Decreto legislativo - 18/04/2016 - n. 50 art. 90 - (Elenchi ufficiali di operatori economici riconosciuti e certificazioni)1

Marco Giustiniani

(Elenchi ufficiali di operatori economici riconosciuti e certificazioni)1

[1. Gli operatori economici iscritti in elenchi ufficiali di imprenditori, fornitori o prestatori di servizi o che siano in possesso di una certificazione rilasciata da organismi accreditati per tali certificazioni ai sensi del regolamento (CE) n.765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio di cui all'allegato XIII possono presentare alla stazione appaltante, per ogni appalto, un certificato d'iscrizione o il certificato rilasciato dall'organismo di certificazione competente. Tali certificati indicano le referenze che consentono l'iscrizione negli elenchi o di ottenere il rilascio della certificazione nonché la relativa classificazione.

2. Le amministrazioni o gli enti che gestiscono gli elenchi e gli organismi di certificazione di cui al comma 1, presso cui le domande vanno presentate, comunicano alla Cabina di regia di cui all'articolo212 i propri dati entro tre mesi dall'entrata in vigore del presente codice ovvero dall'istituzione di nuovi elenchi o albi o di nuovi organismi di certificazione e provvedono altresì all'aggiornamento dei dati comunicati. Nei trenta giorni successivi al loro ricevimento la Cabina di regia cura la trasmissione di tali dati alla Commissione europea e agli altri Stati membri.

3. Per gli operatori economici facenti parte di un raggruppamento che dispongono di mezzi forniti da altre società del raggruppamento, l'iscrizione negli elenchi o il certificato indicano specificamente i mezzi di cui si avvalgono, chi ne sia proprietario e le relative condizioni contrattuali.

4. L'iscrizione di un operatore economico in un elenco ufficiale o il possesso del certificato rilasciato dal competente organismo di certificazione costituisce presunzione d'idoneità ai fini dei requisiti di selezione qualitativa previsti dall'elenco o dal certificato.

5. I dati risultanti dall'iscrizione negli elenchi ufficiali o dalla certificazione, per i quali opera la presunzione di idoneità di cui al comma 4, possono essere contestati con qualsiasi mezzo di prova in sede di verifica dei requisiti degli operatori economici da parte di chi vi abbia interesse. Per quanto riguarda il pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali e il pagamento delle imposte e tasse, per ogni appalto, può essere richiesta un'attestazione supplementare ad ogni operatore economico.

6. Le stazioni appaltanti applicano i commi 1 e 5 del presente articolo solo agli operatori economici stabiliti sul territorio nazionale.

7. I requisiti della prova per i criteri di selezione qualitativa previsti dall'elenco ufficiale o dalla certificazione devono risultare conformi all'articolo 86 e, ove applicabile, all'articolo 87. Gli operatori economici possono chiedere in qualsiasi momento l'iscrizione in un elenco ufficiale o il rilascio del certificato. Essi sono informati entro un termine ragionevole, fissato ai sensi dell'articolo 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni, della decisione dell'amministrazione o ente che redige l'elenco o dell'organismo di certificazione competente2.

8. L'iscrizione in elenchi ufficiali o la certificazione non possono essere imposte agli operatori economici degli altri Stati membri in vista della partecipazione ad un pubblico appalto. Le stazioni appaltanti riconoscono i certificati equivalenti di organismi stabiliti in altri Stati membri. Esse accettano altresì altri mezzi di prova equivalenti.

9. Sono messe a disposizione degli altri Stati membri che ne facciano richiesta le informazioni relative ai documenti presentati dagli operatori economici per provare il possesso dei requisiti necessari per l'iscrizione negli elenchi ufficiali di cui al comma 1 ovvero, per gli operatori di altri Stati membri, il possesso di una certificazione equivalente.

10. Gli elenchi sono soggetti a pubblicazione sul profilo di committente e sul casellario informatico dell'ANAC.]

[1] Articolo abrogato dall'articolo 226, comma 1, del D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36, con efficacia a decorrere dal 1° luglio 2023, come stabilito dall'articolo 229, comma 2. Per le disposizioni transitorie vedi l'articolo 225 D.Lgs. 36/2023 medesimo.

[2] Comma modificato dall'articolo 57 del DLgs. 19 aprile 2017, n. 56.

Inquadramento

L'art. 90 del d.lgs. n. 50/2016 è una delle norme di maggiore semplificazione procedurale presente nella disciplina codicistica in materia di contratti pubblici.

