Localizzazione e tracciamento: una nuova disciplina?

01 Dicembre 2021

La conversione in legge, con modificazioni, del d.l. n. 132/2021 – non risolve in termini espressi e univoci il problema della disciplina applicabile alle attività di localizzazione e tracciamento e dell'uso del sistema satellitare (GPS). Aspetti di rilievo delle attività di indagine, per i quali è indispensabile, se possibile in tempi brevi, giungere a valutazione condivise sulla riconducibilità - in tutto o in parte- delle stesse alle disposizioni di cui all'art. 132 d.lgs. n. 196/2003, convertito con modifiche dalla l. n. 178/2021, in vigore dal 30 novembre 2021.
Abstract

La conversione in legge, con modificazioni, del d.l. n. 132/2021 –non risolve in termini espressi e univoci il problema della disciplina applicabile alle attività di localizzazione e tracciamento e dell'uso del sistema satellitare (GPS). Aspetti di rilievo delle attività di indagine, per i quali è indispensabile, se possibile in tempi brevi, giungere a valutazione condivise sulla riconducibilità - in tutto o in parte- delle stesse alle disposizioni di cui all'art. 132 d.lgs. n. 196/2003, convertito con modifiche dalla l. n. 178/2021, in vigore dal 30 novembre 2021.

Premessa: il quadro pregresso

La ricerca della posizione e/o dello spostamento di un soggetto rappresentano attività spesso di assoluto rilievo nell'ambito di un procedimento penale: non solo – come è ovvio- al fine di ricerca della prova, quanto anche per prevenire o comunque monitorare possibili ulteriori attività penalmente rilevanti poste in essere dal soggetto/i sul quale vertono le investigazioni. In questa prospettiva è importante comprendere se e in quali termini le attività che sino a oggi costituiscono il “know how” investigativo sul punto debbano essere rivalutate in seguito alle modifiche apportate al sistema dagli interventi sulla disciplina dell'art 132 d.lgs. 196/2003, dopo la conversione con modificazioni del d.l.n. 132/2021. Con la legge n. 178/2021 in vigore dal 30 novembre 2021 Quello che è certo è che il legislatore, né nel decreto originario, né nella legge di conversione, ha ritenuto di fornire espresse indicazioni sul tema.

Ciò che rileva, nella nuova prospettiva, è come tale attività di monitoraggio viene posta in essere: l'alternativa è tra l'installazione di un GPS sul bersaglio (un veicolo o un device) o attraverso la localizzazione di precisione (cd. positioning) o il tracciamento derivati dalla triangolazione del segnale telefonico di un dispositivo già nella disponibilità del bersaglio.

Per fornire una risposta a questa domanda pare opportuno, in primo luogo, verificare le indicazioni della S.C. sul tema, distinguendo le due modalità tecniche con le quali viene perseguito il risultato sopra indicato.

Il rilevamento satellitare tramite GPS (relativamente ad es. alla posizione di un veicolo e dei suoi occupanti) consente di inquadrare specificamente la differenza tra computer-derived evidence (per la quale il dato digitale è oggetto diretto dell'investigazione) e computer-generated evidence (nel quale il dato digitale è lo “strumento” utilizzato per la ricostruzione di un fatto). In concreto, tale forma di monitoraggio consiste nella registrazione di segnali, privi di ogni carattere di riservatezza, in quanto provenienti dalla costellazione di satelliti G.P.S. in orbita attorno alla terra diffusi da apparecchi a irradiazione sferica.

Il Global Positioning System (GPS) è un sistema di radio-navigazione mondiale formato da una rete di satelliti (e di stazioni di terra) che utilizzano segnali a microonde trasmessi a dispositivi GPS per fornire informazioni su posizione, velocità, tempo e direzione di un veicolo, in grado di fornire dati di navigazione storici e in tempo reale su qualsiasi tipo di movimento.

Il dato fornito è di per sé un mero dato asettico, privo di valenza ai fini probatori se non corroborato da una particolareggiata annotazione redatta da U.P.G. chiamati poi a confermare in sede dibattimentale quanto constatato di persona. Il sistema di localizzazione satellitare si limita a segnalare una mera “posizione” di un oggetto (qualunque esso sia: autoveicolo, pacco, ecc…) nella maggior parte delle volte nella disponibilità del soggetto monitorato, ma non in modo esclusivo.

