Mancato pagamento del canone per un immobile privo della certificazione energetica1. Bussole di inquadramentoAttestato di Prestazione Energetica L'APE (attestazione della certificazione della prestazione energetica) sui nuovi contratti di locazione, è obbligatoria dal giugno 2013, con l'entrata in vigore dell'art. 6 del d.lgs. n. 63/2013 a modifica del d.lgs. n. 192/2005 , che di fatto ha sostituito l'ACE, Attestato di Certificazione Energetica. Tale certificazione energetica, deve essere quindi allegata alla documentazione relativa all'immobile da affittare, in quanto, il potenziale inquilino al momento della stipula o della presa visione dell'immobile, deve avere la possibilità di verificare la prestazione energetica della casa o del locale che intende prendere in locazione. In altre parole, se si stipula un nuovo contratto di locazione, il locatore ed il conduttore dell'immobile, sono tenuti a dichiarare in sede di registrazione del contratto, di avere ricevuto o fornito la documentazione APE. Con la pubblicazione della UNI-10349 parte 1 e 3 (marzo 2016) nonché della UNI/TR 10349 parte 2, unitamente ai decreti attuativi (Decreti MISE 26 giugno 2015) previsti dal d.lgs. n. 192/2005, sono state introdotte molte novità, rivisitando la strategia per la certificazione energetica. Da ottobre 2015, l'attestato di prestazione energetica (APE) ha un formato standard su tutto il territorio nazionale e fornisce le informazioni relative alla prestazione energetica dell'immobile, ovvero la quantità di energia necessaria per soddisfare annualmente le esigenze legate ad un uso standard dell'immobile per il riscaldamento, il raffrescamento, la ventilazione, la produzione di acqua calda sanitaria. Gli obblighi del locatore L' art. 6 del suddetto d.lgs. n. 192/2005 stabilisce che l'obbligo di dotazione dell'attestato di prestazione energetica sorge anche quando si stipula un contratto di locazione se trattasi di una “nuova” locazione, con esclusione quindi dei contratti reiterati, prorogati o rinnovati. Il comma 2 dell'art. 6 prevede, infatti, che in caso di nuova locazione il proprietario è tenuto a produrre l'attestato di prestazione energetica. In particolare, il proprietario deve rendere disponibile l'attestato di prestazione energetica al nuovo locatario nel momento in cui vengono avviate le trattative e consegnarlo materialmente quando queste sono concluse. Nel caso, invece, in cui l'edificio venga locato prima della sua costruzione, il locatario è tenuto a fornire evidenza della futura prestazione energetica dell'edificio e a produrre l'attestato di prestazione energetica entro nel termine di 15 giorni dalla richiesta di rilascio del certificato di agibilità dell'immobile. Il comma 8 dell'art. 6 dispone, poi, che, nel caso di offerta di vendita o di locazione, i corrispondenti annunci tramite tutti i mezzi di comunicazione commerciali riportano gli indici di prestazione energetica dell'involucro e globale dell'edificio o dell'unità immobiliare e la classe energetica corrispondente. Prestazione energetica ed efficienza nell'edilizia: il nuovo attestato di prestazione energetica 2020 Con il d.lgs. n. 48/2020 , recante «Attuazione della direttiva (UE) 2018/844 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica», sono state effettuate alcune modifiche al d.lgs. n. 192/2005. In particolare, l'art. 9 del d.lgs. n. 48/2020 ha modificato l'art. 6 del d.lgs. 192/2005, sostituendo integralmente il comma 3. La nuova disposizione prevede che nei contratti di compravendita immobiliare, negli atti di trasferimento di immobili a titolo oneroso e nei nuovi contratti di locazione di edifici o di singole unità immobiliari soggetti a registrazione è inserita un'apposita clausola, con la quale l'acquirente od il conduttore dichiarano di avere ricevuto le informazioni e la documentazione, comprensiva dell'attestato, in ordine all'attestazione della prestazione energetica degli edifici; copia dell'attestato di prestazione energetica deve essere altresì allegata al contratto, tranne che nei casi di locazione di singole unità immobiliari. In caso di omessa dichiarazione o allegazione, se dovuta, scatta la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 3.000 ad euro 18.000. La sanzione è da euro 1.000 ad euro 4.000 per i contratti di locazione di singole unità immobiliari e, se la durata della locazione non eccede i tre anni, essa è ridotta alla metà. Inoltre, quando un sistema tecnico per l'edilizia è installato, sostituito o migliorato, è analizzata la prestazione energetica globale della parte modificata e, se del caso, dell'intero sistema modificato. I risultati sono documentati e trasmessi al proprietario dell'edificio, in modo che rimangano disponibili e possano essere utilizzati per la verifica di conformità ai requisiti minimi di