Restituzione delle spese sostenute per la costruzione della casa familiare su un suolo di proprietà esclusiva dell'altro coniuge1. Bussole di inquadramentoIl dovere dei coniugi di contribuire ai bisogni della famiglia Ciascuno dei coniugi ha il dovere di contribuire ai bisogni della famiglia, in base «alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo» (art. 143, comma 3, c.c.). Sul dovere di contribuzione di cui al comma 3 dell'art. 143 c.c. si fonda il c.d. regime patrimoniale primario della famiglia – coesistente con qualsiasi regime patrimoniale secondario scelto dai coniugi – il quale, ispirato a criteri di proporzionalità e fondato su norme inderogabili (art. 160 c.c.), realizza l'eguaglianza tra i coniugi sancita dall'art. 29 Cost., in coerenza, peraltro, con i valori fondamentali di unità della famiglia e solidarietà coniugale. Regola generale è che i mezzi dell'uno e dell'altro coniuge sono apportati alla società familiare per il soddisfacimento dei bisogni comuni, e, tra essi, di quelli di ciascuno dei componenti. L'obbligo di «contribuire ai bisogni della famiglia» è stato un riflesso del «dovere di collaborazione» e di «assistenza materiale», di cui ne rappresenta l'entità del sostegno economico. In giurisprudenza è stato chiarito che i bisogni della famiglia, al cui soddisfacimento i coniugi sono tenuti ex art. 143 c.c., non si esauriscono in quelli, minimi, al di sotto dei quali verrebbero in gioco la stessa comunione di vita e la stessa sopravvivenza del gruppo, ma possono avere, nei singoli contesti familiari, un contenuto più ampio, soprattutto in quelle situazioni caratterizzate da ampie e diffuse disponibilità patrimoniali dei coniugi, situazioni che sono anch'esse riconducibili alla logica della solidarietà coniugale (Cass., n. 18749/2004). In sostanza, la nozione di «bisogni della famiglia», al di là di un minimum costituito da quanto è indispensabile per la sopravvivenza del nucleo familiare, deve essere individuata sulla base delle circostanze di fatto e di altri parametri variabili, come le condizioni economiche dei componenti la famiglia, la fascia sociale cui la stessa appartiene, la capacità di lavoro dei coniugi ed, infine, «l'autonomia dei coniugi, cui è rimessa, in definitiva, la determinazione del concreto tenore di vita della famiglia». La misura della contribuzione da parte di ciascun coniuge deve essere individuata sulla base del criterio, inderogabile, di ripartizione proporzionale, avendo riguardo alle «sostanze», comprensive di tutti i beni, anche non produttivi di reddito, e alle «capacità di lavoro sia professionale sia casalingo». Alla luce dei riportati principi generali ed in considerazione del regime patrimoniale “secondario” (di comunione o separazione) concretamente scelto dai coniugi deve essere esaminata la problematica che si pone – a seguito della separazione della coppia – nell'ipotesi in cui uno dei coniugi abbia sopportato, in tutto o in parte, le spese per la costruzione di un immobile su un terreno di proprietà dell'altro. 2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali
Domanda
Quali sono i mezzi di tutela per il coniuge che ha speso somme per costruire un immobile su un suolo di proprietà dell'altro coniuge?
Orientamento prevalente La tutela dell'altro coniuge ha solo carattere obbligatorio in base al principio dell'accessione È principio consolidato nella giurisprudenza della Corte di cassazione quello secondo cui la regola generale dell'accessione sancita dall'art. 934 c.c., in base alla quale il proprietario del suolo acquista ipso iure al momento dell'incorporazione la proprietà della costruzione su di esso edificata, non trova deroga nella disciplina della comunione legale tra coniugi, in quanto l'acquisto della proprietà per accessione avviene a titolo originario senza la necessità di un'apposita manifestazione di volontà, mentre, anche nell'ipotesi di comunione legale tra coniugi, gli acquisti ai quali è applicabile l'art. 177, comma 1, c.c. hanno carattere derivativo, essendone espressamente prevista una genesi di natura negoziale, con la conseguenza che la costruzione realizzata in costanza di matrimonio ed in regime di comunione legale da entrambi i coniugi sul terreno di proprietà personale esclusiva di uno di essi è a sua volta proprietà personale ed esclusiva di quest'ultimo, mentre al coniuge non proprietario, che abbia contribuito all'onere della costruzione spetta, previo assolvimento dell'onere della prova di avere fornito il proprio sostegno economico, il diritto di ripetere nei confronti dell'altro coniuge le somme spese a tal fine (v., tra le altre, Cass., n. 28258/2019; Cass., n. 27412/2018; Cass., n. 16670/2013; Cass., n. 20508/2010). Dalla riconduzione della fattispecie a quella dell'accessione, piuttosto che alla comunione coniugale, secondo quanto chiarito dalla giurisprudenza di