Prestatori di servizi di valuta virtuale e portafoglio digitale: le novità del decreto ministeriale

24 Marzo 2022

Il 17 febbraio 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Ministeriale del 13 gennaio 2022, nel quale il MEF ha definito modalità e tempistica con cui i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale e i prestatori di servizi di portafoglio digitale sono tenuti a comunicare la propria operatività. Il contributo analizza le principali novità e l'impatto sulle cripto-attività.
Introduzione

Le criptovalute stanno attraendo sempre di più l'attenzione da parte dell'intera popolazione e vanno ad inserirsi in un mercato in costante evoluzione: la digitalizzazione della finanza e dell'economia. Si sta, così, sviluppando un mondo sempre più complesso e interconnesso, che si allontana dai confini tradizionali. Soprattutto la generazione dei millennial è portata ad interfacciarsi con questo nuovo mondo digitale, anche in considerazione del profilo speculativo che lo caratterizza. Tale profilo però crea delle perplessità. Infatti, l'assenza di una adeguata educazione finanziaria, nella maggior parte dei casi, comporta un elevato rischio di perdita del capitale investito.

Atteso quanto sopra, appare evidente che è necessario porre in essere dei presidi normativi al fine di tutelare gli utenti.

Al riguardo, sarebbe opportuno introdurre una normativa ad hoc, che permetta di predisporre un regime di controllo adeguato alla realtà digitale, mentre sarebbe infruttuoso cercare di adattare norme già esistenti che non tengono conto in alcun modo delle prassi operative e delle caratteristiche delle valute virtuali, nonché della tecnologia che ne è alla base, la c.d. blockchain.

Facendo un breve cenno sulle origini di tale tecnologia, si ritiene che Satoshi Nakamoto abbia inventato la blockchain. Non è chiaro se tale pseudonimo sia riconducibile ad una persona fisica o a un gruppo di persone. L'unico elemento certo è l'articolo apparso il 31 ottobre 2008 firmato appunto da tale Satoshi Nakamoto, in cui è stata descritta per la prima volta una nuova tecnologia, appunto la blockchain, in grado di evitare il ricorrere alle istituzioni bancarie per effettuare scambi di denaro.

La prima transazione è avvenuta in bitcoins il 12 gennaio 2009, e da quel momento - sulla scia della sfiducia nei confronti delle istituzioni – tale tecnologia ha avuto una enorme crescita.

Atteso quanto sopra, occorre fare delle precisazioni in relazione all'utilizzo delle valute virtuali. Queste ultime usufruiscono della tecnologia blockchain, caratterizzata da una forma decentralizzata, che consente lo scambio di valori, assicurando al contempo la certezza delle stesse e garantendo la fiducia degli utenti. Tale tecnologia è caratterizzata da un sistema distribuito, ciò significa che tutte le informazioni sono replicate in una serie di computers - cosiddetti “nodi” - in una posizione di parità. Le transazioni vengono ordinate in modo cronologico, attraverso la suddivisione in “blocchi”, identificati con una stringa alfanumerica c.d. “hash”, che comprende anche l'“hash” del blocco precedente, fino a costituire una catena di blocchi.

Tale complesso processo operativo, rende quasi impossibile qualsiasi tentativo di frode, atteso che la modifica di ogni “hash” spezzerebbe la catena, comportando in tal modo il cambiamento degli “hash” successivi.

L'utilizzo di valute virtuali e l'iscrizione in OAM

Come sopra esposto, al giorno d'oggi l'utilizzo di valute virtuali, soprattutto a fini speculativi, sta attirando l'interesse di molteplici soggetti, nella maggior parte dei casi non adeguatamente informati sui rischi connessi all'investimento posto in essere.

L'utente può procurarsi valute virtuali convertendo moneta avente corso legale in valore digitale da operatori preposti cosiddetti exchangers - i quali si occupano della compravendita, in nome proprio e per conto altrui, di criptovaluta, in cambio di valuta legale, oppure mettono in contatto acquirente e venditore. In alternativa, la valuta virtuale può essere acquistata da altri utenti.

Il diffuso utilizzo di valute virtuali ha implicato la nascita di nuove figure professionali, non sempre assoggettate a una specifica normativa di settore.

In relazione a ciò, la Direttiva UE 2018/843 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018, c.d. V Direttiva AML, ha sottoposto agli obblighi antiriciclaggio sia i prestatori di cambio valute virtuali contro valute aventi corso legale che i prestatori di servizi di portafoglio digitale. Pertanto, allo scopo di tutelare maggiormente la clientela e garantire una prima forma di controllo, si è ritenuto opportuno prevedere la registrazione in un apposito Elenco dei soggetti sopra indicati. L'Italia ha dato attuazione alle citate disposizioni con il D.Lgs. 25 maggio 2017 n. 90, modificando il D.Lgs. 21 novembre 2007 n. 231 nonché il D.Lgs. 13 agosto 2010 n. 141, in relazione ai contratti di credito ai consumatori. L'art. 1, comma 2, lett. ff), del D.Lgs. 21 novembre 2007 n. 231 definisce i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valute virtuali, ossia “ogni persona fisica o giuridica che fornisce a terzi, a titolo professionale, servizi funzionali all'utilizzo, allo scambio, alla conservazione di valuta virtuale e alla loro conversione da ovvero in valute aventi corso legale”. All'art. 1, comma 2, lett. ff-bis), del citato d.lgs. n. 231/2007 sono indicati i prestatori di portafogli digitali, ossia ogni persona fisica o giuridica che fornisce a terzi a titolo professionale, anche online, servizi di protezione delle chiavi crittografiche private, in nome e per conto dei propri clienti, con lo scopo di detenere, memorizzare e trasferire criptovalute. Inoltre, il D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 90 ha modificato l'art. 17 bis, del D.Lgs. 13 agosto 2010 n. 141, il quale stabilisce l'istituzione del Registro dei cambiavalute ad opera dell'OAM, Organismo degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi.

