Convivenza prematrimoniale e determinazione della quota della pensione di reversibilità

Rosaria Giordano

1. Bussole di inquadramento

 

Presupposti del diritto alla pensione di reversibilità dell'ex coniuge premorto

Ai sensi dell'art. 9, comma 2, l. n. 898/1970 in caso di morte dell'ex coniuge ed in assenza di un coniuge superstite avente i requisiti per la pensione di reversibilità, il coniuge rispetto al quale è stata pronunciata sentenza di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio ha diritto, se non passato a nuove nozze e sempre che sia titolare di assegno ai sensi dell'art. 5 della predetta legge alla pensione di reversibilità, purché il rapporto da cui trae origine il trattamento pensionistico sia anteriore alla sentenza.

Per effetto della legge n. 4/2018 nell'ipotesi di rinvio a giudizio per l'omicidio del coniuge, anche separato o divorziato, è sospeso il diritto alla pensione di reversibilità da erogare invece in favore dei figli minorenni o maggiorenni economicamente non autosufficienti.

Determinazione della quota della pensione di reversibilità spettante all'ex coniuge superstite ove concorra con il nuovo coniuge del de cuius

Qualora il de cuius si sia risposato, la quota della pensione di reversibilità spettante agli aventi diritto sarà stabilita dal Tribunale tenendo conto della durata dei rispettivi matrimoni secondo quanto stabilito dall'art. 9, comma 3, l. n. 898/1970.

Tuttavia, la Corte Costituzionale ha a riguardo chiarito che il criterio della durata temporale non può essere l'unico da seguire per la ripartizione tra il coniuge superstite e l'ex coniuge, ma vanno presi in considerazione altri elementi quali l'entità dell'assegno di mantenimento riconosciuto all'ex coniuge, le rispettive condizioni economiche e la durata delle rispettive convivenze prematrimoniali (Corte cost., n. 419/1999; in senso analogo, nella giurisprudenza di legittimità, Cass. VI, n. 16602/2017).

Resta fermo che, ai fini della determinazione della quota di pensione di reversibilità, non è consentito al giudice individuare nell'entità dell'assegno divorzile un limite legale alla quotadi pensione attribuibile all'ex coniuge, data la mancanza di qualsiasi indicazione normativa in tal senso (cfr. Cass. I, n. 5136/2014).

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

 

Domanda
La convivenza more uxorio assume rilevanza nella ripartizione del trattamento di reversibilità?

Orientamento della Corte di Cassazione

 

Nella ripartizione del trattamento di reversibilità assume rilievo la convivenza pre-matrimoniale

Secondo quanto è stato ribadito anche di recente nella giurisprudenza di legittimità (cfr. Cass. I, n. 14383/2021) la ripartizione del trattamento di reversibilità tra coniuge divorziato e coniuge superstite, entrambi aventi i requisiti per la relativa pensione, va effettuata, oltre che sulla base del criterio della durata dei matrimoni, anche ponderando ulteriori elementi correlati alla finalità solidaristica dell'istituto, tra i quali la durata delle convivenze prematrimoniali, dovendosi riconoscere alla convivenza more uxorio non una semplice valenza “correttiva” dei risultati derivanti dall'applicazione del criterio della durata del rapporto matrimoniale, bensì un distinto e autonomo rilievo giuridico, ove il coniuge interessato provi stabilità ed effettività della comunione di vita prematrimoniale. Ai fini, poi, della ripartizione del trattamento di reversibilità vanno considerati pure l'entità dell'assegno di mantenimento riconosciuto all'ex coniuge, le condizioni economiche dei due aventi diritto e la durata delle rispettive convivenze prematrimoniali, senza mai confondere, però, la durata delle convivenza con quella del matrimonio, cui si riferisce il criterio legale, né individuare nell'entità dell'assegno divorzile un limite legale alla quota di pensione attribuibile all'ex coniuge, data la mancanza di qualsiasi indicazione normativa in tal senso. In conclusione, il giudice deve tenere conto dell'elemento temporale (durata del matrimonio), la cui valutazione non può in nessun caso mancare, ma che, al contempo, non può divenire esclusivo nell'apprezzamento del giudice e deve tenere conto (alla luce della sentenza interpretativa di rigetto della Corte cost., n. 419/1999) ulteriori elementi, correlati alla finalità solidaristica che presiede al trattamento di reversibilità, da individuare facendo riferimento all'entità dell'assegno di mantenimento riconosciuto all'ex coniuge ed alle condizioni economiche dei due, nonché alla durata delle rispettive convivenze prematrimoniali; non tutti tali elementi, peraltro, devono necessariamente concorrere né essere valutati in egual misura, rientrando nell'ambito del prudente apprezzamento del giudice di merito la determinazione della loro rilevanza in concreto (Cass., n. 6272/2004; Cass., n. 26358/2011; Cass., n. 22399/2020).

