Trasferimenti immobiliari a latere degli accordi di separazione e divorzio

Rosaria Giordano

1. Bussole di inquadramento

Trasferimenti immobiliari nella crisi familiare

Gli atti che contemplano trasferimenti immobiliari tra coniugi o in favore dei figli, nell'ambito della separazione e del divorzio, sono ritenuti funzionali alla risoluzione della crisi familiare e alla composizione concordata della vicenda coniugale e quindi meritevoli di tutela, qualora garantiscano il risultato solutorio, non essendo in contrasto con norme imperative, né con diritti indisponibili.

Costituendo un contenuto eventuale, tali accordi patrimoniali sono del tutto autonomi e trovano solo “occasione” nella separazione o nel divorzio e, pertanto, non sono suscettibili di modifica (o conferma) in sede di ricorso ad hoc ex art 710 c.p.c. o di divorzio.

La questione più problematica che si è posta in questi anni è se il riconoscimento del ruolo centrale del consenso dei coniugi anche nella definizione della crisi coniugale possa far ritenere valide anche clausole aventi effetti immediatamente traslativi, che prescindano dall'intervento notarile, ovvero se sia possibile, in sede di separazione consensuale o di divorzio congiunto, stipulare solo accordi con cui venga assunto l'impegno preliminare di vendita o di acquisto di un bene.

La tesi contraria alla possibilità di prevedere tra gli accordi che regolano la crisi coniugale quelli immediatamente traslativi della proprietà immobiliare

Secondo una prima impostazione interpretativa, le condizioni della separazione consensuale, suscettibili di essere inserite nel relativo verbale e poi omologate, non comprendono qualsiasi contratto stipulato dai coniugi in vista della cessazione del rapporto coniugale, rientrando in esse solo le clausole che attengono all'assegnazione della casa familiare, al mantenimento del coniuge e dei figli, all'affidamento di questi ultimi e all'esercizio della responsabilità genitoriale e che, più in generale, avrebbero potuto costituire oggetto della pronuncia del giudice, nell'ipotesi di separazione contenziosa. Analogamente, i fautori di tale posizione, con riguardo alle condizioni di divorzio congiunto, sostengono che l'accordo delle parti può riguardare solo quelle questioni e quei rapporti (personali e patrimoniali) che potrebbero essere oggetto di statuizioni in sede di divorzio contenzioso.

L'ostacolo principale è individuato nella circostanza che solo il notaio (o un altro pubblico ufficiale rogante e non anche il giudice) può ricevere i negozi giuridici in questione, i quali, se riportati nel verbale, non possono comunque essere trascritti.

La tesi che riconosce la possibilità di inserire accordi di trasferimento della proprietà nelle clausole della separazione consensuale o del divorzio congiunto

Secondo l'impostazione che è divenuta nel tempo dominante dominante, gli accordi in sede di separazione (e di divorzio) comprendano validamente, oltre alle clausole definite necessarie, anche quelle che integrino altri patti, a cui i coniugi le parti abbiano voluto condizionare il consenso alla separazione, affermando la meritevolezza di tutela dei corrispondenti accordi, ove non riconducibili a figure tipiche. In sostanza, dovrebbe ammettersi una sorta di contratto di definizione degli aspetti patrimoniali della crisi coniugale, tale da ricomprendere ogni forma di costituzione e di trasferimento di diritti patrimoniali, compiuti con o senza controprestazione, in occasione della crisi coniugale. Fondamento positivo potrebbe individuarsi anche nelle espressioni utilizzate dal legislatore, laddove fa riferimento alle «condizioni della separazione consensuale» (art. 711 c.p.c.), e alle «condizioni inerenti alla prole e ai rapporti economici» in sede di divorzio (art. 4, comma 16, l. n. 898/1970).

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
Quali sono gli effetti che possono avere gli accordi sul trasferimento di immobili tra i coniugi a seguito della crisi del matrimonio?

Orientamento delle Sezioni Unite

Gli accordi in sede di separazione e divorzio possono avere immediata efficacia traslativa dei diritti di proprietà immobiliare

Con una recente decisione le Sezioni Unite della Corte di cassazione hanno risolto la questione di massima di particolare importanza in esame, affermando che in sede di separazione consensuale e divorzio congiunto, sono ammissibili accordi tra le parti che non si limitino all'assunzione di un mero obbligo preliminare, ma attuino in via diretta e immediata il trasferimento della proprietà di beni o di altri diritti reali sugli stessi (Cass. S.U., n. 21761/2021).

Tale tesi si fonda, in primo luogo, sulla considerazione per la quale, in forza dell'art. 4, comma 16, l. n. 898/1970, in caso di separazione consensuale o di divorzio congiunto (o su conclusioni conformi), la sentenza del Tribunale deve verificare esclusivamente “la sussistenza dei presupposti di legge” e “la rispondenza delle condizioni all'interesse dei figli”, configurandosi così un controllo meramente esterno da parte dell'autorità giudiziaria. In detto contesto imporre alle parti di limitarsi a contrarre un preliminare di vendita e acquisto anziché il trasferimento immediato dei diritti immobiliari, violerebbe l'autonomia privata delle parti, costituzionalmente tutelata dagli artt. 2,3,41 e 42 Cost.

