficace il precetto notificato il 10 luglio 2010 in quanto il termine di efficacia di 90 giorni era stato sospeso, ricominciando a decorrere dal 31 dicembre 2020.

Il tribunale non ha invece ritenuto applicabile la proroga della sospensione prevista dall'art. 13 comma 13,d.l. n. 183/2020, escludendone una possibile interpretazione estensiva sulla considerazione che il legislatore, in una prima fase della pandemia, avrebbe ritenuto opportuno introdurre una misura di soccorso a favore di tutti gli esecutati, progressivamente restringendone l'operatività alle sole situazioni connotate da un profilo di qualificata indigenza in coerenza all'interpretazione fornita dalla Corte Costituzionale all'art. 24 Cost., volto a garantire a livello giudiziario la «Tutela dei propri diritti soggettivi e interessi legittimi”, con la conseguenza che “la sospensione della esecuzione per rilascio costituisce un intervento eccezionale che puo' incidere solo per un periodo transitorio ed essenzialmente limitato …» (così: Corte cost.,n. 310/2003).

A favore di tale conclusione, nell'ambito del giudizio di bilanciamento dei vari interessi in gioco nella fattispecie, ha valorizzato anche l'interesse di cui erano portatori i figli all'habitat domestico, espressione del diritto alla loro personalità, anch'esso costituzionalmente garantito (cfr. Corte cost., n. 308/2008).

In considerazione di quanto precede, il tribunale ha ritenuto inapplicabile all'esecuzione per rilascio su provvedimento di assegnazione della casa familiare la proroga della sospensione dei termini al 30 giugno 2021, conseguentemente respingendo l'opposizione.

Osservazioni

La normativa emergenziale in materia di rilascio forzato di immobili è volta presumibilmente a fronteggiare le difficoltà economiche dei conduttori e/o a garantire il diritto ad una abitazione che consenta l'isolamento forzato conseguente alla pandemia. Le due ipotesi in cui, da ultimo, la legge ha previsto la sospensione dell'esecuzione per rilascio di immobile paiono accomunate effettivamente dalla ritenuta situazione di “qualificata indigenza dei debitori”, situazione idonea a giustificare il perdurare della compromissione degli altrui diritti reali.

Si ritiene che, anche ove il titolo esecutivo sia un provvedimento di assegnazione di casa familiare, si possa dare ingresso all'accertamento di un eventuale stato di indigenza delle parti coinvolte e conseguentemente statuire sull'applicabilità o meno della sospensione dell'esecuzione per rilascio, pervenendo ad una interpretazione estensiva della norma che dispone (o disporrà con future proroghe) la sospensione dell'esecuzione per rilascio, e ciò a fronte dell'identità della ratio sottostante le diverse fattispecie. Né l'interesse dei figli a mantenere l'habitat domestico pregresso alla separazione deve necessariamente aver tutela privilegiata se in conflitto con interessi di eguale rango.

Il tribunale di Napoli, in realtà, non si è limitato ad escludere l'applicazione della norma perché la fattispecie non rientrava tra le due in essa previste ma ha affermato anche di non poter dare ingresso al giudizio sulla pretesa indigenza dell'esecutata, così come dalla stessa affermata in giudizio, assumendo che si trattasse di accertamento da compiersi nel giudizio di merito, e cioè in sede di emissione del provvedimento di assegnazione, e non in sede di opposizione all'esecuzione.

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