Disaccordo sulla vaccinazione contro il Covid-191. Bussole di inquadramentoL'intervento residuale dell'autorità giudiziaria sulle scelte fondamentali che riguardano la prole L'art. 337-ter, comma 3, c.c. precisa che, nel caso di affido condiviso, la responsabilità genitoriale debba essere esercitata da entrambi i genitori e che le decisioni di maggiore interesse relative alla prole concernenti l'istruzione, l'educazione, la salute e la scelta della residenza abituale del minore debbano essere assunte di comune accordo tenendo in considerazione le capacità, l'inclinazione naturale e le aspirazioni dei figli. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice che avrà riguardo al perseguimento del best interest del minore. L'intervento dell'autorità giudiziaria nelle dinamiche familiari, in particolare per quanto attiene ai rapporti con i figli, è stato concepito dal legislatore come eccezionale e residuale: di conseguenza i genitori possono rivolgersi al Tribunale solo nell'ipotesi di disaccordo afferenti situazioni di particolare importanza, specifiche e circostanziate. Il contrasto tra i genitori (anche coniugati o conviventi) sulla somministrazione della vaccinazione anti Covid-19 al figlio minore A seguito dell'intervenuta possibilità di vaccinare contro il virus da Covid-19 i minori di età, allo stato dal compimento dei 5 anni, si pone il problema della decisione nell'ipotesi di contrasto tra i genitori sulla scelta vaccinale. La questione ha una portata concreta molto rilevante poiché quando vengono somministrati vaccini a soggetti di età inferiore ai 18 anni i Centri vaccinali richiedono l'autorizzazione di entrambi i genitori esercenti la responsabilità genitoriale. Qualora, pertanto, tra genitori, anche non separati, vi sia un disaccordo, dovrà essere il Tribunale a dirimere la questione avendo riguardo tanto all'interesse superiore del minore, quanto, nel caso del vaccino da covid-19, alle esigenze di tutela della salute della collettività. 2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali
Domanda
Quale è il criterio generale seguito dal tribunale nella scelta?
Orientamenti di merito È autorizzare la vaccinazione Una delle recenti decisione (Trib. Monza IV, decr. 22 luglio 2021) è stata chiamata a risolvere una controversia introdotta con ricorso ex art. 709-ter c.p.c. da un genitore separato nei confronti dell'altro genitore che si rifiutava di prestare il proprio consenso alla somministrazione del vaccino anti Covid-19 al figlio quindicenne. Secondo la parte ricorrente tale dissenso, oltre che contrario alla volontà del figlio, non era giustificabile per un atto medico che, sebbene non obbligatorio, è ritenuto necessario per proteggere sia il vaccinando che l'intera comunità e contenere così la diffusione del virus. A propria volta l'altro genitore evidenziava la propria contrarietà all'inoculazione del vaccino in quanto lo stesso si trova ancora in fase sperimentale e non ne sono stati così adeguatamente vagliati gli effetti collaterali, soprattutto sugli adolescenti. Il Tribunale ha accolto la domanda, così autorizzando la ricorrente a sottoscrivere il modulo di consenso informato presso il centro vaccinale, anche senza il consenso dell'altro genitore. La scelta dell'autorità giurisdizionale adita si è fondata sull'orientamento della giurisprudenza che rispetto alle vaccinazioni, anche non obbligatorie, demanda al Tribunale il potere di sospendere la capacità del genitore contrario al vaccino e quindi di superare il divieto opposto da quest'ultimo laddove ricorrano due presupposti, i.e., da un lato, un pericolo concreto per la salute del minore, in considerazione alla gravità e alla diffusione del virus e, da un altro, dati scientifici univoci da cui risulta l'efficacia di quel determinato vaccino. In forza di tali criteri, il Tribunale ha ritenuto di accogliere il ricorso in quanto il virus del Covid-19, in quanto tale patologia conseguenze gravi e anche mortali in numero di casi elevato e ha amplissima diffusione non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo, al punto da costituire una “pandemia”. La pronuncia del Tribunale di Monza si è soffermata, a fronte dei motivi di opposizione esposti dal genitore resistente, anche sull'efficacia del vaccino, sottolineando che la comunità scientifica nazionale e internazionale ritiene concordemente che i vaccini approvati dalle autorità nazionali e internazionali hanno una elevata efficacia nel proteggere dalla malattia grave, sia i singoli sia la collettività, con un rapporto rischi-benefici in cui i benefici sono superiori ai rischi in tutte le fasce di età, comprese quelle più giovani