Modifica dell'assegno per riduzione dei redditi dell'obbligato1. Bussole di inquadramentoL'assegno di mantenimento nei confronti della prole In linea di principio i figli hanno diritto di essere mantenuti da entrambi i genitori, secondo quanto deriva direttamente dall'art. 30 Cost. ed è previsto dall'art. 147 c.c. L'obbligo di mantenimento dei figli comprende quello di fornire loro quanto necessario per la vita di relazione nel contesto sociale in cui sono inseriti, in relazione alla disponibilità dei genitori. Tale obbligo non ha quindi natura solo alimentare, rientrandovi tutte le spese necessarie per lo sviluppo intellettuale, culturale e psico-fisico dei figli. Nell'ipotesi di crisi della coppia parentale, l'assegno di mantenimento disposto nell'interesse dei figli può essere modificato, riducendolo o elevandolo, quando si verifichino delle modificazioni nella situazione patrimoniale dei genitori che impongano di riequilibrare la proporzionalità degli oneri di mantenimento che devono gravare su ciascun genitore. La modifica può pertanto intervenire quando si vengano a determinare mutamenti nelle esigenze di vita dei figli o nelle condizioni economiche e patrimoniali del genitore obbligato. È onere di chi chiede la modifica dell'assegno di mantenimento dare la prova delle intervenute modificazioni e quindi allegare gli elementi di raffronto necessari per apprezzare la sussistenza effettiva di circostanze innovative. 2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali
Domanda
Il genitore può diminuire il proprio contributo al mantenimento se resta disoccupato?
Orientamento prevalente della Corte di Cassazione La perdita del lavoro può determinare una riduzione dell'assegno in favore dei figli La S.C. ha ripetutamente affermato sulla questione che, in tema di assegno di mantenimento in favore dei figli, i giustificati motivi, la cui sopravvenienza consente di rivedere le determinazioni adottate in sede di separazione dei coniugi o divorzio non sono ravvisabili nella mera perdita da parte dell'obbligato di un cespite o di un'attività produttiva di reddito, restando da dimostrare, con onere a carico dell'interessato, che la perdita medesima si sia tradotta in una riduzione delle complessive risorse economiche (Cass. I, n. 11720/2003; Cass. I, n. 13666/1999; Cass. I, n. 12125/1993). Orientamenti di merito Incidenza della perdita del lavoro sulla misura dell'assegno In sede applicativa non si registrano peraltro orientamenti univoci circa l'incidenza sulle possibilità economiche del genitore che pure ha visto contrarsi i propri redditi da lavoro di altre componenti patrimoniali, come ad esempio immobili potenzialmente produttivi di reddito. Secondo alcune pronunce, infatti, la presenza di tali cespiti determinerebbe una presunzione di insussistenza dei presupposti per la riduzione dell'assegno, mentre per altre tale ragionamento potrebbe essere compiuto nella sola ipotesi di consistenze patrimoniali sopravvenute rispetto al momento nel quale era stato inizialmente determinato l'assegno di mantenimento (cfr. Trib. Potenza, 7 aprile 2009, n. 281).
Domanda
Lo stato di disoccupazione, se incolpevole, può esonerare il genitore dal mantenimento dei figli?
Il genitore è obbligato a mantenere la prole anche se si trovi in stato di disoccupazione incolpevole L'obbligazione di mantenimento gravante sui genitori sorge per il solo fatto di averli generati. La S.C. ha così precisato (Cass. n. 41040/2012), che neppure lo stato di disoccupazione incolpevole esonera dall'obbligo di mantenimento.
Domanda
Nella determinazione dell'assegno in favore dei figli occorre considerare le capacità lavorative di ciascun genitore?
Sì, perché rientra nell'ambito della capacità economica oggetto di valutazione Ai fini della quantificazione dell'assegno di mantenimento in favore della prole deve tenersi conto delle condizioni economiche del coniuge obbligato, delle esigenze di vita dei figli e del tempo di permanenza presso ciascun genitore: in particolare, con riferimento alle capacità economiche del genitore obbligato, rilevano le capacità di lavoro, sia professionale che casalingo, di ciascun coniuge e la complessiva capacità economica del coniuge obbligato, dovendo essere preso in considerazione soltanto il reddito netto. In sostanza il parametro di riferimento ai fini della determinazione del concorso dei genitori negli oneri finanziari é costituito non soltanto dai beni materiali, ma anche dalla capacità di lavoro, professionale o casalingo, di ciascun coniuge (Trib. Alessandria, I, 6 ottobre 2021, n. 767). 3. Azioni processualiFunzione e natura del giudizio Il genitore obbligato al versamento dell'assegno di mantenimento può dedurre e dimostrare che la perdita del lavoro o comunque una significativa contradizione dei propri redditi integra un fatto sopravvenuto idoneo a integrare un mutamento delle circostanze tale da comportare una riduzione del contributo dovuto ai figli. L'istanza di revisione può essere presentata sia nel corso del giudizio di separazione o di quello di divorzio che, successivamente alla conclusione degli stessi, con il ricorso di cui all'art. 473-bis.29 c.p.c. Se la coppia genitoriale non era coniugata la circostanza potrà essere dedotta nell'ambito dello stesso procedimento di cui all'art. 473-bis.29 c.p.c. Il giudizio dovrà verificare, con onere probatorio a carico del richiedente, se effettivamente la perdita del lavoro (ovvero la contrazione dei redditi da lavoro autonomo o dipendente) abbiano ridotto le possibilità economiche dello stesso al punto da giustificare una riduzione dell'assegno di mantenimento in favore della prole. Aspetti preliminari Negoziazione assistita Ai sensi dell'art. 6, comma 1, del d.l. n. 132/2014, conv. in l. n. 162/2014, la convenzione di negoziazione assistita da almeno un avvocato per parte può essere conclusa tra coniugi anche al fine di raggiungere una soluzione consensuale in