Le Sezioni Unite hanno precisato che, tuttavia, le clausole in questione per dare luogo ad una valido trasferimento immobiliare devono rispettare i requisiti previsti dalla legge ed, in particolare, l'art. 29, comma 1-bis, l. n. 52/1985.

Pertanto, l'accordo dovrà contenere, a pena di nullità, oltre all'identificazione catastale, il riferimento alle planimetrie depositate in catasto e la dichiarazione, resa in atti dagli intestatari, della conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie sulla base delle disposizioni vigenti in materia catastale.

La S.C. ha evidenziato che poiché la nullità in questione ha carattere testuale, essendo comminata per il solo fatto che manchino i predetti elementi, in sede di separazione o divorzio, ai fini della validità dei trasferimenti immobiliari, è indispensabile che l'atto traslativo contenga gli elementi sovramenzionati, a prescindere dall'esattezza e dalla veridicità di essi, non occorrendo formalizzare gli stessi all'interno di un atto notarile. In particolare, le verifiche che l'art. 29, comma 1-bis, l. n. 52/1985 riserva al notaio, possono essere validamente compiute anche dal cancelliere, al quale le parti sono tenute a presentare, a tal fine, tutta la documentazione necessaria.

Le Sezioni Unite hanno altresì precisato che la forma dell'atto traslativo, prescritta dall'art. 29, comma 1-bis, l. n. 52/1985 (atto pubblico o scrittura privata autenticata), è soddisfatta dal verbale di udienza di comparizione dei coniugi, redatto dal cancelliere ai sensi dell'art. 126 c.p.c. dotato dei requisiti di forma scritta ex art. 1350 c.c. prescritti per i trasferimenti immobiliari, che è atto pubblico ai sensi dell'art. 2699 c.c., avente fede privilegiata fino a querela di falso e trascrivibile ai sensi dell'art. 2657 c.c.

3. Azioni processuali

Funzione e natura del giudizio

Le clausole in questione sono di solito contenute nell'ambito delle condizioni economiche della separazione consensuale ovvero del ricorso di divorzio congiunto.

L'autorità giudiziaria in sede di omologa è quindi tenuta ad un controllo solo esterno su tali clausole, che diviene più penetrante se la coppia ha figli minori dovendo rispondere gli accordi anche economici al superiore interesse degli stessi.

Inoltre, attraverso il cancelliere, dovrà essere verificata la sussistenza dei requisiti contemplati dall'art. 29, comma 1-bis, l. n. 52/1985 per un valido trasferimento immobiliare, avendo riguardo alla documentazione presentata dalle parti.

Aspetti preliminari

Negoziazione assistita

Le Sezioni Unite della Corte di cassazione non si sono confrontate in ordine alla possibilità di inserire clausole siffatte anche negli accordi intervenuti, ai fini della separazione o del divorzio, tra i coniugi nell'ambito della procedura di negoziazione assistita introdotta dall'art. 6 del d.l. n. 132/2014, conv., con modif., in l. n. 162/2014.

Peraltro, dalla l. n. 206/2021 (legge delega di riforma del processo civile) sembra doversi trarre un'indicazione del legislatore che, pur consentendo l'inserimento di siffatte pattuizioni negli accordi raggiunti in tale procedura, i relativi effetti potranno operare solo sul piano obbligatorio e non anche reale. L'art. 1, comma 4, lett. u), l. n. 206/2021 ha invero demandato al Governo di modificare il predetto art. 6 prevedendo espressamente che gli accordi raggiunti a seguito di negoziazione assistita possano contenere anche patti di trasferimenti immobiliari con effetti obbligatori.

Sul piano processuale, è opportuno ricordare che, ai sensi dell'art. 6, comma 1, del d.l. n. 132/2014, cit., la convenzione di negoziazione assistita da almeno un avvocato per parte può essere conclusa tra coniugi anche al fine di raggiungere una soluzione consensuale in ordine alla modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.

Opera anche in questa ipotesi la “biforcazione” del procedimento a seconda della presenza di figli dei coniugi da tutelare prevista dal capoverso del predetto art. 6.

Invero, in mancanza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ai sensi dell'art. 3, comma 3, della l. n. 104/1992, ovvero economicamente non autosufficienti, l'accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita è trasmesso al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente il quale, quando non ravvisa irregolarità, comunica agli avvocati il nullaosta per gli adempimenti ai sensi del comma 3 dell'art. 6 d.l. n. 132/2014.

