Nel caso di danno da fatto illecito in condominio, è applicabile il principio della parziarietà?

Nicola Frivoli
08 Febbraio 2022

Il giudice del gravame è stato chiamato a riformare la pronuncia di prime cure in ordine all'applicazione del principio di parziarietà, in luogo di quello di solidarietà, nonostante quest'ultimo meglio si adatti in caso di all'applicabilità della regola alle obbligazioni da fatto illecito.
Massima

In tema di obbligazioni, la responsabilità risarcitoria del condominio di natura extracontrattuale soggiace alla regola della responsabilità solidale, ex art. 2055, comma 1, c.c., che opera in rafforzamento del credito, evitando il creditore di dover agire coattivamente contro tutti i condomini pro quota, e non applicabile, in assoluto, il principio della parziarietà.

Il caso

Il Tribunale competente condannava un condominio al pagamento a titolo di risarcimento in favore di tre condomini, oltre interessi e rivalutazione monetaria, da ripartire secondo i millesimi condominiali, nonché le spese di giudizio (pronuncia del 31.1.2011). Il giudice adito aveva, altresì, condannato, in solido col condominio, gli intervenuti volontariamente nel predetto giudizio. Veniva notificato atto di precetto da parte degli attori vittoriosi del giudizio ed avverso il quale veniva proposto opposizione agli atti esecutivi, ex art. 615 c.p.c., da parte dei detti condomini condannati in solido col condominio. Motivo dell'opposizione era la nullità del precetto poiché illegittimo, in quanto eccessivo nel suo importo determinato come dovuto, rispetto a quanto statuito dalla sentenza.

Si costituivano nel giudizio innanzi al Tribunale gli opposti, i quali facevano rilevare l'inapplicabilità del principio di parziarietà delle obbligazioni del condominio alle ipotesi di responsabilità extracontrattuale, atteso che, in tale caso, doveva trovare piena applicazione il principio della solidarietà di cui all'art. 2055 c.c. Il giudice di prime cure, in riferimento, all'opposizione agli atti esecutivi, accoglieva parzialmente l'opposizione proposta, limitando radicalmente l'importo portato dall'atto di precetto impugnato (euro 442,46), condannando, altresì, gli opposti alla restituzione delle somme in eccedenza loro corrisposte dagli opponenti (euro 6.451,08), oltre condannare i citati opposti al pagamento delle spese di lite in favore degli opponenti.

Avverso tale pronuncia del Tribunale bolognese, gli opposti proponevano appello, fondando il loro assunto sull'errata applicazione del principio della solidarietà, in luogo del principio della parziarietà, chiedendo la riforma in toto della sentenza, con susseguente condanna dell'appellato alla restituzione delle somme determinate con l'originaria sentenza, con vittoria di spese.

Si costituivano gli appellati, invocando il rigetto del gravame; la Corte distrettuale, assegnava i termini di cui all'art. 190 c.c., e si riservava per la decisione, e sciogliendo la stessa, accoglieva l'appello proposto, riformando la sentenza del 3.2.2014, condannando gli appellati a restituire le somme nonchè al pagamento delle spese del doppio grado di giudizio in favore degli appellanti.

La questione

Si trattava di accertare e verificare la sussistenza dei motivi di riforma della pronuncia di prime cure emessa dal Tribunale bolognese, nel giudizio di opposizione a precetto, ex art. 615 c.c.,

Tali aspetti sono stati esaminati dal giudice del gravame, il quale ha ritenuto fondati i motivi di doglianza degli appellanti, ritenendo applicabile nella fattispecie esaminata il principio della solidarietà e non il principio di parziarietà, erroneamente applicato dal giudice di prime cure.

Dunque, la sentenza di primo grado veniva riformata in toto ed accolto il gravame, con condanna degli appellati a rifondere le spese processuali del doppio grado del giudizio in favore degli appellanti.

