Transazione fiscale e trattamento dell'Agenzia delle entrate nell'accordo di ristrutturazione

22 Marzo 2022

Quale trattamento va riservato all'Agenzia dell'Entrate nell'accordo di ristrutturazione di società che intenda proseguire l'attività d'impresa in presenza di scaduto anche previdenziale avente privilegio di rango superiore rispetto all'Erario?

Quale trattamento va riservato all'Agenzia dell'Entrate nell'accordo di ristrutturazione di società che intenda proseguire l'attività d'impresa in presenza di scaduto anche previdenziale avente privilegio di rango superiore rispetto all'Erario?

La transazione fiscale/previdenziale è istituto divenuto più appetibile a seguito dell'introduzione, nell'ambito di accordo di ristrutturazione ex art. 182 bis, comma 4, l. fall. (oltre che di concordato preventivo) del voto “sostitutivo” del Tribunale in caso di mancata adesione dell'Agenzia delle Entrate: si tratta di novità di non poco conto se si considera che spesso l'Ente non si pronunciava per tempo sulla proposta di transazione, impedendo nella maggior parte dei casi l'omologazione dell'accordo ex art. 182 bis (o del concordato ex artt. 160 ss. l.fall.)

L'interesse per l'istituto della transazione fiscale è ulteriormente accresciuto stante recenti tesi dottrinali che ammettono la deroga al rispetto dell'ordine dei privilegi anche in caso di adesione all'accordo, ex art. 182 ter, dell'INPS e dell'Agenzia delle Entrate (v. G. Andreani - A. Tubelli, Il divieto di trattamento deteriore dei crediti tributari e contributivi nella transazione fiscale, in questo portale, 11 febbraio 2022).

La suddetta deroga, in particolare, consente di non canalizzare l'attivo disponibile sino a concorrenza del 100% del debito INPS e quindi di riconoscere la quota residua all'Erario, di rango privilegiato inferiore.

In questo modo anche l'Agenzia delle Entrate può ritenere conveniente la proposta in alternativa all'opzione liquidatoria nel rispetto dell'art. 182 ter, comma 5, come modificato dall'art. 3 D.L. 125/2020, convertito con modificazioni dalla L. n. 248/2020.

Lo schema di accordo che precede può altresì basarsi, ove l'attività d'impresa prosegua, sull'inquadramento dei flussi di cassa futuri alla stregua di “finanza esterna” (ove detti flussi non si prospettino nel caso alternativo della liquidazione - v. da ultimo Rasile - Zanotti, Flussi finanziari derivanti dalla continuità indiretta, ragionevole durata delle procedure concorsuali e misura minima di soddisfacimento dei creditori,

in

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, 28 aprile 2021). In tale ipotesi, è parimenti possibile destinare ai creditori il correlativo importo in deroga all'ordine dei privilegi.

Questa modalità di risoluzione della crisi si attaglia in particolare a imprese in grado di proseguire l'attività in continuità sotto il profilo finanziario, dunque senza scaduto di creditori bancari o di fornitori, ma con incapacità di rimborso del debito contributivo e fiscale (a maggior ragione ora che sono venute meno le sospensioni legate alla pandemia).

In particolare potrà stabilirsi, una volta quantificato l'attivo in ottica liquidatoria, quale sia il surplus derivante dai flussi futuri di cassa, destinandoli tra i due enti con libertà e ponderazione tali da fondare la convenienza della proposta per entrambi gli Enti.

Si dischiude dunque per le imprese, se avranno conferma le due tesi sopra richiamate, l'opportunità di sopravvivere al mercato nonostante l'accumulo di debiti INPS e fiscali: la deroga dell'ordine dei privilegi (anche) per gli accordi ex art. 182 bis con proposta di transazione ex art. 182 ter, da un lato, e l'inquadramento dei flussi di cassa futura come “finanza esterna”, dall'altro.

Va peraltro aggiunto che un simile schema di transazione fiscale/previdenziale basato su flussi di cassa futuri può prendere forma solo nell'ambito di una significativa revisione concreta del business: l'accordo di ristrutturazione dovrà cioè essere attestato in base ad un piano industriale che mostri innovazioni (di prodotto, di organizzazione, di finanza, etc.) tali da giustificare l'andamento positivo futuro, senza che si replichi un passato foriero di detto scaduto previdenziale - fiscale.

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