cui al presente comma e per il rilascio degli attestati di prestazione energetica. In tali casi, ove ricorra quanto previsto, è rilasciato un nuovo attestato di prestazione energetica. Risoluzione del contratto di locazione per fatto del conduttore I principi generali dettati in materia di risoluzione del contratto per inadempimento subiscono una non secondaria deviazione in materia locatizia, con riguardo, ad esempio, al parametro della gravità dell'inadempimento. In modo particolare, quale criterio fondante, per le locazioni ad uso abitativo vale la regola della predeterminazione legale della gravità dell'inadempimento, ai sensi dell' art. 5 della l. n. 392/1978 . In particolare, la legge considera grave l'inadempimento del conduttore che si sia concretato nell'omesso versamento del canone dovuto una volta decorsi venti giorni dalla scadenza, ovvero il mancato pagamento nel termine previsto degli oneri accessori quando l'importo non pagato superi quello di due mensilità del canone. È pacifico che tale criterio di predeterminazione legale è tipico delle locazioni ad uso abitativo, essendo inestensibile al tipo delle locazioni non abitative (Cass. III, n. 24207/2006; Cass. III, n. 12321/2005). Per quanto il criterio possa essere tenuto in considerazione quale parametro di orientamento per valutare in concreto, a norma dell'art. 1455 c.c., se l'inadempimento del conduttore sia stato oppure no di scarsa importanza (Cass. III, n. 1428/2017; Cass. III, n. 5902/2006). Dunque, l' art. 5 della l. n. 392/1978 non è applicabile alle locazioni non abitative. Alle locazioni di tale tipologia sono pacificamente applicabili i criteri generali per la valutazione della non scarsa importanza dell'inadempimento ai sensi dell'art. 1455 c.c., la cui individuazione viene sostanzialmente rimessa alla concretizzazione ed individuazione giurisprudenziale. Difatti, «in tema di locazioni di immobili adibiti ad uso diverso dall'abitazione, pure ammessa l'operatività dei meccanismi di sanatoria previsti dall'art. 55 della l. n. 392/1978, per la valutazione della gravità dell'inadempimento del conduttore nel pagamento del canone e degli oneri accessori non trova applicazione il principio della predeterminazione legale, stabilito dall'art. 5 della stessa legge, con riferimento alle locazioni abitative, ma continuano a valere i comuni criteri di cui all'art. 1455 c.c., senza che ciò, peraltro, precluda al giudice l'utilizzazione anche del principio posto dal citato art. 5 come criterio orientativo del proprio giudizio circa l'importanza dell'inadempimento, ove le particolarità del caso concreto lo giustifichino» (così Cass. S.U., n. 12210/1990). 2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali
Domanda
In assenza di attestazione di prestazione energetica dell'immobile locato, il conduttore può rifiutarsi di pagare il canone di locazione?
Il conduttore è obbligato a pagare il canone di locazione anche in assenza di attestato di prestazione energetica La giurisprudenza sull'argomento in esame è scarna di pronunce. Attualmente, l'unico provvedimento che merita attenzione è quello del Tribunale di Milano. Nella vicenda in esame, la locatrice aveva intimato sfratto di morosità nei confronti della conduttrice per il mancato pagamento delle somme corrispondenti ai canoni di locazione. Avverso tale richiesta, la conduttrice si era opposta alla convalida eccependo l'invalidità del contratto per la mancata allegazione dell'attestato di prestazione energetica degli edifici. In merito alla domanda di risoluzione del contratto per inadempimento, il giudice adìto, richiamando i principi giurisprudenziali, precisava che, in tema di prova dell'inadempimento di un'obbligazione, il creditore che agisca per la risoluzione contrattuale, per il risarcimento del danno, ovvero per l'adempimento deve soltanto provare la fonte (negoziale o legale) del suo diritto ed il relativo termine di scadenza, limitandosi alla mera allegazione della circostanza dell'inadempimento della controparte, mentre il debitore convenuto è gravato dell'onere della prova del fatto estintivo dell'altrui pretesa, costituito dall'avvenuto adempimento ( Cass. S.U., n. 13533/2011). Premesso ciò, secondo il giudice milanese, la locatrice aveva assolto all'onere probatorio con l'allegazione del contratto regolarmente registrato. Invece, parte conduttrice – cui spettava provare l'avvenuto pagamento del canone di locazione – si era limitata solo a contestare la validità del contratto per mancanza di attestazione di prestazione energetica. A tal proposito, il giudicante ha ritenuto infondata tale eccezione, in quanto la previsione legislativa non prevede l'invalidità del contratto in caso di mancato adempimento da parte del proprietario dell'obbligo di cui all' art. 6, comma 2, del d.lgs. n. 