Deliberazione - 1/03/2018 - n. 264 art.DELIBERA DELL' AUTORITA' NAZIONALE ANTICORRUZIONE 1 marzo 2018 (in Gazz. Uff., 6 aprile 2018, n. 80). - Regolamento concernente l'accessibilita' dei dati raccolti nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici. (Delibera n. 264). InquadramentoIl Regolamento ANAC in oggetto concerne l'accessibilità dei dati raccolti nella Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP). Prima di esaminarne puntualmente i contenuti, può essere utile ricostruire sinteticamente il contesto normativo di riferimento. La Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici è stata istituita dall'art. 62-bis del d.lgs. n. 82/2005 recante il «Codice dell'amministrazione digitale», presso l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, diretta progenitrice dell'attuale ANAC, la quale – ai sensi dell'art. 213, comma 2, d.lgs. n. 50/2016 – è chiamata a garantire «la promozione dell'efficienza, della qualità dell'attività delle stazioni appaltanti, cui fornisce supporto anche facilitando lo scambio di informazioni e la omogeneità dei procedimenti amministrativi e favorisce lo sviluppo delle migliori pratiche». Per assolvere a tali funzioni, l'ANAC «gestisce la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, nella quale confluiscono, oltre alle informazioni acquisite per competenza tramite i propri sistemi informatizzati, tutte le informazioni contenute nelle banche dati esistenti, anche a livello territoriale, onde garantire accessibilità unificata, trasparenza, pubblicità e tracciabilità delle procedure di gara e delle fasi a essa prodromiche e successive» (art. 213, comma 8, d.lgs. n. 50/2016). L'importanza strategica della BDNCP emerge plasticamente sol che si consideri l'art. 60, comma 3-bis, lett. c) del d.lgs. n. 82/2005, che la include tra le c.d. «basi di dati di interesse nazionale», definite come l'insieme delle informazioni raccolte e gestite digitalmente dalle pubbliche amministrazioni, omogenee per tipologia e contenuto, la cui conoscenza è rilevante per lo svolgimento delle funzioni istituzionali delle altre pubbliche amministrazioni, anche solo per fini statistici, nel rispetto delle competenze e delle normative vigenti. Va poi ricordato che l'art. 50, d.lgs. n. 82/2005 prevede che «i dati delle pubbliche amministrazioni sono formati, raccolti, conservati, resi disponibili e accessibili con l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione che ne consentano la fruizione e riutilizzazione, alle condizioni fissate dall'ordinamento, da parte delle altre pubbliche amministrazioni e dai privati; restano salvi i limiti alla conoscibilità dei dati previsti dalle leggi e dai regolamenti, le norme in materia di protezione dei dati personali ed il rispetto della normativa comunitaria in materia di riutilizzo delle informazioni del settore pubblico». In tale contesto, il Regolamento in commento nasce dalla necessità dell'ANAC di disciplinare i criteri e le modalità di accesso, di comunicazione e di diffusione dei dati raccolti nella Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, sulla base della tipologia dei dati, del diverso grado di conoscibilità degli stessi e della tipologia sei soggetti fruitori. Volendo sintetizzare per sommi capi il contenuto del Regolamento in commento, potremmo iniziare evidenziando che dal punto di vista dell'ambito oggettivo di applicazione, il Regolamento si applica alla generalità dei dati presenti nella BDNCP, con alcune eccezioni. Più precisamente, restano esclusi dall'ambito applicativo del provvedimento in commento: il trattamento dei dati sensibili e giudiziari; le modalità di accesso ai documenti amministrativi, sia cartacei che telematici, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241; le modalità di acquisizione dei dati mediante il sistema AVCpass; il diritto di accesso ai dati personali esercitato dagli interessati ai sensi dell'art. 7 del d.lgs. n. 196/2003; le attività di pubblicazione obbligatoria, sul sito web istituzionale, dei dati, informazioni, atti e documenti relativi all'organizzazione e all'attività dell'ANAC previste dalla normativa vigente in materia di trasparenza e pubblicità delle pubbliche amministrazioni e le modalità per l'esercizio dell'accesso civico di cui all'art. 5 comma 1 del d.lgs. n. 33/2013. L'art. 3 del Regolamento si occupa di individuare quali tipologie di dati contenuti nella Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici sono rese accessibili, precisando, con particolare riferimento ai dati personali, che sono resi accessibili soltanto quelli per cui sia già previsto un regime di pubblicità sulla base della normativa vigente. L'art. 4 prevede che chiunque possa accedere «ai dati di cui all'art. 3, nel rispetto della normativa in materia di trattamento dei dati personali, attraverso apposite modalità intese quali servizi di consultazione disponibili sul portale dell'ANAC, la quale ne disciplina le caratteristiche tecniche» e che «i dati liberamente accessibili sono riutilizzabili secondo le modalità