Effetti della liquidazione coatta amministrativa per i creditori dell'impresa
14 Aprile 2021
In caso di liquidazione coatta amministrativa gli effetti per i creditori sono analoghi a quelli del fallimento. I creditori, pertanto, non possono intraprendere o proseguire azioni esecutive nei confronti dell'impresa?
Caso pratico - I creditori di un'impresa in liquidazione coatta amministrativa decidono di proseguire un'azione esecutiva già intrapresa nei suoi confronti prima del provvedimento di liquidazione. Si pone il problema di stabilire se sia possibile intraprendere o proseguire un'azione esecutiva nei confronti di un'impresa sottoposta a liquidazione coatta amministrativa.
Spiegazioni e conclusioni - Il provvedimento di liquidazione coatta amministrativa è un atto sia formalmente che sostanzialmente amministrativo che ha come presupposto l'insolvenza dell'impresa ed il procedimento, di tipo concorsuale, è analogo a quello fallimentare. Sicché è alle norme sul fallimento che occorre fare riferimento per dare la soluzione del caso in questione. Orbene, l'art. 201 L.F., che disciplina gli effetti della liquidazione coatta amministrativa per i creditori e sui rapporti giuridici preesistenti, prevede che dalla data del provvedimento che ordina la liquidazione si applicano le disposizioni del Titolo II, Capo III, Sezione II e IV e le disposizioni dell'art. 66 L.F., relative agli effetti del fallimento. L'art. 51 L.F. (norma tra quelle richiamate dall'art. 201 L.F.) prevede espressamente che dal giorno della dichiarazione di fallimento nessuna azione individuale esecutiva o cautelare, anche per crediti maturati durante il fallimento, può essere iniziata o proseguita sui beni compresi nel fallimento stesso. E' a tale norma che si deve fare riferimento per dare la soluzione al caso in questione. Sulla base di essa deve ritenersi esclusa, nelle ipotesi di liquidazione coatta amministrativa, ogni ipotesi di azioni esecutive e cautelari sul patrimonio dell'impresa, anche nel caso in cui tali procedure siano iniziate prima del provvedimento di liquidazione. Dunque, appare corretto affermare che nelle ipotesi di imprese sottoposte a liquidazione coatta amministrativa vige, dalla data del provvedimento di liquidazione, il divieto sia di intraprendere che di proseguire azioni esecutive nei confronti dell'impresa, e ciò sia se i crediti vantati sono sorti prima del provvedimento liquidatorio e sia se sono sorti durante la procedura. Conseguentemente, se un'azione esecutiva è stata intrapresa o proseguita (come nel caso che ci occupa), il giudice, su istanza del commissario liquidatore, dovrà dichiarare improcedibile la procedura esecutiva (in tal senso Trib. Pesaro 12 agosto 2016; Trib. Sassari 19 agosto 2015; Trib. Chieti 3 agosto 2009; Trib. Pescara, 23 giugno 2009).
Normativa e giurisprudenza
Per approfondire B. Armeli, Liquidazione coatta amministrativa, in ilfallimentarista.it, 29 maggio 2020 |