Domanda
Per diritto dell'ex coniuge all'assegno di mantenimento si intende anche quello concordato in sede di divorzio congiunto?

Il diritto sussiste anche se l'assegno era stato concordato

L'espressione usata dall'art. 9 l. n. 898/1970, laddove subordina il diritto alla pensione di reversibilità, ovvero a una quota di essa, alla circostanza che il coniuge superstite divorziato «sia titolare di assegno ai sensi dell'art. 5», deve intendersi riferita non solo all'asse-gno stabilito nel divorzio contenzioso ma anche all'assegno concordato nel divorzio congiunto (v. Trib. Salerno I, 22 febbraio 2016, n. 899).

Domanda
Nell'ipotesi di concorso tra ex coniuge superstite e nuovo coniuge del de cuius a carico di chi vanno posti gli arretrati nell'erogazione del trattamento?

Gli arretrati devono essere corrisposti dall'INPS

Nel caso di concorso del coniuge superstite con quello divorziato, il diritto alla quota di reversibilità deve farsi decorrere dal primo giorno del mese successivo al decesso del coniuge assicurato o pensionato. Tale decorrenza nasce, per entrambi, nei confronti dell'ente previdenziale erogatore, onde a carico soltanto di quest'ultimo, e non anche del coniuge superstite che, nel frattempo, abbia percepito per intero e non pro quota il trattamento di reversibilità corrisposto dall'ente medesimo, debbono essere posti gli arretrati spettanti al coniuge divorziato (sul trattamento anzidetto in proporzione alla quota riconosciuta dal giudice), a decorrere dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso dell'ex coniuge, salva ovviamente restando la facoltà per l'ente previdenziale di recuperare dal coniuge superstite le somme versategli in eccesso, trattandosi di ipotesi di indebito oggettivo disciplinata dall'art. 2033 c.c. (Cass.. lav., n. 22259/2013; conf., in sede applicativa, Trib. Roma I, 3 agosto 2016, n. 64).

Domanda
Nella controversia tra ex coniuge e coniuge del de cuius sulla quota rispettivamente spettante della pensione di reversibilità deve essere evocato l'ente previdenziale?

L'ente è litisconsorte necessario

La controversia tra l'ex coniuge ed il coniuge superstite per l'accertamento della ripartizione, ai sensi dell'art. 9, comma terzo, della l. n. 898/1970, del trattamento di reversibilità deve necessariamente svolgersi in contraddittorio con l'ente erogatore atteso che, essendo il coniuge divorziato, al pari di quello superstite, titolare di un autonomo diritto di natura previdenziale, l'accertamento concerne i presupposti affinché l'ente assuma un'obbligazione autonoma, anche se nell'ambito di una erogazione già dovuta, nei confronti di un ulteriore soggetto (cfr. App. Bari III, 11 gennaio 2012, n. 15).

3. Azioni processuali

 

Funzione e natura del giudizio

A seconda della natura della controversia e quindi del giudice conseguentemente munito di giurisdizione, dipende anche la tipologia di ricorso che deve essere proposta.

In particolare, se il de cuius era un pubblico dipendente, nell'ipotesi di domanda formulata ex art. 9, comma 2, l. n. 898/1970 nei confronti del solo ente erogatore del trattamento pensionistico (ove questi, evidentemente, non abbia accolto in sede amministrativa la domanda di riconoscimento della prestazione dell'ex coniuge superstite) dovrà essere proposto ricorso alla sezione giurisdizionale regionale della Corte dei Conti, competente per territorio (che, in primo grado, giudica in composizione monocratica, in funzione di giudice unico).

