Decreto legislativo - 18/04/2016 - n. 50 art. 57 - (Cataloghi elettronici)1

Germana Lo Sapio

(Cataloghi elettronici)1

[1. Nel caso in cui sia richiesto l'uso di mezzi di comunicazione elettronici, le stazioni appaltanti possono chiedere che le offerte siano presentate sotto forma di catalogo elettronico o che includano un catalogo elettronico. Le offerte presentate sotto forma di catalogo elettronico possono essere corredate di altri documenti, a completamento dell'offerta.

2. I cataloghi elettronici sono predisposti dai candidati o dagli offerenti per la partecipazione a una determinata procedura di appalto in conformità alle specifiche tecniche e al formato stabiliti dalle stazioni appaltanti. I cataloghi elettronici, inoltre, soddisfano i requisiti previsti per gli strumenti di comunicazione elettronica nonché gli eventuali requisiti supplementari stabiliti dalle stazioni appaltanti conformemente all'articolo 52.

3. Quando la presentazione delle offerte sotto forma di cataloghi elettronici è accettata o richiesta, le stazioni appaltanti:

a) nei settori ordinari, lo indicano nel bando di gara o nell'invito a confermare interesse, quando il mezzo di indizione di gara è un avviso di preinformazione; nei settori speciali, lo indicano nel bando di gara, nell'invito a confermare interesse, o, quando il mezzo di indizione di gara è un avviso sull'esistenza di un sistema di qualificazione, nell'invito a presentare offerte o a negoziare;

b) indicano nei documenti di gara tutte le informazioni necessarie ai sensi dell'articolo 52,commi 8 e 9, relative al formato, al dispositivo elettronico utilizzato nonché alle modalità e alle specifiche tecniche per il catalogo.

4.Quando un accordo quadro è concluso con più operatori economici dopo la presentazione delle offerte sotto forma di cataloghi elettronici, le stazioni appaltanti possono prevedere che la riapertura del confronto competitivo per i contratti specifici avvenga sulla base di cataloghi aggiornati. In tal caso, le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori utilizzano, alternativamente, uno dei seguenti metodi:

a) invitano gli offerenti a ripresentare i loro cataloghi elettronici, adattati alle esigenze del contratto in questione;

b) comunicano agli offerenti che intendono avvalersi delle informazioni raccolte dai cataloghi elettronici già presentati per costituire offerte adeguate ai requisiti del contratto in questione, a condizione che il ricorso a questa possibilità sia stato previsto nei documenti di gara relativi all'accordo quadro.

5. Le stazioni appaltanti, in caso di riapertura del confronto competitivo per i contratti specifici in conformità al comma 4, lettera b), indicano agli offerenti la data e l'ora in cui intendono procedere alla raccolta delle informazioni necessarie per costituire offerte adattate ai requisiti del contratto specifico e danno agli offerenti la possibilità di rifiutare tale raccolta di informazioni.

Le stazioni appaltanti prevedono un adeguato periodo di tempo tra la notifica e l'effettiva raccolta di informazioni. Prima dell'aggiudicazione dell'appalto, le stazioni appaltanti presentano le informazioni raccolte all'offerente interessato, in modo da offrire la possibilità di contestare o confermare che l'offerta così costituita non contiene errori materiali.

6. Le stazioni appaltanti possono aggiudicare appalti basati su un sistema dinamico di acquisizione richiedendo che le offerte per un appalto specifico siano presentate sotto forma di catalogo elettronico. Le stazioni appaltanti possono, inoltre, aggiudicare appalti basati su un sistema dinamico di acquisizione conformemente al comma 4, lettera b), e al comma 5, a condizione che la domanda di partecipazione al sistema dinamico di acquisizione sia accompagnata da un catalogo elettronico in conformità con le specifiche tecniche e il formato stabilito dalla stazione appaltante. Tale catalogo è completato dai candidati, qualora sia stata comunicata l'intenzione della stazione appaltante di costituire offerte attraverso la procedura di cui al comma 4, lettera b).]

[1] Articolo abrogato dall'articolo 226, comma 1, del D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36, con efficacia a decorrere dal 1° luglio 2023, come stabilito dall'articolo 229, comma 2. Per le disposizioni transitorie vedi l'articolo 225 D.Lgs. 36/2023 medesimo.

Inquadramento

I cataloghi elettronici costituiscono uno strumento innovativo rispetto alla precedente disciplina di e-procurement contenuta nel d.lgs. n. 163/2006 che costituisce una specifica strategia dell'Unione Europea (su cui, in generale, cfr. commento art. 56).

