Vendita dei beni del socio illimitatamente responsabile nella procedura di concordato preventivo
27 Settembre 2021
La procedura competitiva di cui all'art. 163 bis L.F. deve essere disposta solo per i beni di cui si compone il patrimonio del soggetto proponente il concordato?
Caso pratico - Una società di persone in stato di crisi domandava al Tribunale di Mantova l'apertura di una procedura di concordato preventivo c.d. in bianco, ai sensi dell'art. 161, comma 6, L.F., con riserva di depositare piano e proposta nei termini assegnati. Entro il termine indicato dal Tribunale adito, la società depositava un piano di carattere liquidatorio, che prevedeva la liquidazione di tutti i beni di proprietà dell'impresa. Inoltre, la proposta prevedeva l'alienazione di un bene immobile (ad uso abitativo) di proprietà di uno dei soci illimitatamente responsabili e l'utilizzo del ricavato della vendita per la soddisfazione dei creditori concorsuali. A tal fine, alla proposta definitiva di concordato veniva allegato un contratto preliminare di acquisto. Non veniva però prevista alcuna procedura competitiva per la vendita del bene in parola, in quanto la società proponente riteneva che il patrimonio dei soci illimitatamente responsabili rimanesse estraneo al concordato preventivo. Il Tribunale di Mantova, dunque, si trovava a dover valutare l'ammissibilità di una procedura concordataria che non prevedeva l'instaurazione di alcuna procedura di cui all'art. 163 bis L.F. per la vendita del bene del socio, il cui ricavato veniva trattato alla stregua della finanza esterna. Esaminata la fattispecie, il Tribunale, ritenendo ammissibile la proposta di concordato preventivo, apriva la procedura.
Spiegazioni e conclusioni - Con la pronuncia in commento, il Tribunale di Mantova si è espresso sull'estensione applicativa dell'art. 163 bis L.F., con particolare riferimento al caso in cui, nell'ambito del concordato della società, vengano venduti beni dei soci illimitatamente responsabili. Come noto, l'art. 163 bis, comma 1, L.F. prevede che «quando il piano di concordato di cui all'art. 161, comma 2, lett. e), comprende una offerta da parte di un soggetto già individuato avente ad oggetto il trasferimento in suo favore, anche prima dell'omologazione, verso un corrispettivo in denaro o comunque a titolo oneroso dell'azienda o di uno o più rami d'azienda o di specifici beni, il tribunale dispone la ricerca di interessati all'acquisto disponendo l'apertura di un procedimento competitivo a norma delle disposizioni previste dal secondo comma del presente articolo». Tale norma impone, nel caso in cui si preveda la vendita dell'azienda, di un ramo di azienda o di beni specifici del debitore, l'instaurazione di procedure competitive, per ricercare, tramite le più ampie pubblicità, ulteriori soggetti interessati al bene, con i quali effettuare una gara per l'aggiudicazione del medesimo. Con ogni evidenza, la finalità della disposizione è quella di tutelare il ceto creditorio, garantendogli la massima soddisfazione possibile dalla vendita di assets aziendali e, specularmente, di evitare che le proposte concordatarie basate sulla cessione di azienda o di singoli cespiti vengano utilizzate in modo abusivo dal debitore. Il Tribunale di Mantova si è interrogato in ordine all'obbligatorietà di tali procedure competitive anche nel caso in cui la proposta di concordato preveda, per la soddisfazione dei creditori, l'utilizzo delle liquidità ricavate dalla vendita di beni di proprietà dei soci (precisamente, dei soci illimitatamente responsabili). Nel proprio iter argomentativo il collegio si è soffermato sul contenuto dell'art. 184, comma 2, L.F., a norma del quale «salvo patto contrario, il concordato della società ha efficacia nei confronti dei soci illimitatamente responsabili». Ebbene, a detta del Tribunale, tale disposizione determina unicamente l'estensione degli effetti della procedura concordataria ai soci illimitatamente responsabili, sotto il profilo dell'esdebitazione, ma non anche l'estensione del concordato al patrimonio dei soci (in questo senso, si sono espressi Trib. Cuneo 19 dicembre 2016 e Trib. Rimini 18 giugno 2015). Per questa ragione, essendo essi estranei alla procedura concordataria e alle regole che la disciplinano, il collegio ha concluso per la non applicabilità alle cessioni dei beni dei soci delle vendite competitive ex art. 163 bisL.F., limitate, al contrario, alle sole alienazioni di beni di proprietà della società.
Normativa e giurisprudenza
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