Mancato rilascio dell'immobile alla cessazione del contratto di affitto di azienda per scadenza del termine1. Bussole di inquadramentoAspetti generali dell'affitto di azienda Il contratto di affitto d'azienda è un contratto tipico, previsto dagli artt. 2561 e 2562 c.c., con il quale il proprietario di un'azienda trasferisce ad un terzo l'utilizzazione (gestione) della stessa, mantenendone la proprietà. Si tratta di un contratto con il quale una parte (locatore o affittante) concede in godimento all'altra (affittuario) un'azienda, per una durata determinata e verso il pagamento di un corrispettivo periodico (canone o fitto), il quale, peraltro, può essere in denaro o in natura, in misura fissa oppure proporzionale alla produttività del bene o agli utili di gestione. L'oggetto del contratto è, appunto, “l'azienda” descritta nell'art. 2555 c.c. e che, secondo principi assolutamente consolidati, è costituita da quel complesso unitario o universalità (art. 816 c.c.) di beni mobili e immobili, materiali e immateriali, organizzati unitariamente allo scopo della produzione e dello scambio da parte dell'imprenditore di beni e servizi (artt. 2082 e 2555 c.c.). Quindi, l'azienda è lo strumento mediante il quale l'imprenditore esercita l'attività di impresa (Cass. III, n. 6572/1983) e ne fanno parte tutti i beni e rapporti giuridici dei quali imprenditore dispone legittimamente per l'esercizio della sua attività e quindi per acquisire e mantenere la sua presenza nel mercato di riferimento, e mantenere ed incrementare tutti i rapporti con fornitori di beni e di servizi e con i clienti, strumentali all'esercizio della impresa e il suo avviamento, comprendente le competenze professionali e la affectio dei clienti e del personale dipendente. Cessione di azienda In tema di cessione di azienda, il cessionario del contratto di locazione ceduto unitamente all'azienda subentra negli obblighi contrattuali del precedente conduttore. Il locatore, in caso di inadempienza del conduttore ceduto, se non ha liberato il cedente, ha facoltà di ottenere l'adempimento dell'obbligazione di pagamento dei canoni insoluti attraverso la richiesta di adempimento rivolta all'ultimo cessionario; accertato l'inadempimento di quest'ultimo, diviene legittima la facoltà del locatore di domandare l'adempimento ai cessionari intermedi, compresi il primo, tutti responsabili in via solidale, con le relative conseguenze di legge, in tema di riparto interno dell'obbligazione (Trib. Roma 9 gennaio 2020). La differenza tra locazione di immobile e affitto d'azienda In merito alle differenze che caratterizzano la locazioni di immobili rispetto all'affitto d'azienda, si rileva che nelle prime la relativa convenzione negoziale ha per oggetto un bene, l'immobile concesso in godimento, che assume una posizione di assoluta ed autonoma centralità nell'economia contrattuale, secondo la sua consistenza effettiva e con funzione prevalente ed assorbente rispetto agli altri elementi che, legati materialmente o meno ad esso, assumono, comunque, carattere di accessorietà, rimanendo ad esso collegati sul piano funzionale in una posizione di coordinazione-subordinazione; mentre, nell'affitto di azienda, lo stesso immobile è considerato non nella sua individualità giuridica, ma come uno degli elementi costitutivi del complesso dei beni (mobili ed immobili) legati tra loro da un vincolo di interdipendenza e complementarità per il conseguimento di un determinato fine produttivo, così che oggetto del contratto risulta proprio il complesso produttivo unitariamente considerato, secondo la definizione normativa di cui all' art. 2555 c.c. (Trib. Roma 19 marzo 2018, n. 5858). Le due tipologie di contratto possono, in relazione alla fattispecie concrete, non essere agevolmente distinguibili. Tuttavia, secondo la giurisprudenza, la differenza tra locazione di immobile con pertinenze ed affitto di azienda, sta nella considerazione del bilanciamento degli interessi delle parti nell'economia del contratto, e se l'immobile rappresenti o meno l'oggetto principale del negozio, con funzione prevalente ed assorbente rispetto agli altri elementi del contratto, i quali – siano essi connessi materialmente o meno all'immobile – assumono così carattere di accessorietà, rimanendo collegati all'immobile funzionalmente, in posizione di subordinazione. Nell'affitto di azienda, invece, l'immobile rappresenta uno degli elementi costitutivi del complesso unitario di beni mobili ed immobili, legati tra di loro da un vincolo di interdipendenza e complementarità per il conseguimento di un determinato fine produttivo (Cass. III, n. 9354/2002). In conclusione, la concessione in godimento di un locale adibito ad esercizio commerciale può integrare affitto di azienda, o locazione di immobile munito di pertinenze, a seconda che, considerata la effettiva e comune intenzione delle parti, in relazione alla consistenza, alle caratteristiche del bene immobile ed a ogni altra circostanza del caso concreto, risulti che l'oggetto del contratto risultante dall'aggregazione dei diversi documenti contrattuali è un'entità organica, non frazionabile e capace di vita economica propria, della quale l'immobile configura una essenziale componente in rapporto di complementarità ed interdipendenza con gli altri elementi aziendali (Cass. III, n. 16138/2010). Giunto alla scadenza del contratto per lo spirare del termine, l'affittuario deve restituire l'azienda. Nessuna norma impone che il contratto di affitto di azienda debba avere – a differenza della locazione di un immobile per l'esercizio di un'attività commerciale, industriale, artigianale, ecc. ( art. 27 l. n. 392/1978 ) – una durata minima di sei anni, sicché deve ritenersi valida la pattuizione per la quale il contratto di affitto di azienda ha validità di un anno, rinnovabile tacitamente salvo disdetta, senza necessità di rinnovo annuale. Le vicende pertinenti alla fattispecie contrattuale dell'affitto di azienda vengono, trattate esclusivamente con il rito locatizio a cognizione piena, così come previsto dall'art. 447-bis c.p.c. 2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali
Domanda
Se l'affittuario non rilascia l'azienda alla scadenza del termine, il proprietario può chiedere giudizialmente la restituzione?