Le soluzioni giuridiche

In linea di principio, è stata ritenuta corretta l'affermazione contenuta nella pronuncia della Corte distrettuale, secondo cui è stata dichiarata la fondatezza dei motivi posti a fondamento dell'appello proposto dagli appellanti, con vittoria delle spese processuali relative al doppio grado del giudizio.

Infatti, il giudice del gravame ha sottolineato che il principio della parziarietà delle obbligazioni non è in assoluto estensibile alla responsabilità extracontrattuale, come invece applicato dal giudice di prime cure.

Infatti, in tal senso, la Suprema Corte Sezioni Unite ha sancito quanto segue: “in riferimento alle obbligazioni assunte dall'amministratore o, comunque, nell'interesse del Condominio nei confronti dei terzi -in difetto di espressa previsione normativa che stabilisca il principio di solidarietà, trattandosi di un obbligazione avente ad oggetto una somma di denaro e, perciò, divisibile, vincolando l'amministratore i singoli condomini nei limiti delle sue attribuzioni e del mandato conferitogli in ragione delle quote, in conformità con il difetto di struttura unitaria del condominio - la responsabilità è retta dal criterio di parziarietà, per cui le obbligazioni assunte nell'interesse del condominio si imputano ai singoli componenti soltanto in proporzione delle rispettive quote, secondo criteri simili quelli dettati dagli artt. 752 e 1295 c.c. per le obbligazioni ordinarie(Cass. civ., sez. un., 8 aprile 2008, n. 9148).

Il primo giudicante ha ritenuto applicare tale principio di parziarietà anche alle obbligazioni nascenti da fatto illecito.

La censura mossa dagli appellanti è assolutamente fondata, perché la decisione presa dal Tribunale bolognese è assolutamente illogica, atteso che non trova rispondenza nella giurisprudenza di merito e in quella di legittimità, che ha pressoché escluso l'applicabilità della regola della parziarietà alle obbligazioni da fatto illecito.

In altri termini, la responsabilità risarcitoria del condominio di natura extracontrattuale, soggiace alla regola della responsabilità solidale, ex art. 2055, comma 1, c.c., che opera in rafforzamento del credito, evitando il creditore di dover agire coattivamente contro tutti i condomini “pro quota”, anche quando il danneggiato sia un condomino, equiparato a tali effetti ad un terzo danneggiato rispetto agli altri condomini, sicchè i singoli condomini devono intendersi solidamente responsabili rispetto ai danni derivanti dalla violazione dell'obbligo di custodia (Cass. civ., sez. un., 10 maggio 2016, n. 9449; Cass. civ., sez. II, 29 gennaio 2015, n. 1674; Trib. Palermo 3 maggio 2019, n. 2197; Trib. Roma 22 settembre 2008).

Ciò stante, la decisione presa nella fattispecie posta al vaglio del giudice del gravame, è sicuramente condivisibile: ha giustamente rideterminando l'ammontare del precetto (riportandolo a quello originario), rivisto, illegittimamente, quasi nella totalità dal Tribunale in prima battuta.

In conclusione, la responsabilità solidale - come detto - trova fondamento nella responsabilità da fatto illecito e la sua applicazione è legittima, di contro, non è applicabile il criterio della parziarietà, erroneamente considerato valido dal giudice di prime cure, e giustamente censurato dagli appellanti.