di cui all'art. 7 del d.lgs. 33/2013». Per quanto riguarda le eventuali richieste che comportino un accesso massivo ai dati ovvero complesse attività di estrazione o che richiedano specifiche modalità tecniche di accesso, laddove «ritenute ammissibili anche al fine di perseguire i propri obiettivi istituzionali», il Regolamento prevede la messa a disposizione dei dati mediante servizi di cooperazione applicativa che consentono l'interoperabilità e lo scambio di dati puntuali o massivi tra la BDNCP e le banche dati di altre pubbliche amministrazioni. In tutte queste ipotesi è previsto che al fine di garantire la protezione dei dati personali nell'ambito dei trasferimenti effettuati siano adottate idonee misure di sicurezza. Dal punto di vista della compliance e del coordinamento con la disciplina di settore specificamente attinente al diritto della protezione dei dati personali, vale la pena sottolineare che il testo del Regolamento in oggetto è stato licenziato previo parere favorevole del Garante della privacy (v. parere AGCM del 15 febbraio 2018). L'accessibilità dei dati contenuti nella Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici in conformità con quanto previsto dal Regolamento in commento, nel corso degli anni, si è rivelata uno strumento molto utile non tanto per la promozione della trasparenza come fine a se stessa, ma come prezioso strumento per il contrasto alla corruzione. La Banca Dati in parola può considerarsi a tutti gli effetti come la principale infrastruttura informativa nazionale per la costruzione di sistemi di misurazione della corruzione. Si consideri, in via meramente esemplificativa, il recente studio illustrato in un working paper pubblicato proprio nella Collana scientifica dell'A.N.AC. (intitolato “Data analysis e costruzione di indicatori di rischio di corruzione per la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici”) che ha elaborato un nuovo indice di misurazione della corruzione, denominato Corruption Indicator Store (CIS), fondato su dati informativi ufficiali contenuti proprio nella Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici. In tale contesto, il Regolamento in parola – per quanto schematico nella sua essenzialità e non particolarmente innovativo dal punto di vista sistematico – ha comunque costituito il punto di partenza di un percorso che ha visto la progressiva implementazione e valorizzazione della BDNCP e che ancora oggi non è affatto concluso. È noto infatti che il recente d.l. n. 77/2021 ha ritenuto di dare una ulteriore spinta ad una sempre maggiore valorizzazione della Banca Dati Nazionale dei Contratti pubblici, della quale è stata ribadita l'assoluta centralità nel regime di pubblicità e trasparenza dei provvedimenti adottati dalle amministrazioni pubbliche nel contesto delle procedure di gara. Per quanto interessa in questa sede, vale la pena rammentare la novella che ha interessato l'art. 29, comma 2, d.lgs. n. 50/2016, secondo cui tutte le informazioni inerenti gli atti delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori relativi alla programmazione, alla scelta del contraente, all'aggiudicazione e all'esecuzione di lavori, servizi e forniture relativi all'affidamento, inclusi i concorsi di progettazione e i concorsi di idee e di concessioni, devono essere gestite e trasmesse tempestivamente alla BDNCP attraverso le piattaforme telematiche ad essa interconnesse. Attraverso la Banca Dati Nazionale dei Contratti pubblici, l'A.N.AC. è chiamata a garantire la pubblicazione dei dati ricevuti nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 53 del d.lgs. n. 50/2016 ed eccezion fatta per i dati afferenti a contratti secretati, nonché la trasmissione di tali dati all'Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea e la pubblicazione a livello nazionale. Si prevede poi che gli effetti degli atti oggetto di pubblicazione decorrano dalla data di pubblicazione dei relativi dati nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici. In questo contesto in cui la digitalizzazione è destinata a diventare una componente sempre più imprescindibile del diritto amministrativo ed in particolare della contrattualistica pubblica, l'A.N.AC., con la BDNCP, è destinata a recitare un ruolo di primo piano. Ai sensi dell'art. 81 del d.lgs. n. 50/2016 così come modificato dal recente decreto ‘Semplificazioni', la medesima ANAC dovrà, con proprio provvedimento e sentiti il MIMS e l'AGID, individuare i dati concernenti la partecipazione alle gare e il loro esito, in relazione ai quali sia obbligatoria la verifica attraverso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici, nonché i termini e le regole tecniche per l'acquisizione, l'aggiornamento e la consultazione dei predetti dati, oltre ai criteri e alle modalità relative all'accesso e al funzionamento della Banca dati in parola. La BDNCP – a seguito del d.l. n. 77/2021 – è poi chiamata a contenere i fascicoli virtuali degli operatori economici, destinati ad essere utilizzati per la partecipazione alle gare pubbliche. |