Nel codice previgente veniva indicata solo la subfornitura a catalogo di prodotti informatici, tra le categorie di forniture o servizi, che, per le loro specificità, non costituivano subappalto e, quindi, non erano sottoposte al procedimento di autorizzazione dell'art. 118 del d.lgs. n. 163/2006; anche se una forma di acquisti a catalogo tuttavia è rinvenibile nel Mercato elettronico delle pubbliche amministrazioni (MEPA) di cui all'attuale comma 6 dell'art. 36, e prima ancora dell'art. 328, comma 1, del d.P.R. n. 207/2010 (peraltro obbligatorio ai sensi dell'art. 1, comma 450, della l. n. 296/2006, l. finanziaria 2007 nell'ambito delle procedure sotto soglia).

Un riferimento agli acquisti effettuati a catalogo si rinviene, nella lett. cccc) dell'art. 3 del d.lgs. n. 50/2016, che definisce «strumenti di acquisto», gli strumenti di acquisizione che non richiedono apertura del confronto competitivo. Rientrano tra gli strumenti di acquisto: a) le convenzioni quadro Consip e dei soggetti aggregatori; b) gli accordi quadro stipulati da centrali di committenza quando gli appalti specifici vengono aggiudicati senza riapertura del confronto competitivo; c) il mercato elettronico realizzato da centrale di committenza nel caso di «acquisti effettuati a catalogo».

I cataloghi elettronici consistono in una specifica forma di presentazione e gestione delle offerte, che le amministrazioni possono pretendere nel caso in cui sia richiesto l'uso di mezzi di comunicazione elettronica (invero obbligatorio, secondo la regola generale di cui all'art. 52, salvo le eccezioni tassative ivi previste). Nel caso di offerta mediante catalogo elettronico le informazioni relative ai beni, ai servizi e ai lavori hanno formato nativo digitale e ciò consente di riutilizzare e trattare in modo automatico il dato, con la conseguente attivazione dei benefici in termini di semplificazione, economicità e trasparenza delle procedure, specie con riguardo a commesse «ripetitive» e comuni a più stazioni appaltanti. La disciplina innovativa riservata ai cataloghi elettronici nelle direttive conferma pertanto l'attenzione del legislatore europeo verso la «digitalizzazione» delle procedure di appalto, costituendo il logico completamento della previsione dell'utilizzo obbligatorio e prioritario dei mezzi di comunicazione elettronica nella specifica fase della presentazione dell'offerta.

Sotto il profilo dell'efficienza, è stato peraltro osservato che i mezzi di comunicazione elettronici sono peraltro particolarmente idonei a sostenere pratiche e strumenti di centralizzazione delle committenze grazie alle possibilità che offrono per il riutilizzo e il trattamento automatico dei dati, nonché per la riduzione dei costi legati all'informazione e alle transazioni (Caringella).

La spinta euro-unitaria all'utilizzo di cataloghi elettronici e la standardizzazione dei formati

Il par. 1 dell'art. 36 della direttiva 2014/24/UE e l'art. 1 dell'art. 54 della direttiva 2014/25/UE conferivano agli Stati membri la facoltà di «rendere obbligatorio l'uso di cataloghi elettronici per alcuni tipi di appalti». Tale opzione non è però stata esercitata dal legislatore italiano in sede di trasposizione delle direttive.

