Impugnazione trasmessa a mezzo PEC: il difensore deve firmare digitalmente anche la copia del provvedimento impugnato?

Luigi Giordano
09 Febbraio 2022

La legge n. 176/2020, di conversione con modificazioni del d.l. n. 137/2020, ha introdotto una specifica disciplina per la presentazione in via telematica dell'impugnazione, superando i dubbi che erano stati espressi circa l'ammissibilità di tale modalità di spedizione nel periodo emergenziale..

Trasmissione dell'impugnazione a mezzo PEC: il difensore deve sottoscrivere digitalmente anche la copia del provvedimento impugnato?

La legge n. 176/2020, di conversione con modificazioni del d.l. n. 137/2020, ha introdotto una specifica disciplina per la presentazione in via telematica dell'impugnazione, superando i dubbi che erano stati espressi circa l'ammissibilità di tale modalità di spedizione nel periodo emergenziale.

L'art. 24, comma 6-bis, del d.l. n. 137/2020, come introdotto dalla legge di conversione, infatti, ha stabilito che “Fermo quanto previsto dagli articoli 581, 582, comma 1, e 583 del codice di procedura penale, quando il deposito di cui al comma 4 ha ad oggetto un'impugnazione, l'atto in forma di documento informatico è sottoscritto digitalmente secondo le modalità indicate con il provvedimento del Direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati di cui al comma 4 e contiene la specifica indicazione degli allegati, che sono trasmessi in copia informatica per immagine, sottoscritta digitalmente dal difensore per conformità all'originale”.

È necessario rispettare una forma minima così determinata:

  • l'atto in forma di documento informatico deve essere sottoscritto digitalmente secondo le modalità indicate con il provvedimento del Direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati di cui al comma 4 (cioè, con firma digitale o firma elettronica qualificata, secondo le tipologie PAdES e CAdES; gli atti che sono proposti da più soggetti possono essere firmati digitalmente da più soggetti purché almeno uno sia il depositante (art. 3, comma 3, del provvedimento DGSIA citato).
  • l'impugnazione deve contenere la specifica indicazione degli allegati, che sono anche essi trasmessi in copia informatica per immagine. La copia informatica per immagine degli allegati deve essere sottoscritta digitalmente dal difensore per conformità all'originale (art. 24, comma 6-bis, del d.l. cit.).

Tra gli allegati che devono essere sottoscritti in modo digitale dal difensore per assicurarne la conformità all'originale, peraltro, sembrerebbe che non debba ricomprendersi la copia del provvedimento impugnato.

L'art. 590 c.p.p., invero, dispone che al giudice dell'impugnazione sono trasmessi senza ritardo il provvedimento impugnato, l'atto di impugnazione e gli atti del procedimento.
L'art. 164 disp. att. c.p.p. non onera la parte che presenta una impugnazione del deposito di copie del provvedimento impugnato che, d'altra parte, è custodito dalla cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento, presso la quale si deposita l'impugnazione.

Nel caso specifico del riesame, l'art. 309, comma 5, c.p.p. prevede che sia il tribunale a richiedere gli atti presentati al GIP ex art. 291 c.p.p. nonché gli atti successivi. La richiesta di trasmissione degli atti nel corso delle indagini deve essere formulata al pubblico ministero che è in possesso degli atti.

L'art. 91 disp. att. c.p.p., inoltre, dispone che il Gip trasmetta al pubblico ministero in duplice copia l'ordinanza cautelare. Tra gli atti successivi a quelli presentati al Gip ex art. 291 c.p.p. che il pubblico ministero deve trasmettere al Tribunale, pertanto, è ricompresa anche la copia dell'ordinanza impugnata. Del resto, secondo un indirizzo giurisprudenziale, nel procedimento di riesame delle misure cautelari, non è onere del ricorrente produrre l'atto impugnato o copia dello stesso o di quelli connessi, essendo tale acquisizione a carico degli uffici giudiziari [Cass. pen., sez. V, 18 gennaio 2021 (dep. 4 marzo 2021), n. 8931].

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