Addebito della separazione e pubblicazioni su Facebook

Edoardo Rossi
22 Giugno 2021

Ai fini dell'addebito della separazione rileva quanto pubblicato dal marito sul proprio profilo Facebook (foto che lo ritraggono in atteggiamenti affettuosi con la nuova compagna e scansioni di biglietti aerei a nome di entrambi).
Massima

La prova dell'addebito della separazione può essere desunta da messaggi e foto pubblicate su Facebook da parte del coniuge infedele.

Il caso

Il Tribunale di Rimini ha accolto la domanda della moglie di addebito della separazione, nonché di un assegno di mantenimento per sé e per i figli da porre a carico del marito - rimasto contumace - ancorché lo stesso, nelle more del giudizio, fosse rimasto privo di lavoro. Ai fini dell'addebito, assume rilievo quanto pubblicato dall'uomo sul proprio profilo Facebook (foto che lo ritraggono in atteggiamenti affettuosi con la nuova compagna e scansioni di biglietti aerei a nome di entrambi).

La questione

La decisione in commento prende in esame la possibilità di accogliere la domanda di addebito fondata sulle foto e messaggi pubblicati dal marito su Facebook e prodotti in giudizio.

Le soluzioni giuridiche

Il Tribunale di Rimini ha ritenuto di poter pronunciare l'addebito della separazione a carico del marito per aver lo stesso provveduto ad ufficializzare la relazione extraconiugale tramite il noto social Facebook. La decisione segue l'orientamento di altre pronunce di merito che già si erano espresse nello stesso senso. In particolare, il Tribunale di Bari, con sentenza n. 2525/2020 aveva dichiarato l'addebito della separazione alla moglie che aveva postato su facebook alcuni selfie con il nuovo compagno, ritenendo che rendere nota la nuova relazione sui social comporti necessariamente la consapevolezza di violare, con tale comportamento, i doveri coniugali. Nello stesso senso il Tribunale di Roma, che ha pronunciato l'addebito dopo che la moglie aveva scoperto su Facebook che il marito risultava “fidanzato” con un'altra donna, non avendo lo stesso – nel corso del giudizio - dimostrato la mancanza di nesso causale tra la relazione extraconiugale ed il fallimento del matrimonio (Trib. Roma, sentenza n. 9933/2018 e sentenza n. 456/2016).

Si può configurare addebito per violazione del dovere di fedeltà anche nel caso del coniuge che si comporta sui social come se non fosse sposato o, almeno, dando l'apparenza di non esserlo, dichiarando sul proprio profilo facebook di non essere coniugato e di essere interessato alle donne. Il Tribunale ha infatti ritenuto che il solo fatto di definirsi “single sul proprio profilo, leda la dignità del partner in quanto ciò rappresenta un modo di essere o uno stato d'animo incompatibile con un leale rapporto di coniugio (Trib. Palmi, sent., 7 gennaio 2021 n. 6). Tale decisione richiama un principio espresso dalla Cassazione, secondo cui ai fini dell'addebito della separazione, non rilevano esclusivamente le relazioni extraconiugali in senso stretto, ma anche quei comportamenti univocamente a ciò indirizzati che – da soli – possono giustificare la lesione della dignità e dell'onore dell'altro coniuge (Cass. civ., sent., 19 settembre 2017 n. 21657).

Analogamente, il Tribunale di Prato (Trib. Prato, sent. 28 ottobre 2016 n. 1100) ha ritenuto di poter addebitare la separazione alla moglie, la quale appariva - dalla propria pagina facebook - una donna libera e molto disinibita e non certo una moglie vessata e sofferente, pubblicando anche due foto di lei e della figlia in atteggiamento e abbigliamento inadeguati.

Le informazioni desunte dai social, anche qualora non siano ritenute tali da poter fondare i presupposti per l'addebito della separazione per la mancanza di nesso causale tra infedeltà e crisi coniugale, possono comunque essere utilizzate come prova al fine di ottenere un risarcimento del danno non patrimoniale per violazione dell'obbligo di fedeltà coniugale, come nel caso in cui un coniuge cambi il proprio status su facebook da “coniugata” a ”separata” prima ancora dell'instaurazione del procedimento di separazione (Trib. Torre Annunziata, sent. 24 ottobre 2016 n. 2463). Sul punto, la Cassazione ha infatti statuito che i doveri che derivano ai coniugi dal matrimonio hanno natura giuridica e la loro violazione non trova necessariamente sanzione unicamente nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia, quali l'addebito della separazione; discende, infatti, dalla natura giuridica degli obblighi su indicati, che la relativa violazione - ove cagioni la lesione di diritti costituzionalmente protetti - possa integrare gli estremi dell'illecito civile e dar luogo al risarcimento dei danni non patrimoniali ai sensi dell'art. 2059 c.c., pur senza la mancanza di pronuncia di addebito in sede di separazione (Cass. civ. sez. I, sent. 15 settembre 2011 n. 18853).

Osservazioni

L'avvento di internet ha inciso profondamente nella vita di tutti, con conseguenti ripercussioni in svariati ambiti tra cui anche il diritto. Sempre più spesso, infatti, nell'ambito dei giudizi di separazione, vengono utilizzati foto, commenti e post pubblicati sui vari social network da un coniuge, al fine di supportare la domanda di addebito. La Corte di Cassazione ha ritenuto rientrare nella violazione dell'obbligo di fedeltà anche la sola navigazione su siti di incontri on line, essendo tale circostanza idonea a compromettere la fiducia tra i coniugi ed a provocare l'insorgere della crisi matrimoniale all'origine della separazione, sì da giustificare l'addebito della separazione (Cass. civ., ord., 16 aprile 2018 n. 9384). Ad integrare la lesione della dignità e dell'onore del coniuge non occorre pertanto che il rapporto extraconiugale sia reale, ma anche solo “virtuale”.

Nel momento in cui un coniuge in fase di separazione, decida di pubblicare foto o commenti sui social, dovrà pertanto fare ben attenzione alle ripercussioni che tali pubblicazioni possano comportare, sia per quanto concerne la possibilità di addebito della separazione che per la richiesta di risarcimenti danni da parte dell'altro coniuge.

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