La disposizione in commento – che recepisce l'art. 64 della Direttiva n. 2014/24/UE – si pone in sostanziale continuità con l'art. 45 del previgente Codice (d.lgs. n. 163/2006) e con la disciplina vigente in materia di forniture (art. 18 del d.lgs. n. 352/1992) e di servizi (art. 17 del d.lgs. n. 157/1995) tra gli Anni Novanta e l'inizio degli Anni Duemila.

La disposizione è – al pari di altre disposizioni del Codice – molto strutturata. Si compone di complessivi 10 commi. In dettaglio: i commi 1 e 4 fissano i principi generali di funzionamento del sistema di qualificazione attraverso «elenchi ufficiali» e «certificazioni»; i commi 2, 3, 7, 9 e 10 riguardano espressamente le modalità di istituzione, di operatività e di gestione degli elenchi e dei sistemi di certificazione dal punto di vista delle amministrazioni, degli enti e/o degli organismi che tali sistemi ed elenchi hanno istituito o gestiscono; i commi 5, 6 e 8 disciplinano la fase di utilizzo dell'iscrizione o della certificazione nell'ambito della partecipazione alla singola gara, le modalità di contestazione e i confini applicativi della norma in analisi agli operatori di altri Stati membri.

L'intento del Legislatore è quello di introdurre strumenti alternativi (rispetto alle ordinarie modalità di comprova dei requisiti per l'accesso a commesse di servizi e forniture) per la dimostrazione dei requisiti di idoneità tecnica o economico-finanziaria (e si ritiene anche di quelli di ordine generale, assumendo come generica l'espressione «selezione qualitativa» contenuta nell'art. 90) dei concorrenti, incidendo così in senso riduttivo sulle tempistiche di svolgimento delle procedure di affidamento.

Ambito di applicazione.

Da un punto di vista oggettivo, la disposizione è applicabile a:

a) i contratti di appalto nei settori ordinari;

b) i contratti di concessione in virtù del richiamo generale contenuto all'art. 164, comma 2, del d.lgs. n. 50/2016;

c) i contratti pubblici nei settori speciali, giusto il richiamo specifico di cui all'art. 133, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 50/2016 e ferma restando la facoltà degli enti aggiudicatori di istituire e gestire un sistema di qualificazione ad hoc degli operatori economici ai sensi degli artt. 128 e 134.

Sotto il profilo soggettivo, l'iscrizione in elenchi ufficiali o il rilascio di specifiche certificazioni sembra riguardare non solo i fornitori e i prestatori di servizi, ma anche gli esecutori di lavori. In effetti, il comma 1 dell'art. 90 si riferisce genericamente a «imprenditori» enumerandoli separatamente rispetto ai «fornitori o prestatori di servizi». Le certificazioni o le iscrizioni in parola si andrebbero dunque ad aggiungere a quelle SOA.

Passando al profilo della nazionalità, la disposizione in parola prevede che l'iscrizione in elenchi ufficiali o il possesso di specifiche certificazioni possa essere imposta – per la partecipazione a procedure ad evidenza pubblica – ai soli operatori stabiliti sul territorio italiano (art. 90, commi 6 e comma 8, primo periodo). Per gli operatori di altri Stati membri le stazioni appaltanti sono tenute a riconoscere i certificati o le iscrizioni in elenchi o albi equivalenti previsti o istituiti nello Stato di stabilimento (art. 90, comma 8, secondo periodo). In alternativa, le stazioni appaltanti debbono anche accettare mezzi di comprova equivalenti (art. 90, comma 8, ultimo periodo).

D'altronde, nonostante la non chiarezza sul punto della disposizione, deve riconoscersi:

i) per un verso, il diritto di un operatore straniero a richiedere l'iscrizione in elenchi o albi ufficiali italiani, ovvero il rilascio di certificazioni da organismi accreditati in Italia;

ii) per un altro verso, la difficoltà teorica di riconoscere alle stazioni appaltanti la possibilità di prevedere come obbligatoria (e non meramente facoltativa) l'iscrizione in un elenco ufficiale ovvero la titolarità di una certificazione per la partecipazione di operatori nazionali ad una singola gara.

Sotto quest'ultimo profilo, si ritiene maggiormente coerente con la complessiva impostazione della normativa in materia di contrattualistica pubblica la formulazione del previgente art. 45, comma 4, del d.lgs. n. 163/2006 secondo cui «L'iscrizione in elenchi ufficiali di fornitori o prestatori di servizi non può essere imposta agli operatori economici in vista della partecipazione ad un pubblico appalto». Del resto, nel nostro ordinamento, non pare che una stazione appaltante possa imporre all'operatore stabilito sul territorio nazionale, ai fini della partecipazione ad una gara, l'iscrizione in un elenco ufficiale o il possesso di una certificazione ai sensi dell'art. 90, comma 1; o, quantomeno, dovrebbe essere consentito anche all'operatore nazionale il ricorso a certificati e altri mezzi di prova equivalenti, in aderenza al principio generale secondo cui deve essere garantita la massima partecipazione alle procedure ad evidenza pubblica.