192/2005 . Per meglio dire, la disposizione legislativa (art. 15, comma 9, del d.lgs. n. 192/2005) si limita solo ad affermare che “il proprietario che non doti, in caso di nuovo contratto di locazione, l'immobile di un attestato di prestazione energetica, ai sensi dell'art. 6, comma 2, è esposto ad una sanzione amministrativa non inferiore a 300 euro e non superiore a 1800 euro”. In conclusione, in virtù di tutto quanto innanzi esposto, il Tribunale meneghino, con la pronuncia in esame, ha accolto la domanda della locatrice, e, per l'effetto, ha dichiarato la risoluzione del contratto (art. 5 l. n. 392/1978) per inadempimento con la condanna della conduttrice a riconsegnare l'immobile ed a pagare la somma dovuta per i canoni di locazione ed indennità di occupazione (Trib. Milano 11 maggio 2017, n. 5308). In definitiva, sulla base del presente precedente giurisprudenziale, la previsione legislativa non commina affatto l'invalidità del contratto nel caso di mancato adempimento da parte del proprietario dell'obbligo in questione. Quindi, va affermata la validità del contratto di locazione abitativa anche in mancanza dell'attestato di prestazione energetica degli edifici. 3. Azioni processualiTutela stragiudiziale Il locatore comunica con lettera raccomandata al conduttore che non corrisponde il canone di locazione perché l'immobile risulta sprovvisto dell'attestato di prestazione energetica e che, ove non provvederà entro il termine fissato a mettersi in regola con il pagamento della pigione, gli notificherà l'intimazione di sfratto per morosità, non costituendo l'assenza dell'APE un valido motivo per ritenersi esonerato dall'adempiere al suddetto obbligo contrattuale. Funzione e natura del giudizio L'intimazione di sfratto per morosità, con la contestuale citazione per la convalida, è un procedimento speciale caratterizzato dalla sommarietà del rito, la cui funzione è quella di risolvere – in assenza di opposizione del conduttore – il contratto di locazione, consentendo all'avente diritto di rientrare nel possesso della res locata per effetto dell'altrui inadempimento all'obbligazione primaria di pagare il canone. Aspetti preliminari Mediazione L'azione proponibile dall'avente diritto, ai sensi dell' art. 658 c.p.c. , non richiede per la sua immediata esperibilità la preventiva instaurazione di un procedimento di mediazione, la cui osservanza è prevista obbligatoriamente ai sensi dell'art. 5, comma 1-bis, del d.lgs. n. 28/2010 in materia (condominiale o) locatizia prima di avviare un giudizio a cognizione piena. Competenza Ai sensi dell' art. 661 c.p.c. , quando si intima la licenza o lo sfratto per morosità, la citazione a comparire per la convalida deve farsi inderogabilmente davanti al Tribunale del luogo in cui si trova la cosa locata (forum rei sitae). Legittimazione Il locatore è il soggetto legittimato attivo ad intimare lo sfratto per morosità con la contestuale citazione per la convalida, mentre il conduttore è il soggetto legittimato passivo. Profili di merito Onere della prova L'onere di allegare nello speciale procedimento sommario i presupposti per l'utile esperimento del procedimento di intimazione di sfratto per morosità con la contestuale citazione per la convalida, grava sul locatore. Contenuto dell'atto di citazione L'azione si propone con atto di citazione, nel quale deve essere indicata l'autorità giudiziaria dinanzi alla quale è proposta l'azione ex art. 658 c.p.c. , seguita dalle generalità dell'istante (data di nascita e codice fiscale) e l'indicazione del difensore – che deve a sua volta inserire il proprio codice fiscale – dal quale è rappresentato e difeso, e presso il quale, è elettivamente domiciliato il quale dovrà, avere cura di indicare la propria pec ed il numero di fax per la ricezione delle relative comunicazioni La parte istante deve, inoltre, eleggere domicilio nel Comune in cui ha sede il giudice adìto. Nell'atto devono essere indicate le generalità del conduttore e la precisa indicazione dell'immobile, compresi i dati catastali dello stesso. Subito dopo la parte narrativa, va indicata l'intimazione formale dello sfratto per morosità nei confronti del conduttore, con l'invito a rilasciare nella disponibilità dell'intimante l'immobile precedentemente locato libero e sgombero da persone e cose, con la successiva vocatio in jus dello stesso conduttore a comparire dinanzi al giudice adito, indicando l'udienza di comparizione ed inserendo l'invito a costituirsi nei prescritti modi e termini di legge. Tra la data di notifica dell'intimazione e quello dell'udienza indicata nell'atto devono intercorrere almeno 20 giorni liberi. L'atto deve contenere l'avviso ex art. 663 c.p.c. , secondo cui se l'intimato non comparisce o comparendo non si oppone, il giudice convaliderà l'intimato sfratto per