che sono, anche quelle in cui la circolazione del virus è più elevata per la maggiore socializzazione. Peraltro nella fattispecie concreta, il certificato medico fornito dal pediatra del minore attestava l'assenza di controindicazioni specifiche alla somministrazione del vaccino a detto soggetto; di contro, nell'ipotesi di mancata vaccinazione sussiste un maggior rischio per i singoli di contrarre la malattia. Il Tribunale di Milano ha dato altresì rilievo alle ripercussioni che una scelta differente avrebbe potuto avere sul percorso educativo del minore, limitando la possibilità dello stesso di accedere alle strutture formative. Né priva di rilevanza è per il Tribunale adito la volontà del minore stesso, che aveva più di 15 anni, che ha espresso il proprio consenso alla vaccinazione, esprimendo il proprio interesse a riprendere una vita normale sul piano scolastico e relazione. Sul punto, la decisione ha sottolineato che la l. n. 219/2017 sul consenso informato stabilisce che anche i minorenni hanno diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di decisione e che il consenso informato al trattamento sanitario nei confronti del minore deve essere espresso da coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, ma tenendo conto della volontà del minore stesso in relazione alla sua età e al suo grado di maturità. Analogo orientamento è stato espresso anche da un'altra pronuncia edita di poco successiva del Tribunale di Bologna, la quale ha autorizzato il genitore ricorrente a dare, nonostante il dissenso espresso dall'altro, il consenso alla vaccinazione anti Covid-19 della figlia ritenendo il dissenso opposto dalla parte resistente non solo decisamente in contrasto con la volontà manifestata dalla figlia, sedicenne capace di discernimento e di esprimere con matura consapevolezza il proprio convincimento in sede di audizione, ma anche contrario alla salvaguardia della salute psicofisica della minore, la cui mancanza di copertura vaccinale, soprattutto in presenza di varianti sempre più contagiose, la espone ad un concreto rischio di contrarre la malattia, oltre a costringerla a pregiudizievoli limitazioni alla sua vita di relazione nei più svariati ambiti, scolastico, sportivo, ricreativo e più in generale sociale, al padre va riconosciuta la facoltà di condurre la minore in un centro vaccinale e sottoscrivere il relativo consenso informato anche in assenza del consenso dell'altro genitore. Per la soluzione del contrasto genitoriale, anche il Tribunale di Bologna ha ritenuto rilevanti non solo l'analisi dei dati scientifici, ma anche una serie di altri elementi che, nell'ambito di una valutazione complessiva del rapporto rischi/benefici della vaccinazione depongono certamente per l'opportunità di dare corso al trattamento sanitario per la minore, tenuto anche conto della certificazione del medico di base della stessa attestante l'assenza di controindicazioni note al trattamento vaccinale e delle ripercussioni sulla vita di relazione della minore nei più svariati ambiti (scolastico, sportivo, ricreativo e più in generale sociale) derivanti dalla mancata somministrazione del trattamento vaccinale (Trib. Bologna I, 13 ottobre 2021).
Domanda
Il ricorso può essere presentato anche direttamente dal minore?
Sì, a mezzo di un curatore speciale nominato ex art. 78 c.p.c. Il Trib. Vercelli, 7 luglio 2021 si è pronunciato a seguito di un ricorso presentato da una ragazza di 17 anni la quale intendeva sottoporsi al vaccino contro il Covid in una situazione nella quale vi era contrasto tra i genitori in ordine alla somministrazione dello stesso. Il Tribunale ha accolto la domanda della minore sottolineando che, avendo la stessa ribadito la propria volontà consapevole di sottoporsi al vaccino, la prevista ingerenza giurisdizionale è un estremo rimedio nell'interesse della prole minore, in vista di tutelare diritti di rango costituzionale, tra i quali quello alla salute e quello alla libertà di movimento nel territorio nazionale e al di fuori dello stesso, che sarebbero compromessi, o in serio pericolo, nel caso di omessa effettuazione del vaccino anti-Covid19, nel contesto pandemico nel quale ancora, purtroppo, ci troviamo e dove la minore svolge la sua vita quotidiana. 