Trattamenti inumani e degradanti nei confronti di un detenuto psichiatrico: la Corte Edu condanna l'Italia

Redazione Scientifica
25 Gennaio 2022

L'Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per trattamenti inumani e degradanti per aver trattenuto in regime detentivo in carcere un soggetto affetto da gravi problemi psichiatrici. Nonostante infatti due decisioni dei tribunali nazionali e un intervento della Cedu nel 2020 avessero dichiarato incompatibile la permanenza in carcere del condannato date le sue gravi condizioni di salute, le autorità pubbliche non sono state in grado di trovare una sistemazione idonea per il detenuto.

L'Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per trattamenti inumani e degradanti per aver trattenuto in regime detentivo in carcere un soggetto affetto da gravi problemi psichiatrici.

Nonostante infatti due decisioni dei tribunali nazionali e un intervento della Cedu nel 2020 avessero dichiarato incompatibile la permanenza in carcere del condannato date le sue gravi condizioni di salute, le autorità pubbliche non sono state in grado di trovare una sistemazione idonea per il detenuto.

La Cedu, con la sentenza depositata il 24 gennaio 2022, ha dichiarato che le carceri non sono luoghi di cura e quindi non possono prendere in carico la gestione di patologie psichiatriche gravi, è dunque necessario un ripensamento dei modelli per tutelare queste situazioni.

Inoltre, evidenziano i giudici europei, le REMS (residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza) non possono essere considerate le uniche strutture in grado di accogliere il condannato affetto da disturbi psichiatrici ma è necessario prendere in considerazione anche soluzioni di tipo comunitario o residenziale

L'Italia è stata condannata a un risarcimento di 36.400 €.

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