legittimità, “l'asse del discorso circa il diritto di credito che compete al coniuge non proprietario si sposta conseguentemente fuori dal perimetro segnato dall'art. 177 c.c. in quanto il diritto di credito del coniuge si sottrae alla disciplina degli acquisti in comunione, sicché non potrà essere riconosciuto riguardo ad esso alcun automatismo rispetto alla realizzazione dell'opera e la sua dimostrazione non si sottrarrà all'applicazione delle norme comunemente vigenti in materia di onere della prova. È questo quanto, proprio per soddisfare le esigenze di chiarificazione rappresentate dal ricorrente, ha inteso enunciare la giurisprudenza più recente di questa Corte riaffermando l'enunciato nomofilattico di cui si è detto per l'innanzi e precisando, in uno con esso, che «al coniuge non proprietario, che abbia contribuito all'onere della costruzione spetta, previo assolvimento dell'onere della prova d'aver fornito il proprio sostegno economico, il diritto di ripetere nei confronti dell'altro coniuge le somme spese a tal fine» (Cass., n. 16670/2013; Cass. I, n. 20508/2010). In sostanza, il diritto di credito che compete al coniuge non proprietario è fuori dal perimetro segnato dall'art. 177 c.c. in quanto si sottrae alla disciplina degli acquisti in comunione, e di conseguenza il relativo riconoscimento postula l'assolvimento del relativo onere probatorio. È stato più in particolare precisato, nell'indicata prospettiva, che il beneficiario dell'accessione deve restituire alla comunione le somme prelevate dal patrimonio comune per eseguire l'edificazione ai sensi dell'art. 192, comma 1, c.c, mentre nel caso in cui, invece, la costruzione sia stata edificata soltanto con quanto apportato dal coniuge che non abbia beneficiato dell'accessione, quest'ultimo avrà diritto di ripetere le somme ex art. 2033 c.c., trovando così corrispettivo nel credito nei confronti dell'altro comunista (Cass. I, n. 20508/2010; in termini analoghi anche Cass., n. 7060/2004, e, in sede di merito, Trib. Torino 23 dicembre 2005). Orientamento di merito minoritario Il diritto di credito del coniuge segue le regole della comunione legale In senso diverso si è espressa una giurisprudenza di merito, rimasta tuttavia isolata, secondo cui il diritto dell'altro coniuge di vedersi riconosciuto il credito pari alla metà del valore dei materiali e della manodopera impiegati per la sua edificazione è diretta conseguenza dell'operatività del regime di comunione legale secondo il disposto dall'art. 177, lett. a), c.c. che statuisce che i materiali per la costruzione, una volta comperati, entrano a far parte della comunione indipendentemente da quale dei coniugi ha proceduto all'acquisto ed al pagamento, sicché la proponibilità della domanda di riconoscimento del credito è subordinata al preventivo scioglimento della comunione legale che si verifica al passaggio in giudicato della sentenza di separazione personale (App. Milano 9 marzo 2006, n. 1116). 3. Azioni processualiFunzione e natura del giudizio Il coniuge, il quale abbia sopportato delle spese per la costruzione sul suolo dell'altro di un manufatto divenuto di proprietà esclusiva dell'altro coniuge per i principi in materia di accessione, vanta un diritto di credito nei confronti dello stesso che può essere fatto valere in un ordinario giudizio di cognizione (eventuamente introdotto nelle forme del rito sommario di cognizione). Tale diritto di credito, qualora riguardi la restituzione degli importi sottratti dall'ex coniuge proprietario del suolo alla comunione legale per effettuare la costruzione, può essere veicolato mediante l'azione di cui all'art. 192, comma 1, c.c. Questa norma, invero, attribuisce a ciascuno dei coniugi il diritto alla restituzione delle somme prelevate dal patrimonio personale ed impiegate in spese ed investimenti del patrimonio comune (ad es., quelle impiegate per la ristrutturazione di bene immobile appartenente alla comunione), e non già alla ripetizione — totale o parziale — del denaro personale e dei proventi dell'attività separata (che cadono nella comunione «de residuo» solamente per la parte non consumata al momento dello scioglimento) impiegati per l'acquisto di beni costituenti oggetto della comunione legale «ex» art. 177, comma 1, lett. a), rispetto ai quali trova applicazione il principio inderogabile, posto dall'art. 194, comma 1, secondo cui, in sede di divisione, l'attivo e il passivo sono ripartiti in parti eguali indipendentemente dalla misura della partecipazione di ciascuno dei coniugi agli esborsi necessari per l'acquisto dei beni caduti in comunione (Cass. n. 10896/2005). Negli altri casi, ossia quando le somme utilizzate per la costruzione della casa sul suolo dell'ex coniuge appartenevano esclusivamente all'altro l'azione da esercitare è quella di cui all'art. 2033 c.c. Entrambe le azioni possono essere esercitate, in