L'errore del difensore nell'individuazione dell'indirizzo PEC della cancelleria non determina la nullità dell'udienza celebrata senza contraddittorio

Paolo Grillo
03 Novembre 2021

“La nullità dell'udienza celebrata in assenza di contraddittorio non può essere dedotta da chi ha dato causa alla predetta invalidità”.
Massima

“La nullità dell'udienza celebrata in assenza di contraddittorio non può essere dedotta da chi ha dato causa alla predetta invalidità”.

Il caso

Nel periodo compreso tra Natale e Capodanno, in piena emergenza COVID, veniva fissata un'udienza dinanzi il Tribunale della Libertà de L'Aquila per decidere sul riesame avverso un'ordinanza applicativa della custodia domiciliare. Il giorno della vigilia di Natale del 2020 il difensore riceveva l'avviso dell'udienza camerale, nel quale è specificato che se avesse voluto partecipare da remoto mediante collegamento audiovisivo, avrebbe dovuto comunicare la propria intenzione inviando un messaggio di posta elettronica certificata all'indirizzo della cancelleria. Fatto ciò, l'avvocato si vedeva restituire un messaggio automatico nel quale compariva l'avviso di impossibilità di recapito poiché l'indirizzo del destinatario non risultava valido. Il giorno della vigilia di Capodanno l'udienza si celebrava in sua assenza, della quale si faceva menzione nel verbale. Avverso l'ordinanza emessa dal Tribunale, il difensore proponeva ricorso per violazione dell'art. 23, comma 5, d.l. n. 137/2020 (c.d. decreto Ristori) nella parte in cui dispone che “Le udienze penali che non richiedono la partecipazione di soggetti diversi dal pubblico ministero, dalle parti private, dai rispettivi difensori e dagli ausiliari del giudice possono essere tenute mediante collegamenti da remoto individuati e regolati con provvedimento del direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero della giustizia”. Dall'esame degli atti processuali, la Cassazione si avvedeva però che il difensore, nell'inviare la propria richiesta di partecipazione all'udienza, aveva erroneamente trascritto nell'apposito spazio l'indirizzo PEC della cancelleria.

La questione

La questione in esame è la seguente: può eccepirsi la nullità dell'udienza celebrata senza contraddittorio, nonostante la richiesta di parteciparvi sia stata inviata ad un indirizzo sbagliato?

Le soluzioni giuridiche

La Suprema Corte, con la sentenza in commento, ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso sollevato avverso l'impugnata ordinanza poiché la mancata partecipazione all'udienza non derivava da un vizio nell'instaurazione del contraddittorio e, in particolare, nella mancata adesione alla richiesta della difesa di attivare il collegamento audiovisivo, quanto piuttosto dall'errore materiale che quest'ultima commetteva nella digitazione dell'indirizzo PEC della cancelleria del Tribunale del Riesame. Per questa ragione, in forza dell'art. 182, comma 1, c.p.p., la nullità derivante dall'omissione del contraddittorio non può essere fatta valere da chi vi ha dato causa.

Osservazioni

La decisione si appoggia sulla piana interpretazione della lettera della legge. Ad essere più precisi, nel caso di specie nemmeno di nullità può parlarsi in ragione del fatto che la difesa – errando nella indicazione dell'indirizzo PEC - non ha, di fatto, manifestato validamente la propria intenzione di partecipare all'udienza da remoto. Quest'ultima, in realtà, si celebrava del tutto regolarmente in assenza del difensore che, dal canto suo, non può dolersi nemmeno della mancata risposta telefonica al tentativo di comunicare col personale di cancelleria.

La sentenza in esame, nel fondarsi tecnicamente sul concetto di nullità e su quello ad esso correlato di legittimazione a dedurne la sussistenza, si inscrive nel solco di quelle che, a vario titolo, pongono a carico dell'interessato l'onere di verificare il regolare funzionamento del sistema di inoltro e ricezione delle PEC.

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