L'istituzione di elenchi e albi ufficiali o di sistemi di certificazione.

Come anticipato, l'art. 90 si pone in linea di continuità con la disciplina già vigente a partire dagli Anni Novanta del secolo scorso in materia di comprova dei requisiti nelle gare di servizi e forniture. Per tale ragione, il comma 2 stabilisce la possibilità, non solo, di istituire nuovi elenchi o sistemi di certificazione; ma anche di riconoscere elenchi e sistemi già operativi all'entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici.

In quest'ottica:

i) per gli elenchi, albi e sistemi già in essere, le amministrazioni, gli enti o gli organismi che li gestiscono dovevano a loro volta ‘accreditarsi' alla Cabina di regia di cui all'art. 212 del d.lgs. n. 50/2016 entro il termine di tre mesi dall'entrata in vigore del richiamato decreto legislativo;

ii) per gli elenchi, albi e sistemi di nuova istituzione il termine per il c.d. accreditamento decorrerà invece dall'atto istitutivo degli stessi.

In entrambi i casi, l'obbligo di comunicazione istituzionale in capo ai gestori si estende altresì agli aggiornamenti dei dati contenuti negli elenchi, albi e nei sistemi di certificazione.

Entro i successivi trenta giorni, la Cabina di regia curerà la trasmissione dei dati alla Commissione europea e agli Stati membri dell'UE.

Gli elenchi in questione sono soggetti a pubblicazione sul profilo web del committente e sul casellario informatico dell'ANAC (comma 10).

Inoltre, ai sensi del comma 9, devono essere messe a disposizione degli Stati membri che ne facciano richiesta le informazioni relative ai documenti presentati dagli operatori economici per comprovare il possesso dei requisiti necessari per l'iscrizione negli elenchi o albi ufficiali o il possesso di una certificazione equivalente.

Con riferimento specifico agli elenchi o albi «ufficiali» di cui all'art. 90 occorre, infine, operare una distinzione rispetto ai c.d. elenchi o albi fiduciari interni alle singole amministrazioni. Il discrimine si rinviene, per l'appunto, nell'utilizzo dell'aggettivo «ufficiali». In linea con l'art. 64, comma 1, della direttiva n. 2014/24/UE, si deve concludere che gli elenchi e gli albi disciplinati dall'art. 90 siano quelli istituiti per legge, per fonte regolamentare o anche attraverso atti amministrativi generali a valere per l'intero territorio nazionale (o eventualmente per specifici ambiti territoriali). In questo senso, sebbene con riferimento al previgente art. 45 del d.lgs. n. 163/2006, il Presidente dell'ANAC aveva chiarito che gli elenchi ufficiali in questione «vanno distinti dagli altri eventuali elenchi predisposti dalle stazioni appaltanti, al fine di selezionare gli operatori economici da consultare per l'affidamento in economia – tramite cottimo fiduciario – di servizi o forniture di importo inferiore alla soglia comunitaria» (Comunicato del 15 settembre 2010).

L'iscrizione negli elenchi e l'ottenimento delle certificazioni

L'istanza dell'operatore e il procedimento di iscrizione o di rilascio della certificazione

Ai sensi dell'art. 90, comma 7, del d.lgs. n. 50/2016, gli operatori economici possono domandare «in qualsiasi momento» l'iscrizione in un elenco ufficiale o il rilascio di un certificato.

Il comma in analisi è coordinato con i precedenti artt. 86 e 87. In ragione di ciò gli strumenti di prova per l'iscrizione in un elenco ufficiale o per il rilascio di un certificato devono risultare conformi con i mezzi previsti dall'art. 86 per la comprova dei requisiti di ordine generale e di idoneità professionale, capacità economica-finanziaria e tecnica, nonché con quelli necessari per l'ottenimento delle certificazioni di qualità di cui all'art. 87.

Qualora l'iscrizione o il certificato vengano richiesti da un operatore facente parte di un RTI sulla base di mezzi forniti da altri operatori del raggruppamento medesimo, l'iscrizione o il certificato devono indicare specificamente i mezzi di cui il soggetto richiedente si avvale, il nome del titolare degli stessi e gli strumenti contrattuali (con le relative condizioni) sulla scorta dei quali opera l'avvalimento (art. 90, comma 3).