Il contratto di affitto di azienda è caratterizzato dalla concessione in godimento di un complesso di beni mobili e immobili legati fra loro da un vincolo di interdipendenza Il contratto di affitto costituisce una species del più ampio genus della locazione, dalla quale si differenzia soltanto per l'oggetto del regolamento contrattuale. Nel contratto di affitto, è rappresentato da una cosa produttiva; nella locazione, ha ad oggetto uno o più beni non produttivi che, anche se legati fra loro da un vincolo di pertinenzialità, non costituiscono un'entità organica, capace di vita economica autonoma. A ciò si aggiunge che il contratto di affitto di azienda è caratterizzato, sotto il profilo oggettivo, dalla concessione in godimento all'affittuario non di un singolo bene produttivo, ma di un complesso di beni mobili e immobili legati fra loro da un vincolo di interdipendenza e complementarietà finalizzato al conseguimento di un determinato fine produttivo. Nel caso di specie, avente a oggetto la domanda di risoluzione del contratto per grave inadempimento dell'affittuario, per il Tribunale il contratto de quo deve inquadrarsi nella categoria dei contratti di affitto di azienda, tenuto conto della consistenza dei beni dedotti in contratto, funzionalmente collegati in via strumentale rispetto all'esercizio dell'attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande e di vendita al dettaglio (Cass. trib., n. 23851/2019; Trib. Potenza 6 ottobre 2020, n. 689). La locazione è compatibile anche con prestazioni accessorie quali quelle presenti in un centro commerciale, mentre si ha affitto di azienda quando vi sia la preesistenza di una organizzazione in forma di azienda e le parti abbiano inteso trasferire il godimento del complesso organizzato (Cass. III, n. 3888/2020). L'obbligo dell'affittuario di restituire la cosa prescinde dalla valutazione circa il carattere migliorativo o peggiorativo della modifica apportata da chi conduce il bene in affitto In tema di affitto d'azienda, l'obbligo dell'affittuario di restituire la cosa nello stesso stato di fatto in cui si trovava al momento della locazione prescinde dalla valutazione circa il carattere migliorativo o peggiorativo della modifica apportata da chi conduce il bene in affitto: il locatore ha diritto ad ottenere la restituzione della cosa sostanzialmente immutata, salvo il deterioramento conseguente all'inevitabile decorso del tempo e al normale uso del bene. L' art. 1590 c.c. , dunque, va interpretato ed applicato in conformità alla sua ratio, che è quella di garantire l'integrità del valore del bene locato dall'improprio utilizzo del bene medesimo da parte dell'affittuario (Trib. Ragusa 13 febbraio 2020, n. 159). La violazione dell'obbligo di restituzione all'affittante dell'azienda per scadenza del termine dà luogo a carico alla responsabilità prevista dall' art. 1591 c.c. Nel codice civile, tra le norme sulla locazione e quelle sull'affitto, compreso l'affitto di azienda, corre il rapporto tipico tra norme generali e norme speciali, per cui se la fattispecie non è regolata da una norma specificamente prevista per l'affitto dovrà farsi ricorso alla disciplina generale sulla locazione di cose, salva l'incompatibilità con la relativa normazione speciale (Trib. Treviso 4 ottobre 2018, n. 1938). Invero, le norme disciplinanti la materia della locazione sono in rapporto di tipicità rispetto a quelle sull'affitto, compreso l'affitto d'azienda; trattasi di un rapporto tra norme generali e norme speciali, per cui se la fattispecie non è regolata da una norma specificamente prevista per l'affitto dovrà farsi ricorso alla disciplina generale sulla locazione di cose, salva l'incompatibilità con la relativa normazione speciale. Ne consegue che la violazione da parte dell'affittuario dell'obbligo di restituzione all'affittante dell'azienda per scadenza del termine comporta una responsabilità per l'affittuario, a norma dell' art. 1591 c.c. , specificamente previsto in tema di locazione, mancando nella disciplina dell'affitto una norma che regoli i danni per ritardata restituzione e non essendo incompatibile con la formazione speciale sull'affitto l'art. 1591 c.c. (Cass. lav., n. 14710/2006; Cass. I, n. 2240/2004; Cass. III, n. 2306/2000; App. Milano 14 aprile 2017, n. 1446; Trib. Roma 21 settembre 2007, n. 23647). 