L'attenzione verso lo strumento quale modalità concreta per applicare, in fase di formulazione dell'offerta, le modalità peraltro oramai comuni anche all'e-commerce tra privati è confermata dalla valorizzazione dei cataloghi elettronici nel Considerando 68 della direttiva 2014/24/UE che prende l'abbrivio proprio dalla diffusione delle tecniche di acquisto elettronico: «Si assiste al costante sviluppo di nuove tecniche di acquisto elettronico, ad esempio attraverso cataloghi elettronici. I cataloghi elettronici sono un formato per la presentazione e organizzazione delle informazioni in un modo comune per tutti gli offerenti e che si presta al trattamento elettronico. Le offerte presentate in forma di foglio elettronico potrebbero essere un esempio. (...). I cataloghi elettronici consentono un aumento della concorrenza e dell'efficacia della commessa pubblica, in particolare in termini di risparmi di tempo e denaro» Sul presupposto del principio di neutralità degli strumenti digitali e dell'effettivo uso degli stessi secondo i canoni che regolano il settore dei contratti pubblici ma anche in ottica di flessibilità e dinamicità delle procedure di acquisto, viene peraltro precisato che «occorre tuttavia stabilire alcune norme in modo che il loro utilizzo avvenga nel rispetto della presente direttiva e dei principi di parità di trattamento, di non discriminazione e di trasparenza. Di conseguenza, l'uso dei cataloghi elettronici per la presentazione di offerte non dovrebbe comportare la possibilità che gli operatori economici si limitino alla trasmissione del loro catalogo generale. Gli operatori economici dovrebbero continuare a dover adattare i loro cataloghi generali per la procedura d'appalto specifica. Tale adattamento fa sì che il catalogo trasmesso in risposta a una determinata procedura d'appalto contenga solo prodotti, lavori o servizi che secondo gli operatori economici, previo esame attivo, corrispondono a quanto richiesto dall'amministrazione aggiudicatrice. In tal modo dovrebbe essere consentito agli operatori economici di copiare informazioni contenute nel loro catalogo generale, ma non dovrebbe essere permesso loro di presentare il catalogo generale in quanto tale. Inoltre, se vengono offerte garanzie sufficienti per assicurare la tracciabilità, la parità di trattamento e la prevedibilità, le amministrazioni aggiudicatrici dovrebbero avere la facoltà di elaborare offerte per acquisti specifici sulla base di cataloghi elettronici precedentemente trasmessi, in particolare se la concorrenza è stata riaperta nell'ambito di un accordo quadro o se viene utilizzato un sistema dinamico di acquisizione. Laddove l'amministrazione aggiudicatrice abbia elaborato un'offerta, l'operatore economico interessato dovrebbe avere la facoltà di verificare che l'offerta così costituita dall'amministrazione aggiudicatrice non contenga errori materiali. Se esistono errori materiali, l'operatore economico interessato non dovrebbe essere vincolato dall'offerta elaborata dall'amministrazione aggiudicatrice a meno che l'errore venga corretto. In linea con i requisiti delle norme in materia di mezzi di comunicazione elettronici, le amministrazioni aggiudicatrici dovrebbero evitare ostacoli ingiustificati all'accesso degli operatori economici alle procedure di appalto in cui le offerte devono essere presentate in forma di cataloghi elettronici e che assicurano il rispetto dei principi generali di non discriminazione e di parità di trattamento».

Con un approccio molto più incisivo quanto alle condizioni necessarie per rendere efficace l'utilizzo dei cataloghi elettronici, il Considerando 66 della direttiva 2014/25/UE sottolinea che «Formati tecnici o processi e standard di messaggistica diversi tra loro potrebbero ostacolare l'interoperabilità non solo all'interno degli Stati membri, ma soprattutto anche tra gli Stati membri. Per esempio, per partecipare a una procedura d'appalto in cui è permesso o richiesto l'uso di cataloghi elettronici, ossia un formato per la presentazione e organizzazione delle informazioni comune a tutti gli offerenti che si presta al trattamento elettronico, gli operatori economici sarebbero obbligati, in mancanza di standardizzazione, ad adattare i propri cataloghi a ciascuna procedura d'appalto, con la conseguenza di fornire informazioni molto simili tra loro in diversi formati a seconda delle specifiche degli enti aggiudicatori interessati. La standardizzazione dei formati del catalogo aumenterebbe pertanto il livello di interoperabilità e l'efficienza e ridurrebbe anche lo sforzo richiesto agli operatori economici».

I requisiti tecnici e i principi cui devono ispirarsi

In sede di trasposizione, il legislatore italiano ha previsto che i cataloghi elettronici debbano soddisfare i requisiti previsti per gli strumenti di comunicazione elettronica nonché gli eventuali requisiti supplementari stabiliti dalle stazioni appaltanti; requisiti che, in linea con il principio della standardizzazione, devono essere conformi alle regole di cui all'art. 52. Tale norma, che recepisce gli artt. 22 della direttiva 2014/24/UE e 40 della direttiva 2014/25/UE, prevede non solo l'obbligo di utilizzare per tutte le comunicazioni e gli scambi di informazioni i mezzi di comunicazione elettronica, ma indica anche i criteri per la scelta delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione i quali «hanno carattere non discriminatorio, sono comunemente disponibili e compatibili con i prodotti TIC generalmente in uso e non limitano l'accesso degli operatori economici alla procedura di aggiudicazione».

