Decreto ministeriale - 27/09/2017 - n. 150280 art.

Marco Giustiniani

DECRETO DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO 27 settembre 2017 (in Suppl. Ordinario 49 alla Gazz. Uff., 18 ottobre 2017, n. 244). - Criteri Ambientali Minimi per l'acquisizione di sorgenti luminose per illuminazione pubblica, l'acquisizione di apparecchi per illuminazione pubblica, l'affidamento del servizio di progettazione di impianti per illuminazione pubblica.

Inquadramento

Con il decreto ministeriale del 27 settembre 2017, sono stati definiti i Criteri ambientali minimi (CAM) per l'acquisizione di sorgenti luminose per l'illuminazione pubblica, l'acquisizione di apparecchi per illuminazione pubblica, l'affidamento del servizio di progettazione di impianti per illuminazione pubblica.

I CAM sono i requisiti ambientali definiti dal Ministero dell'ambiente che hanno la finalità di ridurre i consumi attraverso l'individuazione di soluzioni ecosostenibili per le P.A. (Fidone, Gli appalti verdi).

I CAM si inseriscono nel contesto degli «appalti verdi» (GPP). Con tale nozione ci si riferisce a strumenti finalizzati alla valorizzazione degli aspetti ambientali negli acquisti della P.A., ai quali vengono ricondotti (i) un elemento ‘oggettivo' rappresentato dall'inerenza alla materia della contrattualistica pubblica e (ii) un elemento teleologico consistente nella strumentalità rispetto alla realizzazione di obiettivi di tutela ambientale (Cafagno - Farì).

Il decreto ministeriale in parola va inteso come parte integrante del Piano d'Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione (PAN GPP), in attuazione del quale sono stati emanati vari decreti ministeriali di individuazione di specifici CAM per macroaree di riferimento. Il PAN GPP ha l'obiettivo di massimizzare la diffusione del GPP presso gli enti pubblici in modo tale da sviluppare a pieno tutte le sue potenzialità in ambito ambientale, economico ed industriale.

I CAM possono essere classificati tramite due macrocategorie: criteri ambientali di base e criteri ambientali di aggiudicazione. I primi riguardano l'oggetto dell'appalto, la selezione dei candidati, nonché le specifiche tecniche e di esecuzione dell'appalto; i secondi sono soprattutto criteri premianti applicabili in caso di aggiudicazione attraverso il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa del miglio rapporto qualità-prezzo.

Il Consiglio di Stato si è soffermato sulla distinzione tra criteri di base e criteri di aggiudicazione, evidenziando che le «specifiche tecniche premianti», debbano essere semplicemente «tenute in considerazione», non essendo fissato un rapporto di rigida corrispondenza tra le stesse ed i criteri di valutazione delle offerte tecniche contenuti nella lex specialis. Quindi, le stazioni appaltanti sono semplicemente invitate ad utilizzare i criteri «premianti» quando aggiudicano la gara d'appalto all'offerta economicamente più vantaggiosa». La norma è tesa ad incentivare, senza rendere rigorosamente obbligatorio, l'adattamento della lex specialis ai suddetti criteri di carattere «premiante» (Cons. St. III, n. 2317/2018).

Per ogni criterio ambientale, al fine di permettere alla stazione applatante di controllare la conformità delle offerte ai criteri, il decreto indica i mezzi di prova che devono essere presentati dall'offerente.

Tra le finalità del decreto (e più in generale del controllo dell'inquinamento luminoso) si possono citare, oltre al risparmio energetico, anche la salvaguardia dell'ambiente notturno, della biodiversità, degli equilibri ecologici e della salute umana.

Il Capitolo 3 dell'allegato del decreto contiene una elencazione della principale normativa applicabile, nonché indicazioni per la preparazione di procedure d'aqusito e per l'esecuzione del contratto. Uno degli elementi degni di nota del capitolo 3 è l'esigenza di utilizzare criteri ambientali premianti che assegnino «una parte significativa del punteggio totale disponibile».

Per valutare quali siano le tecnologie adatte si può ricorrere al Total Cost Ownership (TCO) che considera le principali voci di costo di un prodotto, come:

- il costo di acquisto;

- i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria;

- i consumi di energia elettrica.

Alternativamente è sempre possibile utilizzare l'analisi Life-cycle cost (LCC) che al costo come sopra definito aggiunge anche i costi ambientali esterni (ad esempio il costo del contributo al riscaldamento globale).

Le analisi TCO (o LCC) devono coprire un periodo di almeno 20 anni.

Per un commento esteso in materia di criteri ambientali minimi, si rinvia al commento all'art. 34 del Codice.

Bibliografia

Cafagno - Farì, I princìpi e il complesso ruolo dell'amministrazione nella disciplina dei contratti per il perseguimento degli interessi pubblici, in Clarich (a cura di), Commentario al Codice dei Contratti Pubblici, II ed., Torino, 2019; Fidone, Gli appalti verdi all'alba delle nuove direttive: verso modelli più flessibili orientati a scelte eco-efficienti, in Riv. it. dir. pubbl. comun., 2012; Fidone, Il nuovo Codice dei contratti pubblici, in Clarich (a cura di), Commentario al Codice dei Contratti Pubblici, II ed., Torino, 2019.

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