Prededuzione dei crediti dei professionisti e soddisfazione sul ricavato della vendita dei beni immobili oggetto di garanzia
28 Settembre 2021
Nell'ambito di un concordato di natura liquidatoria, il credito (prededucibile) dei professionisti che hanno svolto prestazioni funzionali alla presentazione della domanda può essere soddisfatto con preferenza rispetto agli altri solamente sul ricavato della vendita dei beni mobili e dei beni immobili non gravati da garanzie reali?
Caso pratico - Una società in stato di crisi, ai sensi dell'art. 161, comma 6, L.F. domandava al Tribunale di Bergamo l'accesso alla procedura di concordato preventivo, chiedendo altresì la concessione di un termine per depositare piano e proposta. Entro il termine stabilito, la debitrice depositava il piano di concordato. Questo aveva natura esclusivamente liquidatoria, prevedendo la soddisfazione di tutti i creditori tramite la cessione di tutti i cespiti aziendali. Precisamente, si contemplava il pagamento integrale dei crediti dei professionisti che avevano assistito la società nella procedura e, più in generale, di tutti i creditori prededucibili, mentre il pagamento parziale dei crediti privilegiati (con degradazione della parte non soddisfatta mediante il ricavato della vendita dei beni) e di quelli chirografari. Il Tribunale, verificata l'ammissibilità della proposta e del piano, apriva la procedura, fissando l'adunanza dei creditori. Nell'ambito del decreto di apertura, tuttavia, il collegio precisava i criteri che avrebbero dovuto essere rispettati nella ripartizione del ricavato della vendita dei beni per la soddisfazione della prededuzione prevista nel piano.
Spiegazioni e conclusioni - Il Tribunale di Bergamo, con il decreto di apertura di una procedura concordataria (che è oggetto di commento nella presente sede), ha avuto cura di precisare alla società debitrice i principi ai quali avrebbe dovuto attenersi nella soddisfazione dei crediti prededucibili, quali sono i diritti vantati dai professionisti che assistono la ricorrente nel deposito di piano e proposta. Come noto, la prededucibilità dei crediti è disciplinata da differenti disposizioni normative contenute nella legge fallimentare, collocate esclusivamente nel titolo dedicato alla procedura di fallimento. Precisamente, l'art. 111, comma 2, L.F. stabilisce che «sono considerati crediti prededucibili quelli così qualificati da una specifica disposizione di legge, e quelli sorti in occasione o in funzione delle procedure concorsuali di cui alla presente legge; tali debiti sono soddisfatti con preferenza ai sensi del primo comma n. 1)». Da una prima lettura di tale norma si evince come la prededuzione, individuata sulla base di un criterio cronologico e di uno teleologico, debba ricevere soddisfazione anteriormente a qualsiasi altra tipologia di credito (cfr. Cass.5 dicembre 2016, n. 24791). La stessa legge fallimentare, tuttavia, all'art. 111 bis L.F. specifica che i crediti prededucibili debbano essere soddisfatti «con il ricavato della liquidazione del patrimonio mobiliare e immobiliare, tenuto conto delle rispettive cause di prelazione, con esclusione di quanto ricavato dalla liquidazione dei beni oggetto di pegno ed ipoteca per la parte destinata ai creditori garantiti». L'ordinamento, dunque, prevede che il ricavato della vendita dei beni immobili gravati da ipoteca (e dei beni mobili gravati da pegno) venga destinato anzitutto ai creditori titolari della prelazione speciale immobiliare (o mobiliare). Ebbene, questa disciplina viene nuovamente ribadita dal Tribunale di Bergamo, il quale afferma che la soddisfazione dei crediti dei professionisti che hanno assistito la società debitrice nella predisposizione della domanda di concordato possa essere prioritaria rispetto agli altri creditori solamente rispetto alle liquidità ottenute mediante la cessione di beni, mobili o immobili, non gravati da garanzie reali. È bene ricordare, in ogni caso, come la giurisprudenza di merito, già in passato, abbia avuto occasione di precisare la portata dispositiva dell'art. 111 bis L.F., sostenendo che non sempre la prededuzione debba cedere il passo al privilegio ipotecario sul ricavato dell'alienazione dei beni che costituiscono oggetto di garanzia. Infatti, nel caso in cui i crediti prededucibili siano riconducibili a prestazioni specificamente rivolte ad amministrare i beni ipotecati, o che, comunque, abbiano generato utilità ai titolari delle garanzie, essi debbono soddisfarsi con preferenza anche rispetto agli stessi creditori ipotecari (Trib. Milano 1° aprile 2017). Inoltre, le spese generali, anch'esse di natura prededucibile, debbono gravare (anche) sui beni assoggettati a garanzia reale secondo il criterio della proporzionalità (Trib. Trapani 27 dicembre 2019).
Normativa e giurisprudenza
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