Osservazioni

L'art. 2055 c.c. disciplina l'ipotesi della responsabilità solidale e costituisce una norma di particolare rilievo nella tematica della responsabilità per disciplinare quei casi in cui il danno venga arrecato da più individui. La solidarietà viene stabilita proprio in favore di colui che subisce il danno. Ne deriva che l'unicità del fatto dannoso richiesta dalla norma in esame per la responsabilità solidale tra gli autori dell'illecito deve essere intesa in senso non assoluto, ma relativo al danneggiato; ricorrendo tale forma di responsabilità al fine di rafforzare la garanzia posta in favore dello stesso danneggiato e non alleviare la responsabilità degli autori dell'illecito. L'esigenza di garantire al danneggiato il risarcimento per intero del danno patito quando vi siano più soggetti responsabili si concreta nella possibilità di chiedere a tutti l'intero. Viene così a ridursi il rischio dell'insolvenza nonché dell'irrilevanza verso il danneggiato della diversità delle quote di responsabilità ad ognuno imputabili; in particolare i benefici coinciderebbero con un risparmio dei costi necessari al perseguimento della tutela giudiziaria, avendo la possibilità di rivolgersi per intero ad un solo responsabile in luogo di tutti, nonché esclusione del rischio dell'ignoto quanto all'individuazione dei responsabili, e principalmente l'esclusione dell'insolvenza dei responsabili, data la possibilità di poter chiedere il pagamento al soggetto ritenuto più solvibile, senza dover perseguire tutti i responsabili pro quota. L'art. 1294 c.c. afferma che ogni qual volta ci sono più condebitori, essi rispondono per intero, salvo deroga legale o pattizia. Dunque, quello che era un criterio tipico della responsabilità aquiliana, diventa regola anche nell'obbligazione plurisoggettiva da fonte contrattuale. Il termine condebitori esprime qui una vera e propria contitolarità nell'obbligo comune; una comunione del debito che ogni partecipe estingue con l'adempimento per la totalità verso il creditore. In definitiva, l'art. 2055 c.c. racchiude in sé un doppio volto: il primo è applicazione della regola di solidarietà definita all'art. 1292 c.c.; il secondo è espressione del contenuto tipico di una norma sulla responsabilità.

Per quanto attiene all'applicazione dell'istituto della solidarietà, così per come definito dall'art. 1292 c.c., va esplicitato che in tal senso l'obbligazione risarcitoria è solidale poiché è la medesima per tutti i corresponsabili con la conseguenza che il creditore-danneggiato potrà pretendere l'adempimento per la totalità da ciascuno così ottenendo la riparazione dell'intero danno subito, l'adempimento di uno avrà effetto liberatorio verso gli altri consorti. Per quanto attiene invece al piano della responsabilità, questo va spiegato nel senso che l'obbligo solidale è obbligo di natura risarcitoria. Da ciò ne deriva che il risarcimento del danno è espressione di una fattispecie di co-responsabilità. Se nella solidarietà di fonte negoziale il comune interesse che i condebitori hanno alla conclusione del contratto determina la misura del regresso per quote, nella solidarietà risarcitoria è l'elemento soggettivo dell'illecito a regolare i rapporti interni, la colpa è il primo criterio su cui commisurare il regresso. Inoltre, l'art. 2055 c.c. è norma sulla responsabilità anche sotto un ulteriore profilo, ossia quello dato dal fatto che l'obbligo risarcitorio è correlato al fatto dannoso imputabile a più persone, le quali saranno considerate tutte responsabili perché a tutte loro verrà imputato il medesimo evento lesivo. Tuttavia, ove esistano più possibili danneggianti, la graduazione delle colpe tra di essi esplica una funzione di ripartizione tra i coobbligati della somma versata a titolo di risarcimento del danno, senza escludere la solidarietà sussistente tra di loro.