La S.C. ha precisato che mentre i risultati del pedinamento ordinario sono interamente affidati alla percezione sensoriale degli agenti di polizia giudiziaria che hanno eseguito le operazioni e, di conseguenza, possono essere acquisiti esclusivamente attraverso la loro testimonianza, nella diversa ipotesi della localizzazione satellitare i risultati dell'attività investigativa costituiscono il frutto di rilievi elettronici rappresentativi di una realtà spazio-temporale (Cass., sez. VI, n. 15396/2007, CED 239638). Inoltre, le norme in materia di intercettazioni telefoniche o di captazione del flusso di comunicazioni informatiche e telematiche non si applicano alla localizzazione nello spazio degli individui per mezzo di controlli satellitari, che non devono essere preventivamente autorizzati dal giudice per le indagini preliminari (Cass., sez. IV, n. 3017/2007, CED 238679; per Cass., sez. II, n. 21644/2013, CED 255542 non sarebbe necessario neppure il decreto motivato del P.M., rientrando tale attività nella competenza della P.G.).

Ancora la Cassazione ha precisato che mentre i risultati del pedinamento ordinario sono interamente affidati alla percezione sensoriale degli agenti di polizia giudiziaria che hanno eseguito le operazioni e, di conseguenza, possono essere acquisiti esclusivamente attraverso la loro testimonianza, nella diversa ipotesi della localizzazione satellitare, i risultati dell'attività investigativa costituiscono il frutto di rilievi elettronici rappresentativi di una realtà spazio-temporale. In questo senso, le norme in materia di intercettazioni telefoniche o di captazione del flusso di comunicazioni informatiche e telematiche non si applicano alla localizzazione nello spazio degli individui per mezzo di controlli satellitari, che non devono essere preventivamente autorizzati dal giudice per le indagini preliminari. Il provvedimento con cui il P.M. dispone l'installazione di un sistema di localizzazione dei veicoli (GPS) non necessita, pertanto, della preventiva autorizzazione del GIP, in quanto è diretto a disporre, mediante l'ausilio di impianti tecnici, un pedinamento e non un'intercettazione. (Cass., sez. II, n. 23172/2019, CED 276966).

Ontologicamente ed esclusivamente correlata allo strumento telefonico devono essere considerate le attività di localizzazione (cd. positioning) e di tracciamento, anche se sostanzialmente sovrapponibile risulta essere la finalità rispetto alla localizzazione tramite GPS.

Entrambe sono definite nel decreto 20 dicembre 2017 D.A.G. (Listino delle operazioni obbligatorie fornite dagli operatori di telecomunicazioni):

  • localizzazione: dati o informazioni concernenti le posizioni geografiche di riferimento relative alla identità tecnica assegnate al bersaglio, rese mediante piattaforma di localizzazione o mediante traffico per cella
  • tracciamento: dati o informazioni correlati alle chiamate, prodotte in presenza di una comunicazione attiva e comprensive per la rete mobile delle indicazioni geografiche di riferimento relative agli impianti di rete impegnati.

Sul tema, la S.C. ha chiarito che anche l'attività di positioning costituisce una forma di pedinamento satellitare, non tale da interferire sulla libertà e segretezza delle comunicazioni (cfr. Cass. sez. I, 13 maggio 2008, n. 21366, CED 240092).

Come è noto, l'attività di un telefono cellulare avviene tramite la connessione a una serie di antenne, ognuna dei quali “delimita” una cd “cella telefonica”. In funzione della connessione alle antenne, incrociando i dati riferibili a tali connessioni, opportunamente stimolate dall'operatore di appartenenza, nonché grazie allo studio dell'intensità del segnale proveniente dalla cella principale e dalle celle serventi adiacenti, oltre che del tempo di risposta (cd. Timing Advance), il sistema telefonico è in grado di individuare – spesso con grandissima precisione - la posizione del dispositivo telefonico all'interno di una singola cella (o i movimenti tra più celle) e quindi quella del suo verosimile utilizzatore. Queste informazioni sono raccolte ed elaborate continuamente ed indipendentemente dalla volontà dell'utilizzatore del telefono mobile e permangono sui server della MSC (Gateway-Mobile Switching Center) per un tempo estremamente limitato.

La “lettura” del problema dopo le modifiche all'art. 132 d.lgs. n. 196/2003

Si tratta, ora, di confrontare gli elementi sopra riassunti con la disciplina dell'art. 132 d.lgs. 196/2003, come recentemente modificata. In termini estremamente semplici, il P.M. può continuare a disporre l'attività di localizzazione tramite GPS o di localizzazione o tracciamento in via autonoma oppure si rende necessaria- e se sì, quando – l'autorizzazione del giudice per la richiesta dei dati al gestore?

