Conversione del fallimento in liquidazione coatta amministrativa

Girolamo Lazoppina
12 Agosto 2020

È possibile ottenere la conversione del fallimento in liquidazione coatta amministrativa nel caso in cui sia stato dichiarato per errore il fallimento di un'impresa sottoponibile esclusivamente alla predetta procedura concorsuale forzosa?

È possibile ottenere la conversione del fallimento in liquidazione coatta amministrativa nel caso in cui sia stato dichiarato per errore il fallimento di un'impresa sottoponibile esclusivamente alla predetta procedura concorsuale forzosa?

Caso pratico - Viene dichiarato per errore il fallimento dell'impresa assicurativa B.C. S.p.A. Tale impresa è assoggettabile esclusivamente a liquidazione coatta amministrativa ai sensi del D. lgs. 7 settembre 2005, n. 209 (Codice delle assicurazioni private).

Si pone il problema se la sentenza di fallimento debba essere annullata sic et simpliciter o se è possibile convertire il fallimento stesso in liquidazione coatta amministrativa.

Soluzione - Il provvedimento di liquidazione coatta amministrativa è un atto formalmente e sostanzialmente amministrativo.

La procedura, pur non avendo carattere giurisdizionale ma, appunto, amministrativo, ha come presupposto l'insolvenza dell'impresa; ragion per cui essa si caratterizza come un vero e proprio procedimento forzoso concorsuale che ha come obiettivo la liquidazione di tutto il patrimonio dell'impresa.

La liquidazione coatta amministrativa può essere applicata solo nei casi espressamente previsti dalla legge ed alle imprese da essa stessa determinate. L'art.2 L.F. dispone, infatti, che la legge determina le imprese soggette a l.c.a., i casi per i quali tale procedura può essere disposta e l'autorità competente a disporla.

Sempre l'art. 2, al comma 2, prevede che le imprese soggette a l.c.a. non sono soggette al fallimento, salvo che la legge disponga diversamente. E' dunque la legge a stabilire i casi in cui la l.c.a. deve o può essere applicata e l'autorità competente a disporla. E ciò perché il fallimento di specifiche tipologie di imprese avrebbe un impatto devastante sulla comunità in cui esse operano, posto che esso coinvolgerebbe un numero così elevato di soggetti ed un numero così elevato di interessi difficilmente salvaguardabili con l'ordinaria procedura fallimentare.

Va da sè che l'assoggettamento delle assicurazioni private alla l.c.a. ha la sua ragion d'essere nella natura pubblicistica degli interessi tutelati quali, per esempio, quelli sottesi all'esistenza delle polizze sull'assicurazione obbligatoria così come quelli sottesi alla tutela di un numero rilevante di posti di lavoro.

Orbene, la dichiarazione di fallimento di un'impresa assoggettabile esclusivamente a l.c.a. non potrebbe restare in vita atteso l'impatto devastante che essa avrebbe sui rilevanti interessi pubblici coinvolti.

Tuttavia, essendo - nel caso che ci occupa - accertato lo stato di insolvenza, il quale è il presupposto oggettivo non solo del fallimento ma delle procedure concorsuali generalmente intese, il problema della liquidazione dell'impresa si pone comunque. In un caso del genere l'autorità amministrativa può ricorrere in cassazione proponendo, con ricorso, istanza di regolamento di giurisdizione ed ottenere l'annullamento della sentenza di fallimento. Dopo di che la soluzione consiste nella conversione del fallimento in l.c.a. Essa può essere disposta sia nel caso in cui il fallimento sia stato dichiarato prima, sia nel caso in cui sia stato dichiarato dopo il provvedimento di messa in liquidazione dell'impresa (App. Bologna, 6 novembre 1992).

Tecnicamente la conversione è pronunciata dal Tribunale il quale, dopo aver trasformato la sentenza di fallimento in sentenza che dichiara lo stato di insolvenza, trasmette gli atti all'autorità amministrativa competente (Trib. Milano, 1° luglio 1986).

Va precisato, infine, che la conversione in l.c.a. non implica la revoca della procedura fallimentare. Restano pertanto in vita tutti i provvedimenti già adottati nell'ambito del fallimento, i quali non possono più essere modificati (almeno che non siano stati impugnati in modo tempestivo e vittorioso in sede fallimentare - Così, Cass., 5 aprile 2006, n. 7878).

Normativa e giurisprudenza

  • art. 2 L.F.
  • D. lgs. 7 settembre 2005 n. 209
  • App. Bologna, 6 novembre 1992, in Memento pratico, Crisi d'impresa e fallimento, Giuffrè Francis Lefebvre.
  • Trib. Milano, 1° luglio 1986, in Memento pratico, Crisi d'impresa e fallimento, Giuffrè Francis Lefebvre
  • Cass., 5 aprile 2006, n. 7878, in Memento pratico, Crisi d'impresa e fallimento, Giuffrè Francis Lefebvre.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.