La moratoria annuale nel concordato in continuità aziendale

Lorenzo Rossi
01 Ottobre 2020

È ammissibile una proposta di concordato che preveda il soddisfacimento ultrannuale del creditore assistito da garanzia?

È ammissibile una proposta di concordato che preveda il soddisfacimento ultrannuale del creditore assistito da garanzia?

Caso pratico - Un'impresa ha depositato presso il Tribunale di Modena una proposta di concordato preventivo con continuità aziendale il cui piano prevedeva il soddisfacimento del ceto creditorio in un arco temporale di sei anni.

Il Tribunale, tuttavia, non riteneva ammissibile la predetta proposta di concordato (in ragione dell'eccessiva durata) e assegnava alla debitrice un termine per modificare le previsioni in essa contenute.

La ricorrente, in ottemperanza a quanto statuito dal Tribunale di Modena, predisponeva una nuova proposta concordataria, riducendo la durata del piano, e contestualmente prevedeva, da un lato, un soddisfacimento inferiore per i creditori chirografari e, dall'altro, il pagamento di una parte di creditori privilegiati oltre un anno dall'omologazione.

Nel dettaglio, con riferimento a quest'ultimo aspetto, alcuni creditori, il cui diritto era assistito da privilegio speciale o da privilegio generale, venivano collocati in un'apposita classe ex art. 160, comma 1, lett. c), L.F., e veniva stabilito in loro favore un pagamento entro due anni dall'omologazione della procedura concorsuale.

Di conseguenza, nel rispetto delle indicazioni fornite da una parte di giurisprudenza di merito e di legittimità in ordine all'interpretazione dell'art. 186 bis L.F., ai soggetti che erano stati inseriti nella suddetta classe veniva attribuito il diritto di voto sulla proposta di concordato, in ossequio alle modalità indicate dagli organi della procedura.

Il Tribunale di Modena, però, dichiarava inammissibile il nuovo piano e la nuova proposta e rigettava il ricorso ex art. 160 L.F.

Spiegazioni e conclusioni - Il Tribunale di Modena ha ritenuto non ammissibile la proposta di concordato della debitrice poiché prevedeva il pagamento dei creditori privilegiati oltre un anno dall'omologazione della procedura, a proprio parere in evidente contrasto con la lettera dell'art. 186 bis L.F.

Come noto, infatti, l'art. 186 bis, comma 2, lett. c), L.F., in materia di concordato con continuità aziendale, stabilisce che «il piano può prevedere, fermo quanto disposto dall'articolo 160, comma 2, una moratoria fino a un anno dall'omologazione per il pagamento dei creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca, salvo che sia prevista la liquidazione dei beni o diritti sui quali sussiste la causa di prelazione. In tal caso, i creditori muniti di cause di prelazione di cui al periodo precedente non hanno diritto al voto».

Il Tribunale, pur dimostrandosi consapevole delle numerose pronunce di senso opposto sia della giurisprudenza di merito (cfr. Tribunale di Ravenna 15 gennaio 2018) che di quella di legittimità (si veda, per tutte, Cass. 9 maggio 2014, n. 10112), ha espressamente statuito che la lettera della legge (e il silenzio normativo sul punto) non autorizzi un'interpretazione che sostanzialmente va a sovvertire il valore assegnato dall'intero ordinamento ai crediti privilegiati, attribuendo al debitore una piena e incondizionata discrezionalità nel trattamento di questi ultimi.

A parere del Tribunale, peraltro, confermerebbe questa ricostruzione ermeneutica lo stesso Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, laddove, all'art. 86, stabilisce la facoltà del debitore di prevedere il soddisfacimento dei creditori privilegiati oltre al termine di legge, attribuendo ad essi il diritto di voto. Tale circostanza supporterebbe la tesi secondo cui la deroga alla disciplina legale debba essere espressamente prevista.

In conclusione, secondo l'orientamento del Tribunale di Modena, il termine annuale ex art 186bisL.F., recependo la necessità di assicurare i termini di pagamento certi per i creditori con diritto di prelazione, non consente di ritenere ammissibile una dilazione nel pagamento superiore all'anno dei creditori privilegiati (nello stesso senso, si veda Tribunale di Marsala 5 febbraio 2014).

Per dovere di completezza, si segnala che l'orientamento giurisprudenziale contrapposto a quello in commento, nel sostenere l'ammissibilità di un soddisfacimento ultrannuale dei crediti privilegiati nell'ambito di un piano di concordato in continuità, fa leva su due specifici elementi: uno di carattere letterale e uno di carattere sistematico.

Il primo elemento consiste nell'espressione «in tal caso» contenuta nello stesso art. 186 bis, comma 2, lett. c), L.F., la quale porterebbe a ritenere che il diritto di voto dei privilegiati sia escluso solamente nell'ipotesi in cui sia previsto il loro pagamento entro l'anno dall'omologazione e non, invece, nel caso opposto (quello di soddisfacimento ultrannuale).

Il secondo, invece, è rappresentato proprio dal nuovo Codice della crisi e dell'insolvenza e dalla legge delega che ne ha ispirato i principi, i quali avrebbero la precipua funzione di risolvere il dibattito in ordine alla possibilità di concedere una moratoria nel pagamento dei crediti privilegiati in misura anche superiore all'anno, riconoscendo un corrispondente diritto di voto al creditore “pregiudicato”.

Normativa e giurisprudenza

  • Art. 160 L.F.
  • Art. 186 bis L.F.
  • Art. 86 CCI
  • Trib. Modena29aprile 2020
  • Trib. Ravenna 15 gennaio 2018
  • Cass. 9 maggio 2014, n. 10112;
  • Trib. Marsala 5 febbraio 2014

Per approfondire

  • A. Lendvai, Ancora contrasto tra giurisprudenza di merito e della Cassazione sulla moratoria ultrannuale per il pagamento dei creditori privilegiati, (commento a Trib. Modena 29 aprile 2020), in ilfallimentarista.it, 22 settembre 2020.
  • F. Lamanna, L'indistinta ammissibilità del pagamento dilazionato dei crediti muniti di prelazione (commento a Cass. n. 10112/2014), in ilfallimentarista.it,4 giugno 2014.

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