Decreto ministeriale - 17/06/2016 - n. 101941 art.

Danilo Di Matteo

DECRETO DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 17 giugno 2016 (in Gazz. Uff., 27 luglio 2016, n. 174). - Approvazione delle tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione adottato ai sensi dell'articolo 24, comma 8, del decreto legislativo n. 50 del 2016.

Inquadramento

Il codice dei contratti pubblici, all'art. 24, comma 8, prevede che siano adottate nuove tariffe professionali per le attività di progettazione.

Il comma 8 stabilisce, infatti, che il Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, approvi, con proprio decreto, da emanare entro e non oltre sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del codice, le tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni e delle attività di progettazione, di direzione lavori, delle attività di coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione e di collaudo.

Il decreto correttivo (d.lgs. 19 aprile 2017, n. 56) ha introdotto l'obbligo di utilizzare le tariffe professionali ai fini dell'individuazione dell'importo posto a base di gara per l'affidamento (art. 24, comma 8: «I predetti corrispettivi sono utilizzati dalle stazioni appaltanti quale criterio o base di riferimento»), sostituendo le precedenti previsioni che al riguardo prevedevano l'utilizzo delle tariffe come una mera facoltà per le stazioni appaltanti (art. 24, comma 8, precedente alla modifica: «I predetti corrispettivi possono essere utilizzati dalle stazioni appaltanti, ove motivatamente ritenuti adeguati quale criterio o base di riferimento ai fini dell'individuazione dell'importo dell'affidamento»).

Sul punto si segnala che, nel parere n. 432/2017, il Consiglio di Stato ha manifestato perplessità in relazione all'obbligatorietà dell'utilizzo delle tabelle ministeriali dei corrispettivi.

Ciò in quanto comporta di per sé un aggravio dei costi, non considerato dalla relazione tecnico/finanziaria, e in definitiva una violazione del criterio di invarianza. Inoltre, per il Consiglio di Stato, la disposizione – ove se ne consideri la portata sostanziale – presenta anche profili di criticità in relazione al generale disfavore comunitario per i minimi tariffari inderogabili. A tal fine si suggeriva di mantenere il testo vigente o, in alternativa, di prevedere una possibilità di deroga alle tabelle ministeriali. In tale ultima ipotesi sarebbe allora opportuno sostituire nel correttivo le parole: «sono utilizzati» con le seguenti: «sono, salvo motivata deroga, utilizzati».

Suggerimento recepito dal legislatore che, come emerge dal testo dell'art. 1, comma 3, del d.m. in commento, ha recuperato la formula dell'art. 24, comma 8, antecedente alla modifica introdotta dal decreto correttivo, stabilendo, appunto, che «i corrispettivi di cui al comma 1 possono essere utilizzati dalle stazioni appaltanti, ove motivatamente ritenuti adeguati, quale criterio o base di riferimento ai fini dell'individuazione dell'importo dell'affidamento».

Fino all'approvazione del d.m. in esame, al fine di determinare l'importo del corrispettivo da porre a base di gara per l'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura si faceva riferimento ai criteri fissati dal d.m. n. 143/2013 (regolamento recante determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara nelle procedure di affidamento di contratti pubblici dei servizi relativi all'architettura ed all'ingegneria) che all'art. 1, comma 4, disponeva che il corrispettivo non dovesse determinare un importo a base di gara superiore a quello derivante dall'applicazione delle tariffe professionali vigenti prima dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 1/2012.

Va riferito che tale limite non è ora previsto dal d.m. del 17 giugno 2016, per cui sarà ben possibile che il compenso per il professionista possa essere superiore agli importi professionali in vigore prima del d.l. n. 1/2012.

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