Si tratta di questione di grande rilievo, in quanto accedendo alla seconda tesi, le attività sopra indicate- che venivano disposte non solo autonomamente dal p.m., ma per qualsiasi reato, con un decreto sommariamente motivato e senza sostanzialmente rischi di inutilizzabilità- verrebbero a essere anche limitate alle ipotesi stabilite dal nuovo art. 132 d.lgs. 196/2003 e potrebbero essere dichiarate inutilizzabili in caso di violazione delle disposizioni introdotte dalla legge di conversione (su questi temi si rinvia a C. PARODI, Convertito il decreto in tema tabulati: (quasi) tutto chiaro, in questa rivista, 19 novembre 2021). Non solo: anche sul piano pratico, la seconda opzione comporta un “aggravamento” delle attività delle procure e dell'ufficio GIP di non irrilevante momento nonché una “verifica” - in forza della disposizione transitoria introdotta con il provvedimento di conversione- sulla concreta utilizzabilità degli esiti dalle attività in oggetto. Esiti la cui utilità non sempre e non solo si risolve nella mera possibilità di “seguire” un soggetto, ma che spesso si traduce in una specifica esigenza probatoria.

La risposta, verosimilmente, non può essere univoca, almeno sul piano teorico.

L'attività di localizzazione di precisione e di tracciamento è strutturata sul funzionamento del sistema telefonico: come abbiamo visto sopra, le stesse avvengono tramite un incrocio di dati delle antenne della rete. È oggettivamente arduo ipotizzare- senza accollarsi un elevato rischio di potenziale inutilizzabilità - che le attività in oggetto possano essere escluse dal concetto di “traffico” telefonico disciplinato dall'art. 132 del d.lgs. n. 196/2003, come recentemente modificato e che, pertanto, sia ancora possibile un'acquisizione diretta e autonoma da parte del P.M., atteso che l'art. 121 del menzionato decreto definisce quali «dati relativi al traffico», qualsiasi dato sottoposto a trattamento ai fini della trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica o della relativa fatturazione.

Nel caso di GPS autonomamente presente sul dispositivo (ad es smartphone, tablet) già in uso all'indagato e che trasmette i dati della localizzazione attraverso captatore informatico, si deve rilevare che i moderni telefoni cellulari hanno installato, al loro interno, un ricevitore GPS: dal momento che la realizzazione del cosiddetto “Fix” richiederebbe troppo tempo e sarebbe ostacolata dai cosiddetti “canion urbani” questa risorsa tecnologica è stata affiancata dal sistema detto “Assisted GPS” che, tramite la connessione dati, fornisce dalla stazione radiobase che sostiene il terminale, l'elenco della costellazione dei satelliti “visibili” rendendo particolarmente istantaneo il fix della posizione del telefono anche in condizioni di scarsa visibilità del “cielo”.

Il flusso di informazioni inerente la posizione del terminale è bidirezionale - ossia dalla MSC al telefono e viceversa- è autonoma - cioè non evocata dall'utente- ed, è brevemente storicizzata nei server della Mobile Switching Center. Per quei dispositivi che non dispongono di GPS, come accade per i più semplici telefoni GSM, è attivamente utilizzato il Location Based Services, o LBS, comprendente una gamma molto vasta di servizi che forniscono informazioni all'utente in base alla sua posizione fisica penalizzato tuttavia da minor precisione. Anche queste informazioni non risiedono nel telefono mobile presso l'utilizzatore ma sono conoscibili solo presso il Gestore del Servizio. La tecnologia GPS ora integrata in praticamente tutti i nuovi smartphone, consente di tracciare con sufficiente precisione la posizione del telefono in qualunque parte del mondo, in tempo reale.

Il punto è che mentre il soggetto che ha la disponibilità del cellulare può conoscere (o decidere di fare conoscere a terzi) i dati sulla posizione, nel caso di utilizzo per localizzazione è necessario, attraverso un malware (sostanzialmente il captatore informatico) attingere a tali dati all'insaputa del soggetto monitorato.

Dal punto di vista meramente tecnico, le due metodiche si differenziano per il fatto che nel positioning di precisione i dati vengono attinti presso la struttura informatica del gestore del servizio, mentre ne caso del captatore la sorgente è rappresentata dal telefono infettato che diffonde le informazioni richieste su canale dati.