3. Azioni processualiFunzione e natura del giudizio Secondo l'impostazione che sta emergendo nella giurisprudenza di merito, anche nella fattispecie di conflitto in esame tra i genitori separati (o divorziati), il ricorso deve essere veicolato nelle forme dell'art. 709-ter c.p.c., potendo essere annoverato tra quelli per la soluzione delle controversie insorte tra i genitori in ordine all'esercizio della responsabilità genitoriale o delle modalità dell'affidamento. Si è infatti osservato, in proposito, che il predetto ricorso ha proprio la finalità di risolvere i contrasti che insorgono tra genitori separati o divorziati e relativi all'esercizio della responsabilità genitoriale per quanto concerne le importanti decisioni che devono essere prese circa l'istruzione, l'educazione, la salute e la residenza dei figli: in caso di disaccordo, in ordine alla somministrazione di un vaccino non c'è dubbio che si tratti di una importante questione relativa alla salute del figlio e quindi il potere di risolvere il contrasto spetti al giudice, senza che assuma rilievo il fatto che il vaccino sia obbligatorio o meno (Trib. Monza, decr. 22 luglio 2021). Nel caso di genitori non separati, si registra un contrasto nella giurisprudenza di merito nell'individuazione del giudice che deve essere chiamato a risolvere il conflitto tra i genitori sulla delicata scelta vaccinale in esame. Secondo un primo orientamento la competenza sarebbe attribuita al tribunale per i minorenni, da adire mediante il ricorso di cui all'art. 336 c.c. poiché verrebbe in rilievo la condotta di uno dei genitori che, pur inidonea a dare luogo ad una pronuncia di decadenza, è comunque pregiudizievole per il figlio, sicché sarebbero demandate al predetto tribunale, a seconda delle circostanze del caso concreto, i provvedimenti convenienti. Appare prevalente tuttavia la diversa tesi (v. Trib. Parma, 15 ottobre 2021; Trib. Bologna 13 ottobre 2021), in forza della quale è competente il Tribunale ordinario e non quello per i minorenni a decidere sulla vaccinazione anti Covid-19 dei figli minori quando i genitori non sono d'accordo, anche se non sono separati, poiché il caso rientra nell'ambito di applicazione dell'art. 316 c.c., che, in relazione all'ipotesi in cui entrambi i genitori hanno la responsabilità genitoriale da esercitare di comune accordo, attribuisce al tribunale ordinario le controversie che riguardano il contrasto tra loro su questioni di particolare importanza, come la salute; peraltro, è stato a riguardo sottolineato che l'art. 38 disp. att. c.c., nell'indicare i provvedimenti che rientrano nella competenza del tribunale per i minorenni, non richiama l'art. 316 c.c. Nella diversa ipotesi in cui sussista divergenza tra l'opinione del soggetto minorenne e quella dei genitori, la questione si prospetta un po' più complessa in assenza di strumenti di tutela giuridica direttamente azionabili dal minorenne. In tal caso potranno essere i Servizi Sociali, debitamente informati, a presentare una segnalazione al Tribunale per i Minorenni per l'apertura di un procedimento o la stessa Procura Minorile che, dopo aver ascoltato il minorenne, potrà chiedere l'intervento del Tribunale per i Minorenni per la nomina di un curatore speciale che tuteli il minore nei confronti dei genitori. Aspetti preliminari Competenza La competenza per i ricorsi ex art. 709-ter c.p.c. è demandata all'autorità dinanzi alla quale è già pendente il procedimento principale di separazione o divorzio. Per i procedimenti introdotti successivamente alla definizione degli stessi il criterio di individuazione del Tribunale è quello del luogo di residenza abituale del minore. Se invece la coppia genitoriale non più convivente non era coniugata deve proporsi ai sensi dell'art. 337-bis c.c. ricorso al Tribunale ordinario del luogo di residenza abituale del minore. Nell'ipotesi di ricorso al Tribunale per i minorenni nelle forme dell'art. 336 c.c. lo stesso deve essere proposto dinanzi a quello distrettuale nel cui ambito di competenza rientra il luogo di residenza abituale del minore. Il ricorso ex art. 316 c.c. deve invece essere veicolato dinanzi al Tribunale ordinario del luogo di residenza abituale del minore. Curatore speciale del minore Il novellato art. 78, comma 3, c.p.c. – ex l. n. 206/2021, applicabile ai procedimenti promossi dalla data del 22 giugno 2022 - stabilisce che, tra l'altro, il giudice è tenuto a nominare, a pena di nullità del procedimento, un curatore speciale del minore, nel caso in cui dai fatti emersi nel procedimento venga alla luce una situazione di pregiudizio per il minore tale da precluderne l'adeguata rappresentanza processuale da parte di entrambi i genitori (n. 3) oppure quando ne faccia richiesta il minore che abbia compiuto quattordici anni (n. 4). Il quarto comma della stessa disposizione, come novellata, attribuisce inoltre al giudice – che in detta ipotesi dovrà motivare pur succintamente la propria decisione – il potere di nominare un curatore speciale del minore quando i genitori appaiono per gravi ragioni