Se invece la controversia appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario, dovrà essere proposto ricorso al tribunale in camera di consiglio ex art. 737 c.p.c.

Aspetti preliminari

 

Giurisdizione

Al fine di individuare il giudice munito di giurisdizione, in coerenza con l'insegnamento delle Sezioni Unite della Corte di cassazione, occorre distinguere – allorché titolare della pensione era un dipendente pubblico – le ipotesi in cui la controversia attenga al diritto alla prestazione dell'ex coniuge superstite ove il de cuius non avesse contratto un altro matrimonio a quella in cui la stessa verta sulla rispettiva quota spettante all'ex coniuge superstite e a quello “attuale”.

Occorre considerare, infatti, che gli artt. 13 e 62 del r.d. n. 1214/1934, attribuiscono in via esclusiva alla giurisdizione della Corte dei Conti le controversie concernenti la sussistenza del diritto, la misura e la decorrenza della pensione dei pubblici dipendenti, comprese quelle in cui si alleghi, a fondamento della pretesa, l'inadempimento o l'inesatto adempimento della prestazione pensionistica da parte dell'ente obbligato.

Le Sezioni Unite hanno invero più volte ribadito che la disposizione di cui alla l. n. 898/1970, art. 9, comma 2, nel testo modificato dalla l. n. 74/1987, art. 13, stabilendo, in caso di morte dell'ex coniuge ed in assenza di un coniuge superstite di questi avente i requisiti per la pensione di reversibilità, il diritto del coniuge divorziato a tale pensione, definisce la natura della prestazione dovuta a quest'ultimo soggetto, escludendo che possa assimilarsi a detto assegno e, di conseguenza, implicitamente, sottrae alla giurisdizione ordinaria, per devolverla a quella della Corte dei conti in materia di pensione, la controversia afferente all'erogazione della prestazione stessa, allorché il relativo trattamento sia a carico dello Stato (Cass. S.U., n. 5429/1993; Cass. S.U., n. 10474/1994; Cass. S.U., n. 13019/1997) e tanto diversamente dall'ipotesi del concorso tra più coniugi succedutesi nel tempo, espressamente attribuita al giudice ordinario (ipotesi di cui al comma 3 della stessa norma).

Competenza

Qualora la domanda rientri, secondo quanto evidenziato, nella giurisdizione della Corte dei conti la competenza per territorio si individua in base all'art. 18, comma 1, lett. c), del d.lgs. n. 174/2016, che per i giudizi sui ricorsi e sulle istanze in materia di pensioni, assegni o indennità civili, militari e di guerra a carico totale o parziale dello Stato o degli enti pubblici previsti dalla legge, fissa il criterio della residenza anagrafica del ricorrente, all'atto della presentazione del ricorso o dell'istanza

Nell'ipotesi di spettanza della controversia, invece, alla giurisdizione del giudice ordinario la competenza a decidere sul ricorso camerale volto all'attribuzione della pensione di reversibilità dell'ex coniuge (o di una quota di essa in concorso con l'altro coniuge) spetta per materia al tribunale in composizione collegiale mentre, quanto alla competenza per territorio, operano i criteri generali degli artt 18 e 20 c.p.c.

Legittimazione

La legittimazione attiva a proporre il ricorso spetta all'ex coniuge superstite che ritiene di aver diritto alla pensione di reversibilità, o almeno a una quota di essa, dell'ex coniuge premorto.

Legittimato passivo se non concorre un altro coniuge è l'ente previdenziale erogatore del trattamento pensionistico.

In caso di concorso con l'altro coniuge, dovranno essere evocati in giudizio sia questi che l'ente previdenziale.

Profili di merito

 

Onere della prova

L'onere di dimostrare la sussistenza dei presupposti per l'attribuzione, in tutto o in parte, di una quota della pensione di reversibilità dell'ex coniuge premorto deve essere assolto dal ricorrente, secondo le regole generali ritraibili dall'art. 2697 c.c.

In particolare, tale onere ha ad oggetto i fatti costitutivi della domanda, ossia che l'ex coniuge: a) non sia passato a nuove nozze; b) sia titolare di un assegno divorzile ex art. 5 l. n. 898/1970; c) il rapporto pensionistico sia anteriore alla sentenza di divorzio (art. 9, comma 2, l. n. 898/1970).