morosità. Nelle conclusioni, l'intimante deve chiedere al giudice adìto la convalida dello sfratto con la condanna del conduttore al rilascio dell'immobile libero da persone e cose, con la dichiarazione di cessazione del contratto, e la pronuncia dell'ordinanza ex art. 665 c.p.c. in caso di opposizione dell'intimato, e la sua condanna al pagamento delle spese di lite. Va anche precisata la concessione del termine minimo ex art. 56 della l. n. 392/1978. All'atto vanno allegati il contratto e la dichiarazione di valore riguardante il pagamento del contributo unificato. L'atto deve essere sottoscritto dal difensore, e contenere con separato atto, il mandato alla lite, sottoscritto dalla parte, la cui firma deve essere autenticata dal difensore. Richieste istruttorie Il locatore, il quale agisce ex art. 658 c.p.c. nei confronti del conduttore per conseguire la convalida dell'intimato sfratto per morosità, deve allegare i relativi presupposti, tra cui il contratto di locazione e la lettera di costituzione in mora del conduttore riguardante il mancato pagamento del canone di locazione, ed eventualmente anche degli oneri accessori dovuti dal medesimo ex art. 9 della l. n. 392/1978 in misura superiore ad almeno due mensilità del canone locatizio. In tale ottica, nella fase sommaria, in assenza di comparizione del conduttore, o di una sua opposizione, basterà quindi che il locatore attesti la persistenza della morosità del conduttore per conseguire la convalida dell'intimazione, con la sua condanna al rilascio. 4. ConclusioniIl locatore agisce nei confronti del conduttore rimasto inadempiente nel pagamento del canone mensile di locazione per conseguire insieme alla morosità anche la risoluzione del contratto e la restituzione della res locata. Il conduttore, sebbene la res condotta in locazione sia sprovvista dell'APE non può, solo per tale motivo, ritenersi esonerato dall'obbligazione primaria di corrispondere il canone mensile convenuto, attesa la validità del relativo contratto. Infatti, contrariamente a quanto era stato inizialmente stabilito nel d.l. n. 63/2013 , il legislatore, re melius perpensa, ha successivamente previsto che il contratto di locazione resta valido, essendo prevista unicamente una sanzione amministrativa in caso di inosservanza del relativo precetto legislativo. In particolare, ai sensi dell' art. 9 del d.lgs. n. 48/2020 , nei nuovi contratti di locazione di edifici o di singole unità immobiliari soggetti a registrazione, è inserita una clausola con la quale il conduttore dichiara di avere ricevuto le informazioni e la documentazione, comprensiva dell'attestato, in ordine all'attestazione della prestazione energetica degli edifici, ed in caso di omessa dichiarazione od allegazione, se dovuta, le parti sono soggette al pagamento, in solido ed in parti uguali, di una sanzione amministrativa pecuniaria. La normativa attualmente vigente nella materia qui considerata non prevede, dunque, alcuna invalidità del contratto di locazione stipulato senza l'APE, ragione per cui il conduttore resta comunque obbligato al pagamento del canone previsto nello stesso contratto di locazione, non essendo detta obbligazione paralizzata per effetto della violazione della suddetta norma, punita con una semplice sanzione amministrativa pecuniaria. Del resto, l'APE ha una finalità del tutto diversa e slegata rispetto all'osservanza dell'obbligazione primaria gravante sulla persona del conduttore di pagare il canone di locazione al fine di non alterare significativamente il sinallagma contrattuale a svantaggio del locatore, non potendo incidere sulla validità del rapporto locatizio, ed anche sull'entità del canone, posto che la possibilità o meno di avere un maggiore risparmio energetico potrebbe al massimo ripercuotersi unicamente sull'ammontare delle spese accessorie. Conseguentemente, è noto che, in tema di prova dell'inadempimento di un'obbligazione, il creditore che agisca per la risoluzione contrattuale, per il risarcimento del danno, oppure per l'adempimento deve soltanto provare la fonte negoziale o legale del suo diritto ed il relativo termine di scadenza, limitandosi alla mera allegazione della circostanza dell'inadempimento della controparte, mentre il debitore convenuto è gravato dell'onere della prova del fatto estintivo dell'altrui pretesa, costituito dall'avvenuto adempimento. Pertanto, l'intimante assolve compiutamente al proprio onere probatorio, producendo copia del contratto di locazione abitativa stipulato con il conduttore e regolarmente registrato, unitamente alla contestazione afferente il mancato pagamento del canone mensile, spettando al conduttore provare l'avvenuto pagamento del suddetto canone di locazione e delle spese accessorie, per evitare la pronuncia di risoluzione del contratto di locazione. |