Alla responsabilità solidale si contrappone quella parziaria. Le due forme di responsabilità pur avendo dei tratti in comune si differenziano profondamente. La disciplina delle obbligazioni parziarie si evince dall'art. 1314 c.c. il quale enuncia che: “Se più sono i debitori e i creditori di una prestazione divisibile e la obbligazione non è solidale, ciascuno dei creditori non può domandare il soddisfacimento del credito che per la sua parte, e ciascuno dei debitori non è tenuto a pagare il debito che per la sua parte”. Secondo quest'ultima disposizione normativa, ciascun debitore è obbligato non per l'intero ma solo per la sua parte di debito, dunque, secondo tale forma di responsabilità ciascun consorte è obbligato al risarcimento per la sola misura di danno imputabile alla propria responsabilità. Tra i tratti in comune alle due forme di responsabilità abbiamo la pluralità di soggetti sia dal lato attivo (creditori) che passivo (debitori) e l'identità della prestazione oggetto di prestazione. Tuttavia, l'obbligazione parziaria si differenzia da quella solidale per la modalità di adempimento; ciò poiché mentre nell'obbligazione solidale ciascun debitore è obbligato ad eseguire l'intera prestazione e ciascun creditore può esigerla per intero (con effetto liberatorio per ciascun debitore ed estintivo per ciascun creditore), nell'obbligazione parziaria ciascun debitore è obbligato solo per la quota di partecipazione al rapporto obbligatorio e ciascun creditore può esigere una quota della prestazione analogamente commisurata alla sua quota di partecipazione. In sostanza, ognuno risponderà del danno derivato dal proprio evento, secondo l'ordinaria disciplina degli artt. 2056 e 1223 ss. c.c. Sotto il profilo strutturale, anche l'obbligazione parziaria presuppone una pluralità di soggetti, ma il rapporto obbligatorio viene a frazionarsi in tante distinte parti quanti sono i creditori o i debitori; ciò è il frutto della divisibilità della prestazione. Si evince, allora, il nesso che lega le obbligazioni parziarie alle obbligazioni divisibili. L'obbligazione parziaria appare dunque destinata a occupare ambiti non presidiati dal principio di solidarietà. Orbene, poiché la responsabilità parziaria deroga al regime ordinario di solidarietà, essa deve essere espressamente prevista dalla legge, ciò in virtù della regola generale sancita dall'art. 1294 c.c.

Per completezza, trattando della solidarietà, il codice prevede il regresso all'art. 2055, comma 2, c.c., cioè riconosce a chi paga per intero il diritto di rivalersi pro quota verso gli altri coobbligati. Il regresso è inteso come diritto del solvens coobbligato in solido ad ottenere, in tutto o in parte, il rimborso dai consorti, questo diritto è del tutto nuovo, poiché sorge nel patrimonio del solvens a seguito del pagamento una volta estinto l'originario rapporto obbligatorio. Il diritto di regresso è sempre pro quota, mai può configurarsi un regresso per l'intero. Secondo la giurisprudenza, il diritto di regresso non può farsi valere prima del pagamento; inoltre, per esso non è necessario che si sia pagato per l'intero, ma al contrario è sufficiente che ci sia stato un pagamento oltre la propria quota (Cass. civ., sez. I, 19 febbraio 2003, n. 2469). Tale diritto comprende capitale, interessi e non solo, anche le spese sostenute per adempiere.

Il diritto di regresso rappresenta un diritto nuovo e ciò risulta anche dal dettato del codice, che conferisce all'interno dell'art. 1299, comma 1, c.c. al solvens una autonoma azione onde ripetere la parte di ciascuno, non la facoltà di fare valere l'originario diritto del creditore verso tutti i consorti. Sempre in termini di regresso come diritto nuovo si pone la massima per cui la prescrizione inizia a decorrere dalla data del pagamento. Diversa dal regresso è l'azione di rivalsa che si basa non sul vincolo di solidarietà ma su un diritto a riversare su altri il peso economico dell'obbligo verso il danneggiato.

Riferimenti

Nasini, Responsabilità nelle parti comuni in condominio, in Condominioelocazione.it;

Trapuzzano, Delimitazione della responsabilità del condominio per i danni cagionati da cose in custodia, in Giust. civ., settembre 2018;

Grasso, Atto lecito dannoso e condominio, in Libro dell'anno del diritto, Treccani, 2017;

Mazzamuto, Manuale di diritto privato, 2ª ed., Torino, 2017;

Perrotta, La solidarietà passiva condominiale ha natura solidale ma parziaria, in Diritto & giustizia, 2015, fasc. 4, 235;

Gnani, L'art. 2055 c.c. e il suo tempo, in Danno e resp., 2001;

Violante, Responsabilità solidale e responsabilità parziaria, in Danno e resp., 2001.

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