L'insinuazione al passivo fallimentare e la cessione dei crediti in blocco

La Redazione
24 Febbraio 2022

In materia di insinuazione al passivo fallimentare, la domanda di ammissione del credito con rango ipotecario comprende necessariamente in sé anche quella di ammissione in semplice chirografo (…); in materia di cessione dei crediti in blocco (…) la questione dell'essere il credito compreso tra quelli ceduti è rilevabile d'ufficio dal giudice di merito, attendendo al fondamento della domanda proposta dal cessionario.

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso n. 5857/2022, proposto dalla società C.F. s.r.l. contro un'altra società F.A. s.a.s., avverso la sentenza della Corte d'Appello di Venezia, per una causa riguardante il fallimento.

La vicenda cominciava quando la F.A. s.a.s., prima di essere dichiarata fallita, aveva stipulato un contratto con una banca italiana, prevedente il rimborso in rate mensili dei debiti scaduti, con garanzia ipotecaria su alcuni immobili della società.

In concomitanza, la stessa banca, aveva concluso con la ricorrente C.F. s.r.l. un contratto di cessione dei crediti in blocco, ai sensi dell'art. 58 TUB.

In sede di accertamento del passivo, la banca italiana si era insinuata, con prelazione ipotecaria, risultata poi revocabile e pertanto il credito veniva ammesso al chirografo, proponendo per questo opposizione, poi respinta dal Tribunale di Treviso.

Stessa sorte anche per la società C.F. s.r.l. che aveva visto respinta la sua domanda di ammissione al passivo con prelazione ipotecaria.

Pertanto, la ricorrente ha proposto ricorso per Cassazione sulla base di una serie di motivi doglianza.

Nello specifico, la Corte di Cassazione si è concentrata su due temi fondamentali, pronunciando i seguenti principi di diritto: «in materia di insinuazione al passivo fallimentare, la domanda di ammissione del credito con rango ipotecario comprende necessariamente in sé anche quella di ammissione in semplice chirografo, da considerare come subordinata in ragione del riferimento al mero accertamento del credito causale che lo caratterizza; cosicché su tale domanda il giudice del merito, ove anche ritenga l'ipoteca revocabile, è tenuto a pronunciare comunque in base al principio di completezza di cui all'art. 112, comma 1, c.p.c.; in materia di cessione dei crediti in blocco ex art. 58 TUB, la questione dell'essere il credito compreso tra quelli ceduti è rilevabile d'ufficio dal giudice di merito, attendendo al fondamento della domanda proposta dal cessionario; e la parte che agisca affermandosi successore a titolo particolare del creditore originario, in virtù di un'operazione di cessione in blocco, ha anche l'onere di dimostrare l'inclusione del credito medesimo in detta operazione, in tal modo fornendo la prova documentale della propria legittimazione sostanziale, salvo che la controparte non l'abbia esplicitamente o implicitamente riconosciuta».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it

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