La mancanza della firma digitale nella relata non è causa di inesistenza dell'atto se…
18 Giugno 2021
Sul punto la Corte di Cassazione con ordinanza n. 16746/21, depositata il 14 giugno.
Una s.r.l. impugna la decisione con cui la Corte di secondo grado dichiarava inammissibile l'appello ritenendolo tardivo, perché proposto oltre il termine breve di 30 giorni, decorrenti dalla notifica della sentenza a mezzo PEC, notifica considerata nulla dalla società stessa, poiché sulla relata non era stata apposta la firma digitale dell'avvocato notificante e che doveva applicarsi il termine lungo ex art. 327 c.p.c..
Al riguardo, come più volte affermato dalla Suprema Corte, in tema di notificazione a mezzo PEC, la mancanza nella relata della firma digitale dell'avvocato notificante non è causa d'inesistenza dell'atto, potendo essere riscontrata la stessa attraverso altri elementi, come la riconducibilità della persona del difensore menzionato nella relata alla persona munita di procura speciale per la proposizione del ricorso, raggiungendo così la conoscenza dell'atto ovvero lo scopo legale della notifica.
(Fonte: DirittoeGiustizia.it) |