via alternativa, nelle forme del procedimento sommario di cognizione, rientrando nelle cause demandate al Tribunale in composizione monocratica. Aspetti preliminari Competenza Nell'ipotesi di azione di restituzione promossa ai sensi dell'art. 192, comma 1, c.c. la competenza è del Tribunale del luogo di residenza della famiglia. Nel caso, invece, di azione di restituzione ex art. 2033 c.c. la competenza a decidere sulla domanda segue i criteri generali di cui agli artt. 18 e 20 c.p.c. e, quindi, il c.d. foro del convenuto. Legittimazione La legittimazione attiva a proporre la domanda compete al coniuge che ha sostenuto le spese per la costruzione della casa familiare di proprietà esclusiva dell'altro coniuge. Atti di parte Contenuto dell'atto introduttivo L'atto di citazione (qualora l'azione venga promossa nelle forme del rito ordinario di cognizione) o il ricorso (se la causa è promossa nelle forme del procedimento sommario di cognizione) deve contenere le generalità dell'attore e del suo difensore, compresa l'indicazione del codice fiscale di entrambi, e del numero di fax e di posta elettronica certificata del difensore presso cui la parte deve eleggere domicilio, nel Comune ove ha sede il giudice adito, conferendogli con atto separato la procura alla lite, la quale, va sottoscritta dal ricorrente e dal difensore che deve autenticarne la sottoscrizione. Nell'atto introduttivo, prima della formulazione delle conclusioni, nelle quali l'istante chiede la restituzione o delle somme prelevate dall'altro coniuge dal patrimonio comune per la costruzione di un immobile su suolo di sua proprietà esclusiva ovvero la restituzione delle spese da egli stesso sostenute a tal fine, occorre specificare il fondamento della relativa domanda che dovrà, in omaggio alla regola generale sul riparto dell'onere probatorio espressa dall'art. 2697 c.c., essere poi congruamente dimostrato. Profili di merito Onere della prova Nel giudizio ordinario – ma anche in quello c.d. sommario – di cognizione operano i principi generali in tema di riparto dell'onere della prova ritraibili dall'art. 2697 c.c. Il giudizio in esame ha in ogni caso carattere essenzialmente documentale, salva la prova “residuale” dell'interrogatorio formale del coniuge convenuto volta a provocarne la confessione sui fatti allegati. In sostanza, l'attore dovrà produrre le fatture e gli altri documenti che attestano che egli ha sostenuto le spese per la costruzione della casa familiare sul suolo di proprietà esclusiva dell'altro coniuge delle quali chiede la restituzione. La prova testimoniale dei pagamenti potrà essere ammessa soltanto entro i limiti di cui all'art. 2726 c.c. Pertanto, specie qualora il coniuge convenuto abbia specificamente contestato l'an e il quantum del diritto fatto valere dall'attore, quest'ultimo dovrà documentare, sotto entrambi i profili, la propria pretesa ovvero fornire la dimostrazione dei propri assunti mediante prova testimoniale (che potrà essere ammessa solo in presenza dei presupposti di cui all'art. 2726 c.c. ove riguardi direttamente la prova dell'avvenuto pagamento). Richieste istruttorie Le richieste istruttorie potranno essere formulate dall'attore, se la causa è stata promossa con atto di citazione nelle forme del processo ordinario di cognizione, sino alla seconda memoria di cui all'art. 183, comma 6, c.p.c. Qualora invece il giudizio sia stato incardinato nelle forme del procedimento sommario di cognizione è opportuno, anche ai fini della valutazione del giudice sulla “compatibilità” dell'istruttoria con il procedimento “prescelto” dal ricorrente, che vengano articolati sin dall'atto introduttivo anche i mezzi di prova (sebbene non scatti, in mancanza alcuna preclusione). Ovviamente se il giudice adito deciderà, richiedendo la controversia un'istruttoria non sommaria, di mutare il rito in quello sommario di cognizione, fissando l'udienza ex art. 183 c.p.c. ciascuna parte potrà articolare mezzi di prova in via diretta e contraria nelle successive memorie di cui al comma 6 di tale disposizione (n. 2 e n. 3). 4. ConclusioniLa regola generale dell'accessione sancita dall'art. 934 c.c., in forza della quale il proprietario del suolo acquista ipso iure al momento dell'incorporazione la proprietà della costruzione su di esso edificata, non è derogata dalla disciplina della comunione legale tra coniugi. Si ritiene che, a fronte di ciò, il diritto dell'altro coniuge a ripetere le somme correlate alle spese sostenute per la costruzione trova fondamento nell'azione di ripetizione di indebito ex art. 2033 c.c. Al coniuge non proprietario, il quale abbia contribuito alle spese della costruzione spetta, previo assolvimento dell'onere della prova d'aver fornito il proprio sostegno economico, il diritto di ripetere nei confronti dell'altro coniuge le somme spese a tal fine (Cass. I, n. 20508/2010). |