Diversamente, in presenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ovvero economicamente non autosufficienti, l'accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita deve essere trasmesso entro il termine di dieci giorni al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente, il quale, quando ritiene che l'accordo risponde all'interesse dei figli, lo autorizza. Quando ritiene che l'accordo non risponde all'interesse dei figli, il procuratore della Repubblica lo trasmette, entro cinque giorni, al presidente del tribunale, che fissa, entro i successivi trenta giorni, la comparizione delle parti e provvede senza ritardo. All'accordo autorizzato si applica il comma 3 del citato art. 6 d.l. n. 132/2014.

Competenza

La competenza a conoscere dei ricorsi per la separazione consensuale appartiene al Tribunale, la cui competenza per territorio è disciplinata dall'art. 706 c.p.c.

Tale norma, con l'esclusione del criterio della residenza comune dei coniugi, trova applicazione anche nell'ipotesi in cui dette richieste accedano al ricorso per divorzio congiunto.

Legittimazione

Il ricorso, anche nell'ipotesi di separazione consensuale, può essere proposto dai coniugi congiuntamente, difesi da un unico avvocato.

Atti di parte

Contenuto del ricorso

Il ricorso deve contenere le generalità del ricorrente (o dei ricorrenti nell'ipotesi di ricorso congiunto) e del suo difensore, compresa l'indicazione del codice fiscale di entrambi, e del numero di fax e di posta elettronica certificata del difensore presso cui la parte deve eleggere domicilio, nel Comune nel quale ha sede il giudice adito, conferendogli con atto separato la procura alla lite, la quale, va sottoscritta dal ricorrente e dal difensore che deve autenticarne la sottoscrizione.

Nel ricorso, tanto di separazione consensuale, che di divorzio congiunto, devono essere ben enucleate le singole clausole, specie quelle che prevedono eventuali trasferimenti immobiliari con efficacia immediatamente traslativa, che vanno a comporre la crisi familiare sul piano economico.

Profili di merito

Documentazione da depositare

Le Sezioni Unite (Cass., S.U., n. 21761/2021) hanno precisato che ai fini della validità del trasferimento immobiliare immediatamente traslativo è necessario che le condizioni della separazione consensuale e del divorzio congiunto contengano, e siano corredate della documentazione correlata (ad esempio quella ipo-catastale) gli elementi necessari ai fini della validità di una compravendita immobiliare ex art. 29, comma 1-bis, l. n. 52/1985.

Impugnazione dell’accordo

La Suprema Corte ( Cass.  III,  n. 15169/2022 ), ha di recente chiarito un profilo che avrebbe potuto essere problematico dopo l'intervento delle Sezioni Unite (Cass.,  S.U., n. 21761/2021): in caso di divorzio congiunto (e dunque anche separazione consensuale) l'accordo tra coniugi avente ad oggetto un trasferimento immobiliare, dopo il passaggio in giudicato della sentenza di divorzio che lo recepisce,è soggetto alle ordinarie impugnative negoziali a tutela delle parti o di terzi (ad esempio, domanda di simulazione e revocatoria), perché tale accordo ha natura negoziale e la sentenza che lo recepisce natura dichiarativa.

La più recente Cass. I, n. 24687/2022 – ribadito il predetto assunto per il quale il negozio patrimoniale di attribuzione immobiliare, contenuto nelle condizioni di separazione consensuale omologate, stante la sua autonomia, può essere aggredito dai terzi creditori del simulato alienante con l'azione di simulazione assoluta – ha ritenuto valida l'iscrizione ipotecaria effettuata dai terzi creditori del simulato alienante dopo l'atto di disposizione patrimoniale e prima della sentenza di accoglimento della domanda di simulazione assoluta, che provoca la nullità del negozio per assenza di causa, sicché i beni si considerano come mai usciti dal patrimonio del disponente.

4. Conclusioni

La valorizzazione dell'autonomia dei coniugi, ove persegua interessi meritevoli di tutela ex art. 1322 c.c., quali sono senz'altro quelli a pervenire ad una soluzione, sul piano economico, della crisi coniugale con un accordo di carattere complessivo, è alla base del principio, espresso di recente dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione, tanto più rilevante a fronte degli orientamenti disparati emersi sulla questione tanto nella giurisprudenza di merito quanto in dottrina, per il quale, in sede di separazione consensuale e divorzio congiunto, sono ammissibili accordi tra le parti che non si limitino all'assunzione di un mero obbligo preliminare, ma attuino in via diretta e immediata il trasferimento della proprietà di beni o di altro diritto reale sugli stessi (Cass., S.U., n. 21761/2021).

È tuttavia necessario che l'atto traslativo contenga gli elementi contemplati a pena di nullità dall'art. 29, comma 1-bis, l. n. 52/1985: le relative verifiche, di norma demandate al notaio, anche in ordine alla corrispondenza e completezza della documentazione, possono essere in questa ipotesi svolte dal cancelliere.

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