Sovraindebitamento: liquidazione dei beni e crediti futuri

25 Novembre 2021

È possibile presentare domanda di liquidazione del patrimonio nel caso in cui il debitore non possegga beni e vanti solo crediti futuri?

È possibile presentare domanda di liquidazione del patrimonio nel caso in cui il debitore non possegga beni e vanti solo crediti futuri?

Il caso - Il caso riguarda un debitore sovraindebitato che offre ai creditori solo crediti futuri essendo proprietario di un'autovettura priva di valore economico e titolare, nel contempo, di crediti nascenti dalla propria attività.

La giurisprudenza ammette in prevalenza la possibilità di attivare la procedura sulla base dell'esegesi della L. 3/2012 e di un confronto con la disciplina del fallimento la cui struttura è stata riproposta dal legislaore nella normativa sul sovraindebitamento. A causa di pregressi impegni un soggetto si ritrova all'inizio del 2021 fortemente indebitato. L'attività lavorativa svolta è quella di personal trainer che aveva iniziato sette anni prima, avendo perduto la precedente occupazione.

Questa nuova attività subiva un considerevole decremento nel 2020 perché a causa del Covid la palestra utilizzata era stata chiusa. L'istruttore aveva cercato di allenare i clienti nel parco della sua cittadina; a parte tutte le restrizioni previste, ha potuto tuttavia svolgere tale attività nel 2020 solo per pochi mesi.

Nell'attualità aveva vari debiti, dovendo versare gli arretrati degli alimenti alla ex moglie per il mantenimento del figlio di undici anni, dovendo pagare le rate scadute del mutuo di ristrutturazione della casa di proprietà della madre, dovendo provvedere anche alle bollette per acqua, gas e luce scadute ed avendo contratto un credito al consumo di Euro 20.000 le cui rate scadute non erano state versate.

Il soggetto in questione è proprietario di un'autovettura di quindici anni. Ha alcuni crediti di varia entità per l'attività di personal trainer nei riguardi del proprietario della palestra in cui, prima del Covid, esercitava l'attività.

È possibile per lui presentare domanda di liquidazione del patrimonio in base alla legge sul sovraindebitamento?

La questione - La questione da esaminare, sottesa al caso di specie, riguarda la possibilità per il debitore di chiedere la liquidazione del patrimonio nel caso in cui sia privo di beni mobili e immobili ovvero sia titolare di beni privi di valore economico e possa offrire ai suoi creditori solo crediti che incasserà in futuro.

Sul punto è intervenuta più volte la giurisprudenza che ha risposto, per lo più, in senso positivo facendo riferimento ai seguenti motivi:

a) la liquidazione del sovraindebitato è strutturata secondo fasi mutuate dalla procedura fallimentare: basti pensare alla formazione del passivo, al programma di liquidazione, alla liquidazione competitiva dei beni. Ebbene, nessuno pensa che la dichiarazione di fallimento sia inammissibile a causa dell' assenza di beni mobili e immobili in capo al fallito e con un attivo costituto solo da crediti e di beni privi di valore economico come nel caso di specie. Appare dunque “irragionevole ritenere che la strada della liquidazione sia preclusa al sovraindebitato privo di beni, mentre è consentita l'istanza di fallimento in proprio da parte di un imprenditore privo di beni mobili e immobili” (Trib. Verona 20 dicembre 2018);

b) la circostanza evidenziata da alcuni, secondo cui il fallimento “si subisce” mentre la liquidazione “si chiede”, non è ritenuta sufficiente; lo stesso creditore, infatti, la può provocare chiedendo la conversione della procedura di composizione della crisi in quella di liquidazione ai sensi dell'art. 14 quater L. 3/2012. A ciò si aggiunga che per il nuovo Codice della crisi sarà possibile che la procedura di liquidazione controllata si apra su istanza non solo del debitore, ma anche del P.M. e dei creditori;

c) la tesi favorevole trova ulteriore conferma nella formula dell'art. 14 quinquies, lett. d), L. 3/2012 laddove si afferma che il Giudice ordina, quando il patrimonio comprende beni immobili o beni mobili registrati, la trascrizione del decreto, a cura del liquidatore”. L'avverbio “quando” evidenzierebbe e dimostrerebbe l'alternatività delle possibilità liquidatorie;

d) è poi da valutare che l'assenza di beni mobili e immobili non fa certo venir meno l' esigenza di nominare il liquidatore, figura essenziale nella liquidazione del patrimonio, visto che questi ha comunque anche il compito di recuperare la massa attiva, di occuparsi dell'accertamento dei crediti e di predisporre i piani di riparto (Trib. Rovigo 31 gennaio 2018);

e) da ultimo, è la medesima struttura dell'istituto che non consentirebbe di accedere ad una tesi negativa: “posto che (premessa maggiore) accordi e piani del consumatore sono senza alcun dubbio ammissibili qualora siano fondati su un attivo costituto solo da crediti, in assenza di un patrimonio immobiliare e mobiliare, e l'annullamento, la cessazione degli effetti dell'omologazione del piano del consumatore, il mancato pagamento entro 90 giorni dalla scadenza prevista alle amministrazioni pubbliche ed enti previdenziali, la risoluzione dell'accordo o la revoca, consentono la conversione degli stessi nella procedura di liquidazione – su istanza del debitore o dei creditori – ( premessa minore) deve necessariamente concludersi ( pena l'illogica interruzione del ragionamento sillogistico) che anche la liquidazione può presentarsi- ab origine – in difetto di compendio mobiliare ed immobiliare.” (Trib. Rovigo 31 dicembre 2018).

Sulla base di quanto evidenziato sarà dunque possibile procedere alla presentazione dell'istanza di liquidazione da parte del debitore. Il gestore della crisi dovrà peraltro accertare, pima che l'istanza sia presentata al Tribunale, l'esistenza e la natura del credito avvalendosi della documentazione e della collaborazione del primo.

Riferimenti normativi - Artt. 14 ter, 14 quater, 14 quinquies L. 3/2012; R.D. n. 267/1942

Bibliografia - F. Lamanna, Il nuovo Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (IV), Speciale Riforma, 2019, Giuffrè Francis Lefebvre, 59; F. Di Marzio (diretto da), Codice della crisi d'impresa, 2017, Giuffrè Editore.

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