Osservatorio sulla Cassazione – Novembre 2021
15 Dicembre 2021
Fallimento e rivendica di beni mobili gravati da riserva di proprietà Cass. civ., sez. I, 24 novembre 2021, n. 36541 – sent. Il terzo opponente che reclami la proprietà di beni mobili venduti con patto di riservato dominio, non è tenuto - nemmeno dopo la scadenza del termine di rateazione del prezzo - a fornire altra prova, oltre quella del contratto dedotto a fondamento dell'opposizione. Spetta a chi resiste all'opposizione di provare che il pagamento del prezzo è integralmente avvenuto e che, pertanto, la vendita ha prodotto l'effetto reale del trasferimento della proprietà della cosa al compratore.
Le norme del Codice della crisi non sono ancora applicabili ai procedimenti per bancarotta pendenti Cass. pen., sez. V, 22 novembre 2021, n. 42647 - sent. Le norme del codice della crisi di impresa di interesse in questa sede entreranno in vigore il 16 maggio 2022, all'esito del differimento operato dal d.l. n. 118/2021: nessuna questione può porsi circa il rapporto tra le future norme del codice della crisi di impresa e le fattispecie di bancarotta in esse contemplate rispetto alle norme vigenti. In un procedimento pendente per bancarotta, non possono trovare accoglimento le deduzioni del ricorrente sull'illegittimità costituzionale della norma transitoria di cui all'art. 390 CCI, in quanto implicano un inammissibile sindacato preventivo di legittimità costituzionale che potrà porsi in ipotesi solo con l'entrata in vigore delle norme del Codice di interesse.
Concordato preventivo non omologato seguito dal fallimento: competenza per la liquidazione del compenso spettante al commissario giudiziale Cass. civ., sez. I, 11 novembre 2021, n. 33364 – sent. In tema di procedure concorsuali, il rinvio compiuto dall'art. 165, comma 2, l. fall. all'art. 39 l.fall. - il cui comma 3 prevede che la liquidazione del compenso finale avvenga "al termine della procedura" - comporta che, a seguito della chiusura, per qualsiasi causa, della procedura concordataria, il tribunale competente sulla regolazione del concorso abbia ancora il potere di provvedere alla liquidazione del compenso dovuto al commissario giudiziale, una volta che tutte le sue attività si siano concluse. Pertanto, a fronte della declaratoria d'inammissibilità e della conseguente chiusura “patologica” della procedura concordataria, il tribunale resta tenuto a liquidare i compensi dell'organo concorsuale cessato.
Comunicazione del curatore ex art. 97 l. fall. ed omessa informazione del diritto di proporre opposizione Cass. civ., sez. I, 11 novembre 2021, n. 33622 – sent. La verifica dello stato passivo è un procedimento di natura contenziosa, che instaura un contraddittorio collettivo, esteso a tutti i creditori partecipanti, il cui interesse è di conoscere sia l'esito della propria domanda, che di quelle dei concorrenti. La comunicazione della dichiarazione di esecutività dello stato passivo ex art. 97 l.fall., inviata dal curatore fallimentare a tutti i creditori, compresi gli esclusi, è idonea a far decorrere il termine perentorio di 30 giorni per la proposizione dell'opposizione, anche nel caso in cui la stessa sia sprovvista dell'informazione del loro diritto ad opporsi al mancato accoglimento delle domande di insinuazione al passivo. L'omissione di questa informazione non rappresenta motivo di nullità espressa della comunicazione, né può configurarsi ex art. 97 l.fall., né può configurarsi, nella specie, un'ipotesi di sua nullità c.d. "virtuale" ai sensi dell'art. 156, comma 2, c.p.c.
S.r.l. trasformata in società semplice: sì al fallimento entro l'anno dalla cancellazione Cass. civ., sez. I, 9 novembre 2021, n. 32659 - sent. La società di capitali trasformatasi in società semplice, non svolgente attività commerciale e, come tale sottratta al fallimento, può essere dichiarata fallita entro un anno dalla sua cancellazione dalla sezione ordinaria del registro delle imprese e la iscrizione della società di persone nella sezione speciale del registro delle imprese anche a lei riservata, essendo la cancellazione evento evidenziante verso i terzi la cessazione dell'attività commerciale.
Reclamo avverso la sentenza di fallimento ex art. 18 l. fall. Cass. civ., sez. VI - 1, 3 novembre 2021, n. 31531 – ord. Il reclamo avverso la sentenza dichiarativa di fallimento ex art. 18 l.fall. deve contenere l'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto su cui si basa l'impugnazione e le relative conclusioni, ancorché non sia richiesta l'indicazione degli "specifici motivi" di cui agli artt. 342 e 345 c.p.c., sicché tale mezzo non ha carattere pienamente devolutivo restando l'ambito dell'impugnazione circoscritto alle sole questioni tempestivamente dedotte dal reclamante, in ciò differenziandosi dal reclamo avverso il decreto di rigetto di cui all'art. 22 l.fall., che non richiede particolari forme volte a delinearne il contenuto ed ha piena natura devolutiva, attribuendo alla corte d'appello il riesame completo della res iudicanda.
Rifinanziamento ipotecario di debiti chirografari: la banca risponde di bancarotta Cass. civ., sez. I, 3 novembre 2021, n. 31513 - ord. In tema di bancarotta preferenziale, integra gli estremi della simulazione di prelazione di cui all'art. 216, comma 3, parte II, l. fall., la condotta di un'impresa che, prima o durante la procedura concorsuale, consegua da una banca creditrice mutui fondiari garantiti da ipoteca immobiliare utilizzati per il ripianamento di propri preesistenti debiti verso la stessa banca, così trasformandosi i crediti vantati da quest'ultima verso l'impresa da chirografari in privilegiati e, quindi, costituendosi un titolo di prelazione in danno di ogni altro creditore.
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