ordine alla modifica delle condizioni di separazione o di divorzio. A partire dal 22 giugno 2022, per effetto dell'entrata in vigore delle norme immediatamente operative contemplate dalla l. n. 206/2021, la procedura di negoziazione assistita potrà essere utilizzata anche nei procedimenti di modifica delle condizioni di affidamento dei figli di una coppia non coniugata. Opera anche in tutte queste ipotesi la “biforcazione” del procedimento a seconda della presenza di figli dei coniugi da tutelare prevista dal capoverso del predetto art. 6. Invero, in mancanza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della l. n. 104/1992, ovvero economicamente non autosufficienti, l'accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita è trasmesso al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente il quale, quando non ravvisa irregolarità, comunica agli avvocati il nullaosta per gli adempimenti ai sensi del comma 3. La S.C. ha chiarito, peraltro, che, in tema di regime economico in favore della prole, in conseguenza della crisi familiare, la misura del contributo per il mantenimento dei figli minorenni, determinata in seno alla convenzione di negoziazione assistita per la soluzione consensuale del divorzio ex art. 6, comma 3, del d.l. n. 132 del 2014, conv., con modif., dalla l. n. 162 del 2014, è suscettibile di essere modificata, ai sensi dell'art. 337-quinquies c.c., in presenza degli stessi presupposti previsti per il caso in cui l'assegno sia stato determinato in sede giurisdizionale, poiché l'accordo produce gli effetti dei provvedimenti giudiziali che definiscono i procedimenti di separazione personale o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, sicché, per la modifica del contributo, è necessario che sia sopravvenuto un mutamento delle condizioni economiche dei genitori, idoneo a variare il pregresso assetto patrimoniale realizzato con la convenzione (Cass. I, n. 19388/2024). Competenza Se il giudizio di separazione è ancora in corso, la riduzione dell'assegno può essere richiesta con istanza di modifica dei provvedimenti temporanei ed urgenti per circostanze sopravvenute ex art. 473-bis.23 c.p.c. La competenza a decidere su tutte le istanze di modifica e revoca che ineriscono ai provvedimenti che spiegano effetti sui figli minori è demandata al Tribunale del luogo di residenza abituale degli stessi. Legittimazione La legittimazione attiva a proporre il ricorso compete al genitore che insta per la riduzione del contributo di mantenimento per il figlio minore. Profili di merito Onere della prova A fronte di un provvedimento che stabilisca l'erogazione ai figli minori di un assegno di mantenimento di un certo importo, dovrà essere il genitore che ricorre per chiedere una riduzione dell'assegno a documentare non solo le circostanze sopravvenute sottese a tale domanda ma anche l'effettiva incidenza che esse hanno avuto in ordine alla propria possibilità di assolvere ai relativi obblighi. Nella fattispecie casistica in esame, quindi, non avrà rilievo la sola perdita del lavoro o contrazione dei redditi da lavoro ma anche la conseguente impossibilità per il genitore obbligato di assolvere all'obbligo di mantenimento della prole per come determinato prima del sopravvenire di tali circostanze. Contenuto del ricorso Il ricorso deve contenere le generalità del ricorrente e del suo difensore, compresa l'indicazione del codice fiscale di entrambi, e del numero di fax e di posta elettronica certificata del difensore presso cui la parte deve eleggere domicilio, nel Comune ove ha sede il giudice adito, conferendogli con atto separato la procura alla lite, la quale, va sottoscritta dal ricorrente e dal difensore che deve autenticarne la sottoscrizione. Nel ricorso, prima della formulazione delle conclusioni, e in particolare di quelle in cui richiede la riduzione dell'importo dell'assegno di mantenimento, occorre specificare le ragioni poste a fondamento della stessa, ossia, come evidenziato, la perdita del lavoro o contrazione dei redditi da lavoro cui è conseguita un'impossibilità per il genitore obbligato di assolvere all'obbligo di mantenimento della prole per come determinato prima del sopravvenire di tali circostanze. Richieste istruttorie Anche se attualmente, dopo la riforma c.d. Cartabia, il procedimento di revisione delle condizioni di affidamento segue le forme “ordinarie” di quello unitario, il giudice può disporre mezzi di prova anche d'ufficio nell’interesse superiore della prole. Peraltro, di solito la perdita del lavoro o una significativa contrazione dei redditi da lavoro sono eventi sopravvenuti effettivamente idonei a ridurre le capacità economiche del genitore anche rispetto al versamento del contributo di mantenimento in favore dei figli. L'onere di una vera e propria istruttoria, anche con indagini patrimoniali, può sorgere ove il genitore già destinatario del contributo alleghi circostanze tali da far venir meno detta presunzione o idonee a “compensare” il nuovo evento (ad esempio, l'accettazione di una cospicua eredità o la sussistenza di altri redditi derivanti da investimenti). 4. ConclusioniIn linea di principio i figli hanno diritto di essere mantenuti da entrambi i genitori, secondo quanto deriva direttamente dall'art. 30 Cost. ed è previsto dall'art. 147 c.c. L'obbligo di mantenimento dei figli non ha carattere meramente alimentare e implica quello di fornire loro quanto necessario per la vita di relazione nel contesto sociale in cui sono inseriti, in relazione alla disponibilità dei genitori. Se di per sé la formazione la mera perdita da parte dell'obbligato di un cespite o di un'attività produttiva di reddito non determina una riduzione degli oneri di mantenimento, tuttavia l'obbligato può dimostrare che la perdita medesima si sia tradotta in una riduzione delle complessive risorse economiche, tale da non consentirgli di corrispondere gli stessi nella misura precedente. |