temporaneamente inadeguati a rappresentare gli interessi dello stesso. Profili di merito Onere della prova Il procedimento non segue le regole “canoniche” sul riparto dell'onere probatorio tra le parti, in quanto il conflitto tra i genitori postula che ciascuno allegherà le ragioni poste a fondamento della propria opinione e il giudice, previa audizione del minore capace di discernimento, sarà poi chiamato a decidere, in luogo dei genitori stessi tenendo conto dell'interesse superiore del figlio. Il principio, in particolare, nell'ipotesi di contrasto tra genitori in materia vaccinale, è che debbano sempre prevalere l'interesse del minore e della collettività, come attestato dalla giurisprudenza di merito richiamata, che ha rafforzato, stante la grande efficacia di propagazione del virus da Covid-19 ed i riflessi sulla vita di relazione del minore, i convincimenti già espressi in precedenza con riferimento ad altri vaccini. Contenuto del ricorso Il ricorso deve contenere le generalità del ricorrente e del suo difensore, compresa l'indicazione del codice fiscale di entrambi, e del numero di fax e di posta elettronica certificata del difensore presso cui la parte deve eleggere domicilio, nel Comune ove ha sede il giudice adito, conferendogli con atto separato la procura alla lite, la quale, va sottoscritta dal ricorrente e dal difensore che deve autenticarne la sottoscrizione. Nel ricorso, prima della formulazione delle conclusioni, è opportuno indicare l'oggetto del conflitto insorto nella coppia genitoriale circa la scelta di particolare importanza riguardante la vita del figlio. Mezzi istruttori Come ripetutamente affermato in sede di legittimità, l'audizione del minore infradodicenne capace di discernimento — da parte del giudice ovvero, su mandato di questi, di un consulente o del personale dei servizi sociali — è un adempimento previsto a pena di nullità ove si assumano provvedimenti che lo riguardino, salvo che il giudice non ritenga, con specifica e circostanziata motivazione, l'esame manifestamente superfluo o in contrasto con l'interesse del minore (cfr., tra le altre, Cass. I, n. 10769/2019). Inoltre in caso di contrasti in materia vaccinale si ritiene che ove il minore non possa essere ascoltato per ragioni di età o di situazioni di infermità psichica debba necessariamente provvedersi alla nomina di un curatore speciale del minore. Il ruolo del curatore è proprio quello di raccogliere la volontà del minore, valutare se tale volontà è rispondente al suo interesse e partecipare al procedimento formulando istanze al giudice o semplicemente relazionando sulle informazioni acquisite e fornendo un parere, magari supportato da una consulenza tecnica specifica sull'opportunità o meno di effettuare il vaccino. Il giudice qualora lo ritenga opportuno può decidere di avvalersi della competenza tecnica di un medico pediatra o un esperto in materia vaccinale, un virologo piuttosto che un immunologo. Al consulente sarà chiesto di pronunciarsi sulla opportunità, nel caso specifico analizzata la singola fattispecie, ad effettuare il vaccino. 4. ConclusioniA seguito dell'intervenuta possibilità di vaccinare contro il virus da Covid-19 i minori, ormai anche in tenera età, si pone il problema della decisione nell'ipotesi di contrasto tra i genitori sulla scelta vaccinale. I contrasti tra genitori, separati o non, sulle scelte fondamentali che attengono alla vita del minore non di rado riguardano le decisioni su questioni sanitarie. Particolarmente attuale è quella che afferisce al contrasto che può esservi tra i genitori circa la scelta di vaccinare i minori, oggi possibile a partire dagli anni 5, contro il virus da Covid-19. È infatti necessario che, nel caso di minori, entrambi i genitori esprimano il proprio consenso al Centro vaccinale. A fronte del rifiuto opposto da uno dei genitori, l'altro può rivolgersi al Tribunale per ottenere l'autorizzazione a sottoscrivere, nonostante tale dissenso, il modulo del consenso. La giurisprudenza edita appare orientata nel senso di accogliere tali ricorsi, non solo per le generali considerazioni di carattere scientifico circa i rischi individuali e collettivi della propagazione del virus e la sicurezza del vaccino, ma anche tenendo conto di un complesso di altre circostanze, quali, ad esempio, la volontà espressa dal minore in sede di audizione, l'assenza (documentata da certificazione medica o emersa a seguito dei disposti accertamenti peritali) di concrete controindicazioni alla somministrazione del vaccino nel caso specifico, l'incidenza che avrebbe la mancata vaccinazione sul percorso educativo del minore e sulle sue relazioni sociali. |