La disposizione prevede l'avvio di uno specifico procedimento amministrativo di verifica disciplinato dalla l. n. 241/1990. Il procedimento si dovrebbe concludere con un provvedimento di iscrizione ovvero con il rilascio del certificato (che assume, così, la veste di provvedimento conclusivo). L'art. 90 non disciplina invece l'eventuale inerzia che dovesse serbare il soggetto gestore sull'istanza di iscrizione o di certificazione.

In applicazione dei principi generali dettati dall'art. 20 della l. n. 241/1990, il silenzio giuridicamente rilevante non può che essere qualificato come un atto di assenso. Del resto, trattandosi di procedimenti avviati ad iniziativa del privato, non ricadendo gli stessi in alcuna delle materie espressamente escluse dall'ambito oggettivo di applicazione del silenzio-assenso e non qualificando la norma come diniego l'inerzia eventualmente mantenuta dalla P.A., non vi sono elementi per giungere alla soluzione opposta.

Resta ovviamente il dubbio sulla discrasia rispetto ai dati che l'ente o organismo comunicheranno alla Cabina di regia, qualora gli stessi non abbiano registrato l'iscrizione o l'accredito dell'operatore che ne abbia fatto istanza e sulla quale non sia stato emesso un provvedimento espresso. A livello pratico, tale non corrispondenza potrebbe impattare sulla partecipazione alle singole gare da parte dell'operatore in questione, rallentando così le procedure e rischiando di rappresentare un possibile profilo generativo di contenzioso.

L'efficacia dell'iscrizione e della certificazione: la presunzione di idoneità

Per quanto concerne gli effetti dell'iscrizione o della certificazione, l'art. 90 non fa registrare soluzioni di continuità rispetto all'art. 45 del previgente d.lgs. n. 163/2006.

L'effetto è una presunzione di idoneità sulla falsa riga del modello SOA – in ordine al possesso dei requisiti accertati con l'iscrizione nell'elenco o dalla certificazione (art. 90, comma 4).

Si tratta di una presunzione legale ex art. 2726 c.c. a carattere relativo o iuris tantum. La stazione appaltante e gli altri interessati possono infatti contestare tale idoneità con qualsiasi mezzo di prova in sede di verifica dei requisiti (art. 90, comma 5, primo periodo).

L'oggetto della presunzione di idoneità, rispetto al previgente art. 45, comma 2, appare più esteso e suscettibile di abbracciare tutti i requisiti di partecipazione (ossia anche quelli di ordine generale e non solo quelli di natura speciale). La presunzione, peraltro, è più debole in tema di prova della regolarità contributiva e fiscale potendo la stazione appaltante sempre richiedere una attestazione supplementare all'operatore economico e, dunque, il DURC e le certificazioni previste dall'art. 86, comma 2, lett. b), del d.lgs. n. 50/2016 (art. 90, comma 5, secondo periodo).

A tale scopo è richiesto che il certificato d'iscrizione all'elenco e il certificato dell'organismo accreditato indichino le referenze che hanno permesso l'iscrizione o il rilascio del certificato (a titolo esemplificativo, assenza di condanne, ammontare del fatturato, rispetto di norma di gestione ambientale, ecc.) in modo da consentire alla stazione appaltante (e agli altri interessati) di verificare il possesso dei requisiti ed eventualmente sollevare contestazioni (art. 90, comma 1, ultimo periodo).

La presunzione di idoneità riguarda i soli requisiti contemplati per l'iscrizione all'elenco o nell'albo ufficiale ovvero richiesti per il rilascio della certificazione e non esclude che la stazione appaltante, nel rispetto dei limiti di attinenza e proporzionalità, possa richiedere requisiti diversi e ulteriori dei quali verificherà il possesso con gli strumenti ordinari. Infatti, rappresenta oramai principio pacificamente riconosciuto che la scelta di fissare specifici e più stringenti requisiti di ammissione e/o di partecipazione ad una gara pubblica (rispetto a quelli minimi stabiliti dalla legge e/o a quelli presuntivamente risultanti dalla iscrizione in un elenco ufficiale di imprenditori) ai fini della dimostrazione del possesso di una adeguata (rispetto alla specifica gara in questione) capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa sia ampiamente discrezionale e si sottragga, pertanto, al sindacato giurisdizionale, salvo che il giudice non registri una manifesta irragionevolezza, illogicità, arbitrarietà o contraddittorietà nell'operato della stazione appaltante (Cons. St., V, n. 6354/2008).

Bibliografia

Caringella, Giustiniani, Mantini (a cura di), Trattato dei contratti pubblici, Roma, 2021.

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