La modifica ha comportato l'introduzione del comma 8 bis al medesimo articolo, che prevede a carico dell'OAM l'istituzione di una sezione speciale del predetto Registro, al fine di censire i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale e i prestatori di servizi di portafoglio digitale. A seguito di tale modifica normativa, il MEF ha disposto una bozza di decreto attuativo, la cui consultazione pubblica si è conclusa il 16 febbraio 2018. La bozza di decreto ministeriale prevedeva che fossero obbligati al censimento i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale, i prestatori di servizi di portafoglio digitale nonché gli operatori commerciali - operanti sul territorio della Repubblica Italiana accettanti valuta virtuale, come corrispettivo di qualsiasi prestazione avente ad oggetto beni, servizi od altre utilità.

Il decreto del MEF e i nuovi obblighi informativi per i prestatori di servizi in valute virtuali

Il 17 febbraio 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Ministeriale del 13 gennaio 2022 riguardante “Modalità e tempistica con cui i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale e i prestatori di servizi di portafoglio digitale sono tenuti a comunicare la propria operatività sul territorio nazionale nonché forme di cooperazione tra il Ministero dell'economia e delle finanze e le forze di polizia”.

Il citato Decreto è indirizzato solo ai prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale e ai prestatori di servizi di portafoglio digitale, che devono comunicare lo svolgimento della propria attività - anche online - sul territorio della Repubblica, come stabilito dall'art. 17-bis, comma 8-ter, del D.Lgs. 13 agosto 2010 n. 141. In particolare, i soggetti in argomento sono obbligati ad iscriversi nella sezione speciale del Registro dei cambiavalute tenuto dall'Organismo.

Entrando nel dettaglio: l'articolo 3 del citato DM riguarda le modalità con cui gli exchanger e i wallet provider sono tenuti a comunicare la propria operatività, condizione essenziale per l'esercizio legale della relativa attività sul territorio della Repubblica. Occorre evidenziare che l'iscrizione è subordinata al possesso dei requisiti ex art. 17-bis, comma 2, del D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 141. In caso di mancata comunicazione l'attività svolta è considerata abusiva.

A decorrere dall'entrata in vigore del Decreto, l'Organismo ha novanta giorni per l'avvio della sezione speciale del Registro dei cambiavalute, previsto per il 18 maggio 2022. A tal riguardo l'OAM ha chiarito, con apposito comunicato stampa del 18 febbraio 2022, che i soggetti, già operativi nel momento di apertura del Registro, ed in possesso dei requisiti richiesti ex lege, avranno 60 giorni per provvedere alla comunicazione della propria operatività in Italia. Invece, coloro che alla data di apertura del Registro non saranno ancora operativi, dovranno comunicare l'intenzione di operare in Italia. L'Organismo avrà 15 giorni per verificare la regolarità e completezza della comunicazione e della documentazione allegata e procedere con l'iscrizione dei citati soggetti o eventualmente negarla. Inoltre, tale termine potrà essere sospeso una sola volta, al massimo per 10 giorni, nel caso in cui l'OAM ritenga la comunicazione non completa.

Proseguendo nell'analisi del DM, l'art. 4, comma 2, stabilisce che l'OAM si occuperà di rendere chiaro e completo l'accesso al pubblico dei dati indicati nella Sezione speciale del Registro dei Cambiavalute. I commi successivi dell'art. 4 indicano che sarà onere dell'OAM fornire, su richiesta, ogni informazione e documentazione detenuta alla luce della gestione del citato Registro, ai soggetti istituzionali impegnati nella lotta al riciclaggio e al terrorismo. In via ulteriore, l'Organismo ha poteri di sospensione e cancellazione dei soggetti in argomento dalla sezione speciale del Registro, provvedimenti che inibirebbero lo svolgimento dell'attività riservata.

L'art. 5 del DM definisce il contenuto, le modalità e la periodicità dell'obbligo di trasmissione delle informazioni relative alle operazioni effettuate. In particolare, i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale e i prestatori di servizi di portafoglio digitale trasmettono all'OAM i dati relativi alle operazioni effettuate sul territorio della Repubblica italiana, ossia i dati identificativi del cliente, nonché i dati sintetici relativi all'operatività complessiva per singolo cliente.

L'Allegato n. 1 al Decreto indica in modo dettagliato le informazioni da trasmettere all'Organismo, l'Allegato n. 2, invece, individua le tipologie di servizio prestato.

Considerazioni conclusive

In conclusione, il DM del 13 gennaio 2022 stabilisce che i prestatori di servizi relativi all'utilizzo di valuta virtuale e i prestatori di servizi di portafoglio digitale sono sottoposti alla vigilanza della Guardia di Finanza, in quanto inseriti nella categoria di “operatori non finanziari”, di cui al D.Lgs. 21 novembre 2007 n. 231, e non alla vigilanza dell'OAM.

Tale intervento normativo è finalizzato alla tutela del consumatore, il quale non avendo una cultura finanziaria adeguata ed appropriata può incorrere in truffe o raggiri nonché perdere l'intero capitale investito.

L'istituzione della sezione speciale del Registro dei Cambiavalute ha lo scopo di consentire al cliente di reperire informazioni e avere contezza immediata se l'operatore con cui si interfaccia opera lecitamente sul territorio della Repubblica Italiana.

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