L'obbligatorietà della difesa tecnica nelle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento

Daniele Portinaro
03 Febbraio 2021

Nelle procedure da sovraindebitamento è obbligatoria l'assistenza tecnica del ricorrente?

Nelle procedure da sovraindebitamento è obbligatoria l'assistenza tecnica del ricorrente?

Caso pratico - Una persona fisica che si trovava in una grave crisi da sovraindebitamento depositava presso il Tribunale di Torino un ricorso per l'accesso alla procedura di piano del consumatore, disciplinata dall'art. 12 bis L. 27 gennaio 2012, n. 3.

La domanda giudiziale veniva proposta senza l'assistenza di un difensore, ma solamente con l'ausilio dell'Organismo di composizione della crisi adito in precedenza.

Nel caso di specie, l'Organismo svolgeva le proprie funzioni in composizione collegiale, mediante la nomina di due distinti gestori della crisi: il primo – un avvocato – doveva fungere da consulente del debitore, mentre il secondo – un dottore commercialista – doveva occuparsi dell'attestazione del piano.

La ricorrente e lo stesso Organismo ritenevano che questa task force di professionisti non rendesse necessaria la nomina di un avvocato.

Tuttavia, un creditore della debitrice – una società finanziaria –, nel corso dell'udienza di cui all'art. 12 bis, comma 1, L. 3/2012, si opponeva all'omologazione del piano, eccependo la nullità insanabile del ricorso in ragione della proposizione della domanda giudiziale in assenza del procuratore asseritamente previsto (in via obbligatoria) anche per le procedure da sovraindebitamento dall'art. 82 c.p.c.

In via subordinata, inoltre, il creditore lamentava l'incompatibilità dell'Organismo, per aver lo stesso attestato un piano predisposto da un suo componente ed aver così violato il principio di indipendenza e terzietà che dovrebbe caratterizzare l'operato dell'ente medesimo.

La ricorrente, in occasione del deposito della memoria autorizzata dal giudice, replicava alle tesi del creditore, sostenendo che la L. 3/2012 non prevedesse l'obbligatorietà della difesa tecnica e che le procedure ivi disciplinate non avessero natura contenziosa.

Il Tribunale di Torino, in composizione monocratica, non ritenendo fondate le eccezioni del creditore, con decreto pronunciato in data 7 dicembre 2019, omologava il piano del consumatore.

Spiegazioni e conclusioni - Con il decreto in commento, il Tribunale di Torino si è espresso su una questione di particolare interesse (ed oggetto di dibattito) in materia di procedure da sovraindebitamento: la necessità dell'assistenza tecnica del debitore.

Nel corso dell'articolata motivazione, il tribunale ha precisato che, generalmente, fatta eccezione per alcune specifiche (ed eventuali) fasi delle stesse, le procedure di cui alla L. 3/2012 non hanno natura contenziosa (in questo senso, si veda Trib. Torino 13 dicembre 2018).

Nell'affermare ciò, il giudice, dopo aver sostenuto che non vi è alcuna disposizione normativa che imponga l'assistenza tecnica del soggetto nelle procedure da sovraindebitamento, ha evidenziato che l'Organismo di composizione della crisi, così come articolato e strutturato, "garantisce la piena tutela del diritto di difesa di cui è espressione l'art. 82 c.p.c.", costituendo peraltro un chiaro segno dell'evoluzione del «rapporto professionale avvocato-cliente» di cui si trova traccia nei principi affermatisi anche a livello europeo (si veda Ris. Parlamento europeo del 12 settembre 2017, in attuazione della Direttiva 2008/52/CE dello stesso Parlamento europeo e del Consiglio in materia di mediazione in materia civile e commerciale).

Come noto, infatti, l'Organismo di composizione della crisi, ai sensi dell'art. 15 L.3/2012, è affidatario di compiti complessi ed eterogenei – come ad esempio quello di l'ausilio del debitore nella elaborazione del piano sottostante alla proposta e quello di attestare la veridicità dei dati e la fattibilità del piano – , "tutti riconducibili al ruolo di garante del corretto funzionamento e del buon esito della procedura".

L'Organismo, peraltro, ha specifici doveri di imparzialità e terzietà che derivano dalla sua promanazione pubblicistica, i quali, anche considerata la propria struttura complessa (dettagliatamente regolamentata dal d.m. 24 settembre 2014, n. 202), ne assicurano l'indipendenza.

Tale circostanza esclude che vi possa essere un conflitto di interesse nella plurima attività svolta dal medesimo Organismo.

Per tutte queste ragioni, il tribunale ha ritenuto che, nelle procedure di cui alla L. 3/2012, non vi sia alcun obbligo di difesa tecnica del sovraindebitato, la cui assistenza può essere demandata ai soli organismi di composizione della crisi.

Il tribunale, in ultimo, ha sottolineato come, a conferma delle argomentazioni sviluppate, l'art. 68, comma 1, CCI, preveda espressamente che nella procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore non sia necessaria l'assistenza di un difensore. In questo senso, "l'assistenza prestata dall'O.C.C., considerata l'elevata qualificazione dei professionisti di cui l'organismo si avvale, rende superflua la difesa tecnica".

Normativa e giurisprudenza

  • Art. 82 c.p.c.
  • Art. 12bis l. L. 3/2012
  • Art. 15 L.3/2012
  • Art. 68 CCI
  • Trib. Torino 7 dicembre 2019
  • Trib. Torino 13 dicembre 2018

Per approfondire

F. Cesare, Sovraindebitamento: liquidazione del patrimonio (bussola), in ilfallimentarista.it, 19 maggio 2020.

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