Si tratta, quindi, di un onere probatorio che può essere assolto sul piano documentale.

Qualora il de cuius abbia contratto altro matrimonio, sarà necessario provare, inoltre, tutte le circostanze che possono essere utili al Tribunale per valutare la rispettiva entità della pensione di reversibilità spettante, in considerazione della durata dei matrimoni e della misura dell'assegno.

È in quest'ultima ipotesi che viene in rilievo, proprio nel confronto tra la durata dei rispettivi matrimoni con il de cuius, anche la convivenza pre-matrimoniale intercorsa con lo stesso.

Ove contestata (in sé o nella sua durata) la convivenza more uxorio potrà essere oggetto di prova sia sul piano documentale che mediante prove testimoniali.

Contenuto del ricorso

Il ricorso deve specificare le generalità del ricorrente e del suo difensore, compresa l'indicazione del codice fiscale di entrambi, e del numero di fax e di posta elettronica certificata del difensore presso cui la parte deve eleggere domicilio, nel Comune ove ha sede il giudice adito, conferendogli con atto separato la procura alla lite, la quale, va sottoscritta dal ricorrente e dal difensore che deve autenticarne la sottoscrizione.

Nel ricorso, prima della formulazione delle conclusioni, nelle quali dovrà essere dedurre e documentare la sussistenza dei presupposti per il riconoscimento del relativo diritto.

Richieste istruttorie

Sin dalla proposizione del ricorso l'ex coniuge richiedente dovrà documentare l'esistenza dei presupposti per ottenere le somme richieste, secondo quanto previsto, rispettivamente, dai commi 2 e 3 dell'art. 9 l. n. 898/1970, nonché articolare eventuali prove orali per dimostrare, in assenza di congrua documentazione, il pregresso rapporto di convivenza more uxorio e la sua durata.

Regime dei provvedimenti

La decisione assunta in primo grado sul ricorso, nell'ipotesi in cui sussista la giurisdizione della Corte dei conti, dalla sezione regionale può essere impugnata con appello, da proporsi alla sezione centrale della medesima Corte dei conti. Avverso tale decisione sarà proponibile ricorso per cassazione solo per motivi inerenti la giurisdizione ex art. 103 Cost.

Nell'ipotesi di controversia rientrante nella giurisdizione del giudice ordinario, il decreto che decidendo su un diritto soggettivo di natura patrimoniale, pur nelle forme del procedimento camerale, definisce lo stesso è reclamabile ex art. 739 c.p.c. dinanzi alla Corte d'Appello.

Poiché il diritto alla pensione di reversibilità (o a una quota di essa) del coniuge premorto ha natura patrimoniale, tale orientamento trova applicazione anche nell'ipotesi considerata.

Di qui dovrà ritenersi, poi, che il provvedimento emesso sul reclamo dalla Corte d'Appello essendo decisorio e definitivo, a prescindere dalla veste formale, deve ritenersi sentenza c.d. in senso sostanziale contro la quale è esperibile il ricorso straordinario per cassazione ex art. 111, settimo comma, Cost. (Cass. sez. I, n. 30200/2011).

4. Conclusioni

L'ex coniuge titolare di assegno divorzile e non passato a nuove nozze, purché il rapporto pensionistico sia anteriore alla sentenza di divorzio, ha diritto alla pensione di reversibilità dell'ex coniuge premorto (art. 9, comma 2, l. n. 898/1970).

Qualora il trattamento pensionistico tragga origine in un rapporto di pubblico impiego, la domanda nei confronti dell'ente erogatore che abbia in via amministrativa disattesa la domanda va proposta con ricorso alla sezione regionale competente della Corte dei conti.

Nelle altre ipotesi e nel caso considerato dall'art. 9, comma 3, l. n. 898/1970, ossia quando al ricorrente spetti solo una quota della pensione di reversibilità in concorso con il coniuge superstite del de cuius, la giurisdizione appartiene al giudice ordinario.

Nel concorso con il coniuge superstite, ai fini della determinazione delle rispettive quote della pensione di reversibilità, assumerà rilievo, secondo costante giurisprudenza, anche la durata della convivenza matrimoniale che, in caso di contestazione, dovrà essere oggetto di prova.

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