Rinviando al commento specifico, può peraltro osservarsi in questa sede che l'art. 52 prevede l'obbligo generale dell'uso di mezzi di comunicazione elettronici nelle procedure di gara e alcune eccezioni tassative che però devono essere oggetto di una specifica motivazione e che, soprattutto, la regola generale che già trovava, nell'ordinamento giuridico vigente fino al 2020, un supporto normativo nell'art. 5-bis comma 1 del d.lgs. n. 85/2005 (CAD) «Comunicazioni tra imprese e amministrazioni pubbliche», secondo cui «la presentazione di istanze, dichiarazioni, dati e lo scambio di informazioni e documenti, anche a fini statistici, tra le imprese e le amministrazioni pubbliche avviene esclusivamente utilizzando le tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Con le medesime modalità le amministrazioni pubbliche adottano e comunicano atti e provvedimenti amministrativi nei confronti delle imprese» e che oggi si deve collocare nel più ampio principio di digitalizzazione dei procedimenti amministrativi di cui all'art. 3-bis della l. n. 241/90, come novellato dall'art. 12 comma 1 lett. b) del d.l. n. 76/2020 convertito dalla l. n. 120/2020: «per conseguire maggiore efficienza nella loro attività, le amministrazioni pubbliche agiscono mediante strumenti informatici e telematici, nei rapporti interni, tra le diverse amministrazioni e tra queste e i privati».

Con specifico riguardo alle offerte, l'art. 52 comma 7, oltre a richiamare i requisiti di cui all'allegato XI relativi agli strumenti e ai dispositivi di ricezione elettronica delle offerte, delle domande di partecipazione, delle domande di qualificazione, nonché dei piani e progetti nei concorsi, prevede che l'amministrazione metta a disposizione dei soggetti interessati le informazioni sulle specifiche per la presentazione delle offerte alle quali dovranno conformarsi i cataloghi elettronici presentati dagli offerenti.

La disciplina sulla concreta operatività dell'istituto

Il catalogo elettronico costituisce una peculiare modalità di articolazione delle offerte, i cui vantaggi in termini di generazione di «banche dati» – con la conseguente interoperabilità anche tra amministrazioni diverse – dipende pertanto, come sottolineato dal Considerando n. 66 della direttiva 2014/25/UE, dalla effettiva standardizzazione dei formati del catalogo medesimo, i quali devono essere indicati ex ante dalle stazioni appaltanti.

Le amministrazioni che intendono utilizzare tale strumento sono tenute ad inserire nei documenti di gara tutte le informazioni necessarie alla partecipazione; dal lato dell'offerta, gli operatori devono presentare le offerte nella forma di cataloghi elettronici adeguandosi alle specifiche tecniche e al formato stabilito nella lex specialis, ovviamente con specifico riguardo all'oggetto della prestazione in gara (bene, servizio, lavoro) e corredando l'offerta della documentazione ulteriore «a completamento» (comma 1). I cataloghi sono predisposti pertanto in relazione ad una specifica procedura, secondo i requisiti previsti per ogni mezzo di comunicazione elettronica e quelli specifici previsti dalla stazione appaltante, come già osservato, secondo i principi di cui all'art. 52 (comma 2).

Nei settori ordinari tali informazioni devono essere riportate nel bando di gara o nell'invito a confermare interesse, quando il mezzo di indizione della gara è l'avviso di preinformazione; mentre nei settori speciali, nel bando di gara, nell'invito a confermare interesse o nell'invito a presentare offerte o a negoziare, quando la gara è stata indetta con un avviso sull'esistenza di un sistema di qualificazione (comma 3).

Nell'ambito dell'accordo quadro, laddove sia consentita la presentazione delle offerte mediante cataloghi elettronici, l'eventuale apertura del confronto competitivo per i contratti specifici si effettua sulla base di cataloghi aggiornati. In tali casi l'offerente viene invitato a ripresentare il catalogo adattato alle esigenze della stazione appaltante ovvero avvalendosi delle informazioni già presentate (comma 4) e gli deve essere comunque consentita la possibilità di «contestare o confermare che l'offerta così costituita non contiene errori materiali» (comma 5).

L'uso dei cataloghi elettronici è ovviamente ammesso anche nell'ipotesi di sistema dinamico di acquisizione, potendo le amministrazioni richiedere che per un appalto specifico l'offerta sia presentata sotto forma di catalogo elettronico (comma 6).

Bibliografia

Caringella, Manuale dei contratti pubblici. Principi e applicazioni, Roma, 2021; Cresta, Procedure elettroniche e strumenti di acquisto telematici nel nuovo codice dei contratti pubblici, in Urb. app., 2016, 981; Ferrante, Altre procedure e tecniche di affidamento: dagli accordi quadro alle procedure gestite interamente con sistemi telematici in Caringella, Giustiniani, Mantini (a cura di), Trattato dei contratti pubblici, Roma, 2021.

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