3. Azioni processualiTutela stragiudiziale Nel contratto di affitto d'azienda, l'affittuario, alla scadenza del rapporto, deve restituire immediatamente il bene oggetto dell'anzidetto contratto all'avente diritto, ragion per cui, decorso il termine ex art. 1454 c.c. per consentire l'adempimento stragiudiziale del suddetto obbligo, l'affittante potrà ricorrere all'azione giudiziale disciplinata dal rito ordinario locatizio ex art. 447-bis c.p.c. Funzione e natura del giudizio L'azione dell'affittante finalizzata a conseguire dall'affittuario la restituzione del bene (azienda affittata) alla scadenza del contratto, è un ordinario giudizio di cognizione disciplinato dal rito locatizio ed instaurato in forma di ricorso ex art. 447-bis c.p.c. Aspetti preliminari Mediazione L'azione ordinaria proponibile dall'affittante ai sensi dell' art. 447-bis c.p.c. nei confronti dell'affittuario per conseguire la restituzione del bene (azienda affittata) richiede, per la sua immediata esperibilità, la preventiva instaurazione di un autonomo procedimento di mediazione, la cui osservanza è prevista obbligatoriamente ai sensi dell'art. 5, comma 1-bis, del d.lgs. n. 28/2010 in materia di affitto d'azienda prima di avviare un giudizio a cognizione piena. Competenza Ai sensi degli artt. 21 e 447-bis c.p.c. per le cause in materia di affitto d'azienda, è competente il giudice del luogo dove è posta l'azienda (forum rei sitae). Ai sensi dell'art. 447-bis, comma 2, c.p.c. sono nulle le clausole di deroga alla competenza. Legittimazione L'affittante è il soggetto legittimato attivo nell'instaurare il giudizio ex art. 447-bis c.p.c. per conseguire la restituzione dell'azienda affittata dall'affittuario e quest'ultimo è, invece, il soggetto legittimato passivo. Profili di merito Onere della prova L'onere di allegare i presupposti per attivare il procedimento ex art. 447-bis c.p.c. al fine di ottenere la restituzione dell'azienda affittata nei confronti dell'affittuario grava sull'affittante. Contenuto del ricorso L'azione si propone con ricorso, nel quale l'affittante deve indicare l'autorità competente dinanzi alla quale intende chiamare in giudizio l'affittuario, unitamente alle sue generalità ed a quelle del proprio difensore, il quale dovrà avere cura di indicare la propria pec ed il numero di fax per la ricezione delle relative comunicazioni. Inoltre, l'affittante deve anche eleggere domicilio nel Comune in cui ha sede lo stesso giudice adìto. Nell'atto devono essere indicate le esatte generalità dell'affittuario e la precisa ubicazione dell'immobile con i relativi identificativi catastali, avendo cura di riportare nella narrazione del fatto, le ragioni addotte rispettivamente a fondamento della causa petendi e del petitum richiesto, anche in via mediata, e delle richieste formulate nelle conclusioni dell'atto– azione di restituzione dell'azienda affittata per l'intervenuta scadenza del termine ed il correlato inadempimento dell'affittuario nella restituzione – con la correlata documentazione probatoria che intende offrire a corredo della domanda. Al riguardo, trattandosi di ricorso, occorre indicare sùbito, a pena di decadenza, tutte le prove che si intendono sottoporre all'attenzione del giudice, come ad esempio l'interrogatorio formale dell'affittuario e le esatte generalità degli eventuali testimoni che si intendono ascoltare sulle posizioni “fattuali” dell'atto introduttivo della controversia, che dunque devono già essere opportunamente “capitolate”, oltre a tutta la relativa documentazione probatoria (contratto di affitto d'azienda; lettera di contestazione dell'inadempimento dell'affittuario nella restituzione dell'azienda, verbale del procedimento di mediazione conclusosi negativamente). Ciò non toglie però che, nella narrazione del “fatto”, occorre opportunamente soffermarsi sulla concreta posizione assunta nella vicenda dall'affittuario, laddove il medesimo, responsabile della violazione ascrittagli nel contratto riguardante l'inosservanza dei relativi obblighi, tra cui quello di restituire l'azienda affittata al termine del rapporto contrattuale, abbia continuato a rimanere inerte, nonostante la tempestiva conoscenza della