Opposizione allo stato passivo: revoca di contributi pubblici e tempestività dell’istanza di insinuazione

La Redazione
09 Febbraio 2022

Il Tribunale di Piacenza, nel procedimento di opposizione allo stato passivo nell'ambito della liquidazione coatta amministrativa, esamina il tema della tempestività dell'istanza di ammissione di un ente pubblico per crediti restitutori derivanti dalla revoca di contributi pubblici ex art. 9, comma 1, D.lgs. 123/1998.

Nell'ambito di un procedimento di opposizione proposto da un ente pubblico avverso un decreto di esecutività dello stato passivo di un società in LCA, con cui venivano esclusi i crediti restitutori derivanti dalla revoca di contributi pubblici ex art. 9, comma 1, D.Lgs. 123/1998, Il Tribunale accoglie l'opposizione, affermando che, nell'ipotesi di revoca, determinata da patologie attinenti alla fase amministrativa dell'erogazione di finanziamento di contributi pubblici direttamente a privati, “l‘ente pubblico non può che essere legittimato a proporre istanza di insinuazione se non successivamente all'adozione del provvedimento in autotutela di revoca del contributo ex art. 9, comma 1, D.Lgs 123/1998, poiché solo in seguito all'adozione di tale atto diventa indebita l'erogazione già disposta in favore del privato e, conseguentemente, sorge il diritto alla ripetizione in capo all'ente pubblico”.

Il dies a quo per la valutazione del ritardo nella proposizione della domanda coincide con l'adozione del provvedimento di revoca ex art. 9, comma 1, D.lgs. 123/1998, poiché solo in quel momento l'ente può dirsi titolare del diritto di credito quale diritto soggettivo perfetto e come tale idoneo ad essere azionato giudizialmente.

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