Sul piano giuridico, il quadro non cambia in quanto trattasi di attività che - oggi come prima della modifica oggetto di commento - deve essere autorizzata dal GIP, in quanto si svolge nell'ambito di un'attività di captazione. Essendo l'utilizzo del captatore di per sé subordinato all'autorizzazione da parte del GIP, i dati prodotti dal GPS del dispositivo “infettato” sono acquisibili dalla P.G. operante così come lo sono gli altri dati presenti sul dispositivo.

Per il motivo opposto, se consideriamo la localizzazione satellitare tramite GPS su veicolo, devono essere recuperate sul punto le considerazioni svolte dalla S.C. per questa ipotesi, laddove tale attività è stato ritenuta una forma di pedinamento alternativo e ricondotto alla categoria dei mezzi di ricerca della prova atipici, ex art 189 c.p.p., così che non assumerebbe valore caratterizzante il fatto che i dati contenenti l'indicazione della posizione e delle coordinate geografiche sono trasmessi alla P.G. mediante strumenti digitali. A conferma di ciò, per la S.C., l'eventuale indisponibilità del supporto informatico contenente l'originale dei tracciati non pregiudica l'attendibilità probatoria dei dati concernenti le coordinate degli spostamenti di un soggetto rilevati dal sistema e riversati nelle annotazioni della P.G.; l'attività di quest'ultima sarebbe priva di connotazioni interpretative o valutative, in quanto si limita a riportare nei propri atti dati storico oggettivi - segnatamente le coordinate rilevate dal sistema satellitare (Cass., sez. IV, n. 48279/2012, CED 253954). Nel caso di specie, pertanto, il dato digitale sarebbe semplicemente lo “strumento” utilizzato per la ricostruzione di un fatto storico: oggetto di accertamento non sono comunicazioni di qualsiasi natura- e quindi “traffico” - quanto la presenza e i movimenti di un soggetto sul territorio, a prescindere da condotte riferibili a quest'ultimo.

In questo caso il GPSnon trasmette dati telefonici o telematici riferibili al “bersaglio” per la semplice ragione che la SIM che trasmette alla P.G. i dati satellitari non appartiene al bersaglio, ma alla stessa P.G. La valutazione in merito a questa situazione dipende dall'interpretazione del concetto di traffico alla quale si vuole aderire. Nel caso del GPS i dati vengono trasmessi nell'ambito di attività riferibile in senso lato alla funzionalità dell'apparato installato direttamente sul mezzo sottoposto a monitoraggio (che di fatto risulta essere tecnicamente progettato per raccogliere i dati appoggiandosi alla rete satellitare e trasmetterli attraverso apposita interrogazione dell'operatore installante, a mezzo di una scheda SIM di proprietà di quest'ultimo, quindi non attribuibile in termini di utilizzo personale al bersaglio), così che si può ipotizzare ancora la possibilità di utilizzo autonomo da parte del P.M.

In conclusione

  • Dopo le modifiche apportate al d.lgs. 196/2003 dal provvedimento di conversione del d.l. n. 132/2021 (l. n. 178/2021) la localizzazione di precisione e il tracciamento sono verosimilmente soggette alla nuova disciplina in tema di acquisizione di tabulati.
  • La localizzazione tramite il GPS preinstallato sui moderni telefoni cellulari, è acquisibile in tempo reale mediante captatore informatico (la cui installazione era ed è soggetta ad autorizzazione da parte del GIP).
  • In caso di installazione di GPS su veicolo, trattasi di dati non riferibili al concetto di “traffico” telefonico o telematico riferibile al soggetto monitorato e si può – allo stato- ancora ipotizzare un utilizzo in via autonoma da parte del P.M.
Guida all'approfondimento

C. PARODI, Convertito il decreto in tema tabulati: (quasi) tutto chiaro, in questa rivista, 19 novembre 2021

G. PESTELLI, Convertito in legge il D.L. 132/2021: le modifiche apportate (e quelle mancate) in materia di tabulati, in quotidianogiuridico.it, 18 novembre 2021

A. SERRANI, Sorveglianza satellitare GPS: un'attività investigativa ancora in cerca di garanzie, in Arch. Pen., n 3/2013

Un particolare ringraziamento al dr. Salvatore Marsocci e agli UPG Salvatore Lombardo, Lorenzo Ghirardi, Mario Pozzato e Giancarlo Cucinotta per le preziose indicazioni tecniche e operative.

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