relativa contestazione, comprovata dalla precedente corrispondenza intercorsa o da un'eventuale diffida ricevuta dall'affittante al fine di attivarsi per porre rimedio alla situazione creatasi in suo danno, potendo risultare utile ai sensi dell' art. 116 c.p.c. , sul piano della valutazione del relativo comportamento laddove risulti inserito in un contesto fattuale idoneo a farlo ritenere come gravemente inadempiente, anche all'esito del precedente procedimento di mediazione avviato dallo stesso affittante nei confronti del medesimo soggetto responsabile. Il ricorso deve, quindi, essere sottoscritto dal difensore su atto separato contenente la procura alla lite, sottoscritta dalla parte rappresentata dal medesimo difensore ed autenticata da quest'ultimo. Richieste istruttorie L'onere di chiedere l'interrogatorio formale dell'affittuario sui fatti oggetto di contestazione riguardanti le circostanze fattuali ritenute idonee a configurare il grave inadempimento ai propri obblighi contrattuali – nel caso di specie, conseguente all'omessa restituzione dell'azienda affittata al termine del rapporto contrattuale – grava sull'affittante, il quale adempie al suddetto onere allegando la fonte negoziale del proprio diritto – copia del contratto di affitto d'azienda al cui interno sia prevista la data di scadenza – spettando all'affittuario l'onere di allegare la prova contraria. 4. ConclusioniLa differenza essenziale tra locazione e affitto d'azienda o di un ramo di quest'ultima, risiede, in primo luogo, nella preesistenza di una organizzazione in forma di impresa dei beni oggetto del relativo contratto, mancando la quale, non si può dire che sia stato ceduto il godimento di un'azienda o di un suo ramo, mentre in secondo luogo, ove si accerti che i medesimi beni erano al momento del contratto organizzati per l'esercizio dell'impresa già dal dante causa, occorre verificare se le parti abbiano inteso trasferire o concedere il godimento del complesso organizzato, oppure semplicemente di un bene immobile, rispetto al quale gli altri beni e servizi risultano strumentali al godimento del bene, restando poi libero l'avente causa di organizzare ex novo un'azienda propria (Cass. III, n. 3888/2020). Ciò premesso, la violazione da parte dell'affittuario dell'obbligo di restituzione all'affittante dell'azienda per scadenza del termine dà luogo a carico del primo a responsabilità a norma dell' art. 1591 c.c. dettato in tema di locazione, mancando nella disciplina dell'affitto una norma che regoli i danni per ritardata restituzione e non essendo incompatibile con la normazione speciale sull'affitto l'art. 1591 c.c. (Cass. III, n. 2306/2000). Al riguardo, va precisata la possibilità da parte dell'affittante di avvalersi anche della procedura d'urgenza laddove oltre al fumus sussista il periculum di subire un pregiudizio irreparabile nelle more dello svolgimento del giudizio ordinario introdotto ai sensi dell' art. 447-bis c.p.c. (Trib. Ivrea 11 luglio 2019). Ciò premesso, l'affitto d'azienda cessa alla scadenza del contratto e l'affittuario è tenuto a restituirla nello stato in cui essa si trova, concretando la detenzione successiva al termine contrattuale un'occupazione di fatto da parte dell'affittuario che, con il venire meno del diritto di gestione, non ha la facoltà di continuare ad assicurarne la unitaria destinazione. In altre parole, il comportamento inadempiente dell'affittuario concernente la mancata restituzione di beni aziendali non incide sul trasferimento della titolarità dell'azienda, che avviene de iure, e sulla conseguente applicabilità delle conseguenze previste dall' art. 2112 c.c. , ma produce effetti di natura esclusivamente risarcitoria, a norma dell'art. 1591 c.c. (Cass. lav., n. 14710/2006). Infatti, qualora il rapporto di affitto d'azienda dedotto in giudizio nel ricorso trovi un puntuale riscontro documentale e probatorio nel relativo testo contrattuale, e laddove la vincolatività del suo contenuto non venga contestata dall'affittuario, ciò comporta che il medesimo, è tenuto al rispetto delle obbligazioni da esso derivanti essendo responsabile in caso di inadempimento, con particolare riferimento alla restituzione dell'azienda alla scadenza convenuta (Trib. Roma 3 marzo 2017). |