Protezione internazionale: legittima la disciplina sulla certificazione della data della procura speciale
24 Gennaio 2022
La Corte costituzionale ha dichiarato non fondati i dubbi di legittimità, sollevati dalla terza sezione civile della Cassazione, con riferimento all'art. 35-bis, comma 13, d.lgs. 25/2008, nella parte in cui onera il difensore di certificare anche la data di rilascio della procura a ricorrere per cassazione nei giudizi in materia di protezione internazionale.
I giudici hanno ritenuto ragionevole la disciplina dettata dalla norma censurata la quale - oltre a confermare la regola generale di necessaria posteriorità del rilascio della procura - introduce anche l'onere per il difensore di certificarne la data di rilascio.
La prescrizione ulteriore contenuta nell'art. 35-bis, comma 13, cit. - inerente all'onere di certificazione della data di rilascio della procura - ha una funzione strumentale e rafforzativa della già esistente regola generale della posteriorità della stessa.
La ratio della disposizione è cioè quella, in un settore peculiare per l'esorbitante numero di ricorsi, di solito seriali, di rendere effettivo il rispetto della relativa prescrizione presidiandola con la certificazione dell'avvocato sulla «verità »della data.
Si precisa che si tratta di un onere posto a carico del difensore che riceve la procura e che si iscrive, come prescrizione questa sì speciale, ma non irragionevole, nel più ampio obbligo di lealtà del difensore (art. 88, comma 1, c.p.c.).
Ancora, secondo i giudici la disposizione non introduce un'ingiustificata disparità di trattamento rispetto alla disciplina generale - che prescrive che il difensore certifichi solo l'autografia della sottoscrizione della procura speciale -.
Essa si innesta nella disciplina del contenzioso, avente ad oggetto le richieste di protezione internazionale, la quale nel complesso è oggetto di regole processuali speciali.
In questo contesto, inoltre, il diritto alla tutela giurisdizionale è compromesso solo quando vengano imposti oneri tali da rendere impossibile o estremamente difficile l'esercizio del diritto difesa e tale non è l'onere di certificazione di cui è gravato il difensore dello straniero richiedente protezione.
Anche con riguardo alla violazione dei parametri - sia del diritto europeo, sia di quello convenzionale - le questioni sono state ritenute non fondate, non ravvisandosi la violazione della garanzia ad un ricorso giurisdizionale effettivo.
Le garanzie complessive a livello di diritto europeo, quanto alla tutela giurisdizionale dei richiedenti asilo, si sovrappongono, senza sopravanzarle come livello di tutela, a quelle assicurate nell'ordinamento nazionale dai parametri interni .
Inoltre, la disciplina del ricorso per cassazione nella materia della protezione internazionale è unica, nel contesto della trasposizione della direttiva 2013/32/UE, e rappresenta una tutela giurisdizionale ulteriore rispetto a quella assicurata a livello europeo.
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