Effetti dell'esdebitazione per i creditori anteriori alla procedura non insinuati al passivo

Elisa Castagnoli
12 Aprile 2021

Analogamente a quanto previsto dall'art. 144 L.F., l'esdebitazione di cui all'art. 14 terdecies L.3/2012, opera anche con riferimento ai crediti anteriori alla procedura non insinuati al passivo, anche se limitatamente alla parte eccedente alla percentuale attribuita nel concorso ai creditori di pari grado?

Analogamente a quanto previsto dall'art. 144 L.F., l'esdebitazione di cui all'art. 14 terdecies L.3/2012, opera anche con riferimento ai crediti anteriori alla procedura non insinuati al passivo, anche se limitatamente alla parte eccedente alla percentuale attribuita nel concorso ai creditori di pari grado?

Caso pratico - Un soggetto in stato di sovraindebitamento chiedeva al Tribunale di Milano l'accesso alla procedura di liquidazione del patrimonio ex art. 14 ter l. 27 gennaio 2012, n. 3.

La crisi che aveva colpito il ricorrente, però, era solamente di carattere finanziario: non aveva a disposizione liquidità idonee per soddisfare i debiti scaduti, anche se il suo patrimonio attivo era superiore alle passività.

Esaminata la domanda, il Tribunale di Milano, in composizione monocratica, pronunciava con decreto l'apertura della procedura.

Successivamente, il liquidatore, nell'adempimento dei suoi doveri, trasmetteva ai creditori noti e a quelli istituzionali la comunicazione ai sensi dell'art. 14 sexies L. 3/2012, fissando un termine per la presentazione delle domande di insinuazione al passivo della procedura e di quelle di rivendica dei beni.

Alla luce del ricavato dalle operazioni di liquidazione dell'attivo di proprietà del debitore, tutti i creditori insinuati alla procedura venivano soddisfatti integralmente e, a soli due anni di distanza dall'apertura, veniva disposta la chiusura della procedura, applicando analogicamente l'art. 118 L.F.

Tuttavia, successivamente alla chiusura, il soggetto sovraindebitato riceveva la notifica di un avviso di accertamento relativo ai redditi dichiarati anteriormente all'ingresso in procedura. Di talché, di determinava a proporre al Tribunale la domanda di esdebitazione exart. 14 terdecies L. 3/2012.

Il Tribunale di Milano, con decreto del 17 febbraio 2021, accertata la carenza dell'interesse ad agire del ricorrente, rigettava la domanda.

Spiegazioni e conclusioni - Con il decreto in commento, il Tribunale di Milano ha preso posizione in ordine agli effetti del decreto di esdebitazione rispetto ai crediti non insinuati al passivo anteriori alla procedura di liquidazione di liquidazione.

Come noto, l'art. 14 terdecies, comma 4, L. 3/2012 stabilisce che «il giudice, con decreto adottato su ricorso del debitore interessato, presentato entro l'anno successivo alla chiusura della liquidazione, sentiti i creditori non integralmente soddisfatti e verificate le condizioni di cui ai commi 1 e 2, dichiara inesigibili nei suoi confronti i crediti non soddisfatti integralmente».

La legge, tuttavia, nulla dispone con riferimento ai crediti anteriori non insinuati. Questa circostanza, a detta del giudice, potrebbe dar luogo ad almeno tre diversi scenari sulla sorte di tali crediti nel procedimento di cui all'art. 14 terdecies L. 3/2012.

Il primo scenario consiste nell'esclusione dall'esdebitazione dei crediti anteriori non insinuati, con consequenziale necessità di pagamento integrale degli stessi da parte del debitore.

All'opposto, in un secondo scenario, la mancata insinuazione al passivo del creditore potrebbe determinare ex se la totale esdebitazione dei crediti anteriori non insinuati. Infine, un ultimo scenario potrebbe essere caratterizzato dall'esdebitazione dei crediti anteriori non insinuati ma nei limiti in cui lo siano gli altri creditori anteriori ammessi al passivo.

Ebbene, il Tribunale di Milano, alla luce dell'irragionevolezza delle prime due conclusioni – la prima delle quali potrebbe indurre i creditori a non insinuarsi al passivo, per non subire pregiudizi, mentre la seconda, al contrario, potrebbe comprimere eccessivamente le loro prerogative –, ha ritenuto che l'unica soluzione ermeneutica accettabile sia la terza, perseguibile anche attraverso l'applicazione analogica dell'art. 144 L.F.

In altre parole, anche nel sovraindebitamento l'esdebitazione opera per l'eccedenza alla percentuale attribuita nel concorso ai creditori aventi la stessa natura.

Peraltro, giunto a tale conclusione, il Tribunale ha avuto cura di precisare che nell'esdebitazione di cui all'art.14 terdecies L. n. 3/2012 vi sia un'eccezione rispetto alla regola testé esposta, che vuole esclusi dall'esdebitazione i debiti fiscali qualora questi siano «successivamente accertati in ragione della sopravvenuta conoscenza di nuovi elementi».

Quindi, il credito fiscale non insinuato segue la regola generale dell'esdebitazione parziale di cui all'art. 144 L.F., fatto salvo il caso in cui l'accertamento successivo dello stesso trovi causa nella conoscenza di circostanze e fatti prima ignoti da parte dell'amministrazione finanziaria.

Fatte queste premesse, nel caso di specie il Tribunale ha rigettato la domanda di esdebitazione per carenza di interesse poiché il credito non insinuato, rispetto al quale l'esdebitazione avrebbe dovuto operare, era di natura erariale (ma non relativo ad elementi sopravvenuti) e tale tipologia di debito era stata integralmente soddisfatta nel corso della procedura liquidatoria. Pertanto, il credito non insinuato deve essere soddisfatto per l'intero.

Normativa e giurisprudenza

  • Art. 118 L.F.
  • Art. 144 L.F.
  • Art. 14 ter l. 27 gennaio 2012, n. 3
  • Art. 14 sexies l. 27 gennaio 2012, n. 3
  • Art. 14 terdecies l. 27 gennaio 2012, n. 3
  • Trib. Milano 17 febbraio 2021

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