28 Giugno 2021

I Ministeri della Giustizia e della Salute, la Conferenza delle Regioni e l'Ufficio parlamentare di bilancio dovranno fornire alla Consulta una serie di informazioni sulle REMS - le Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza che hanno sostituito, dal 2012, gli Ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) – in relazione alle difficoltà registrate nell'applicazione concreta delle misure di sicurezza nei confronti degli autori di reato infermi di mente e socialmente pericolosi...

I Ministeri della Giustizia e della Salute, la Conferenza delle Regioni e l'Ufficio parlamentare di bilancio dovranno fornire alla Consulta una serie di informazioni sulle REMS - le Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza che hanno sostituito, dal 2012, gli Ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) – in relazione alle difficoltà registrate nell'applicazione concreta delle misure di sicurezza nei confronti degli autori di reato infermi di mente e socialmente pericolosi.

Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, con l'ordinanza n. 131, depositata il 24. giugno 2021.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli sollecita l'intervento della Corte Costituzionale dopo aver disposto il ricovero di un imputato in una residenza per l'esecuzione di una misura di sicurezza (c.d. REMS): a distanza di quasi un anno dal provvedimento, la misura era rimasta ineseguita a causa della carenza di posti disponibili nelle REMS della Regione Lazio e, nel frattempo, la persona sottoposta a indagini si era sistematicamente sottratta a tutte le terapie e agli obblighi inerenti alla misura di sicurezza della libertà vigilata, disposta in via provvisoria in attesa della disponibilità di un posto in una REMS.

Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza: disciplina incostituzionale? Il medesimo giudice ha, quindi, sollevato la questione di legittimità costituzionale degli artt. 206 e 222 c.p. e dell'art. 3-ter dl. n. 211/2011 (Interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri), convertito, con modificazioni, nella l. n. 9/2012, come modificato dall'art. 1, comma 1, lett. a), dl. n. 52/2014 (Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari), convertito, con modificazioni, nella l. n. 81/2014.
Secondo il rimettente, tali disposizioni violerebbero nel loro complesso, in primo luogo, gli artt. 27 e 110 Cost., nella parte in cui, attribuendo l'esecuzione del ricovero provvisorio presso una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) alle Regioni ed agli organi amministrativi da esse coordinati e vigilati, escludono la competenza del Ministro della Giustizia in relazione all'esecuzione della detta misura di sicurezza detentiva provvisoria.
In secondo luogo, la disciplina censurata violerebbe gli artt. 2, 3, 25, 32 e 110 Cost., nella parte in cui consentono l'adozione con atti amministrativi di disposizioni generali in materia di misure di sicurezza in violazione della riserva di legge in materia.

Le argomentazioni del giudice a quo. Secondo il rimettente, la misura di sicurezza del ricovero in una REMS costituirebbe, ai sensi degli artt. 2 e 25, comma 3, Cost., una forma di tutela da parte dello Stato dei diritti inviolabili dell'uomo alla vita e all'incolumità per proteggere i terzi dalle condotte violente che possono essere poste in essere dagli autori di reato non imputabili per incapacità di intendere e di volere, con l'espressa previsione della riserva di legge per la disciplina dei casi in cui è possibile sottoporre a misura di sicurezza una persona.
Pertanto, sussisterebbe una chiara differenza tra l'ipotesi di trattamento sanitario obbligatorio ai sensi degli artt. 33 e ss. l. n. 833/1978 (Istituzione del servizio sanitario nazionale) e quella di ricovero in una REMS, quest'ultima essendo subordinata alla previa commissione di un reato e a un giudizio di pericolosità sociale della persona affetta da infermità psichica. Tale differenza sarebbe rispecchiata dal diverso ruolo assunto dall'autorità giudiziaria nelle due ipotesi: di mera convalida della decisione amministrativa che ordina il trattamento sanitario obbligatorio nella prima ipotesi, e di diretta adozione della misura, sulla base di un duplice accertamento relativo, da un lato, alla commissione di un reato, e, dall'altro, alla pericolosità sociale dell'interessato.
Pertanto, mentre il trattamento sanitario obbligatorio trova giustificazione e fondamento costituzionale nell'esclusivo interesse alla tutela della salute della persona nei cui confronti detto trattamento viene applicato, la limitazione della libertà personale derivante dalla misura di sicurezza detentiva provvisoria del ricovero in REMS troverebbe giustificazione e fondamento costituzionale anche nella tutela dei diritti fondamentali alla vita ed all'incolumità personale dei terzi diversi dall'infermo di mente che vi è sottoposto, ferma restando la concorrente tutela della salute del detto infermo di mente ai sensi dell'art. 32 Cost.
Conseguentemente, il ricovero in una REMS costituirebbe misura giudiziaria penale restrittiva della libertà personale necessariamente rientrante, per gli aspetti organizzativi, nella competenza dell'organo che sovrintende l'Amministrazione penitenziaria, ossia il Ministro della Giustizia, al quale spettano ai sensi dell'art. 110 Cost. l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia con le relative responsabilità.
Di contro, la vigente disciplina in materia di REMS– imperniata sul principio dell'esclusiva gestione sanitaria di tali strutture – estrometterebbe completamente il Ministro della giustizia e i suoi organi amministrativi, come segnatamente il DAP, da qualsiasi funzione in materia di misure di sicurezza nei confronti degli infermi di mente.

La decisione della Consulta richiede un'istruttoria. Nei 14 punti elencati nell'ordinanza di rimessione si chiede, fra l'altro, di chiarire se esistano, allo stato, forme di coordinamento tra il ministero della Giustizia, il ministero della Salute, le ASL e i Dipartimenti di salute mentale volte ad assicurare la pronta ed effettiva esecuzione, su scala regionale o nazionale, dei ricoveri nelle REMS, se sia prevista la possibilità dell'esercizio di poteri sostitutivi del Governo nel caso di riscontrata incapacità di assicurare la tempestiva esecuzione di tali provvedimenti nel territorio di specifiche Regioni e se le difficoltà riscontrate siano dovute a ostacoli applicativi, all'inadeguatezza delle risorse finanziarie o ad altre ragioni.
Ai fini della decisione, la Corte Costituzionale ritiene necessario acquisire una serie di informazioni concernenti il funzionamento concreto del sistema delle REMS, introdotto, a partire dal 2012, in sostituzione di quello degli OPG. Pertanto, con la pronuncia in commento, la Consulta ha disposto, ai sensi dell'art. 12 delle Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale, un'apposita istruttoria.

Fonte: DirittoeGiustizia

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