Riduzione dell'assegno per la formazione di una nuova famiglia e la nascita di altri figli

Rosaria Giordano

1. Bussole di inquadramento

L'assegno di mantenimento nei confronti della prole

In linea di principio i figli hanno diritto di essere mantenuti da entrambi i genitori, secondo quanto deriva direttamente dall'art. 30 Cost. ed è previsto dall'art. 147 c.c.

L'obbligo di mantenimento dei figli comprende l'obbligo di fornire loro quanto necessario per la vita di relazione nel contesto sociale in cui sono inseriti, in relazione alla disponibilità dei genitori.

Tale obbligo non ha quindi natura solo alimentare, rientrandovi tutte le spese necessarie per lo sviluppo intellettuale, culturale e psico-fisico dei figli.

Nell'ipotesi di crisi della coppia parentale l'assegno di mantenimento disposto in favore dei figli a carico del genitore non collocatario può essere modificato, riducendolo o elevandolo, quando si verifichino delle modificazioni nella situazione patrimoniale dei genitori che impongano di riequilibrare la proporzionalità degli oneri di mantenimento che devono gravare su ciascun genitore. La modifica può pertanto intervenire quando si vengano a determinare mutamenti nelle esigenze di vita dei figli o nelle condizioni economiche e patrimoniali del genitore obbligato. È onere di chi chiede la modifica dell'assegno di mantenimento dare la prova delle intervenute modificazioni e quindi allegare gli elementi di raffronto necessari per apprezzare la sussistenza effettiva di circostanze innovative.

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
La formazione di una nuova famiglia può determinare una modifica delle condizioni stabilite relativamente al mantenimento dei figli?

Orientamento della Corte di Cassazione

La formazione di una nuova famiglia può determinare una riduzione dell'assegno in favore dei figli

La S.C. ha chiarito che, sebbene la formazione di un nuovo nucleo familiare non abbia automaticamente l'effetto di determinare una riduzione degli oneri di mantenimento dei figli nati da un precedente matrimonio, è altresì vero che la formazione di una nuova famiglia e la nascita di figli dal nuovo partner, determinando la nascita di nuovi obblighi di carattere economico, deve essere valutata come circostanza sopravvenuta che può portare alla modifica delle condizioni stabilite nella separazione o nel divorzio, ovvero del provvedimento del giudice sul mantenimento dei figli (Cass. VI, n. 14175/2016).

Orientamento prevalente di merito

La formazione di una nuova famiglia può incidere sul contributo ai figli

Conforme è l'orientamento invalso in una parte della giurisprudenza di merito, per la quale, nell'ipotesi di nascita di un figlio da una nuova relazione sentimentale, il coniuge separato avente diritto, per il mantenimento della prole, ad un assegno a carico del partner, non può – allegando che la seconda nascita è il frutto di una libera scelta volontaria – opporsi qualora quest'ultimo abbia instaurato un nuovo rapporto allietato da prole e chieda una congrua riduzione dell'assegno da lui dovuto per la prole nata dalla prima unione, dando la prova che le proprie condizioni reddituali e patrimoniali non hanno registrato alcun incremento. Ciò anche in virtù del rilievo che, al fine di determinare l'ammontare dell'assegno di mantenimento dovuto per i figli nati in costanza di matrimonio, il giudice non può trascurare di considerare, nel valutare la capacità patrimoniale del genitore, anche gli obblighi di natura economica che incombono per legge sul medesimo genitore per il mantenimento di altro figlio, nato fuori dal matrimonio (Trib. Torre Annunziata, sez. I, 8 gennaio 2014, n. 157).

Orientamento minoritario di merito

Se nascono nuovi figli, non possono essere pregiudicati quelli del nucleo precedente

Secondo una tesi più rigorosa, talora emersa in sede applicativa, la nascita di nuova prole, a seguito di instaurazione di una situazione di convivenza o di matrimonio con terza persona e costituzione di una nuova famiglia, pur essendo fattispecie idonea a far sorgere obblighi nei confronti dell'ulteriore prole generata, non integra di per sé giustificato motivo di riduzione del contributo vigente, che costituisce specificazione degli obblighi nei confronti della prole esistente, generata dal precedente rapporto familiare, o dell'ex coniuge avente diritto all'assegno di mantenimento o di divorzio (Trib. Modena II, 16 marzo 2011).

Domanda
Il genitore disoccupato deve mantenere comunque i figli?

Sì, anche se ha perso il lavoro senza colpa

L'obbligazione di mantenimento gravante sui genitori sorge per il solo fatto di averli generati.

La S.C. ha così precisato (Cass. n. 41040/2012), che neppure lo stato di disoccupazione incolpevole esonera dall'obbligo di mantenimento.

3. Azioni processuali

Funzione e natura del giudizio

Il genitore obbligato al versamento dell'assegno di mantenimento può dedurre e dimostrare che la formazione da parte di esso ricorrente di un nuovo nucleo familiare, con la nascita di altri figli, integra un fatto sopravvenuto idoneo a integrare un mutamento delle circostanze tale da comportare una riduzione del contributo dovuto agli altri figli.

L'istanza di revisione può essere presentata sia nel corso del giudizio di separazione o di quello di divorzio che, successivamente alla conclusione degli stessi, con il ricorso di cui all’art. 473-bis.29 c.p.c. e 9 della l. n. 898/1970.

Se la coppia genitoriale non era coniugata la circostanza potrà essere dedotta nell'ambito dello stesso procedimento di cui all’art. 473-bis.29 c.p.c.

Nel giudizio dovrà essere verificato se effettivamente la nascita di altri figli ha determinato una riduzione delle somme che, concretamente, ad esempio per l'assenza di nuovi redditi, possono essere erogate a quelli già destinatari del contributo di mantenimento.

Aspetti preliminari

Negoziazione assistita

 

Ai sensi dell'art. 6, comma 1, del d.l. n. 132/2014, conv. in l. n. 162/2014, la convenzione di negoziazione assistita da almeno un avvocato per parte può essere conclusa tra coniugi anche al fine di raggiungere una soluzione consensuale in ordine alla modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.

A partire dal 22 giugno 2022, per effetto dell'entrata in vigore delle norme immediatamente operative contemplate dalla l. n. 206/2021, la procedura di negoziazione assistita potrà essere utilizzata anche nei procedimenti di modifica delle condizioni di affidamento dei figli di una coppia non coniugata.

Opera anche in tutte queste ipotesi la “biforcazione” del procedimento a seconda della presenza di figli dei coniugi da tutelare prevista dal capoverso del predetto art. 6.

Invero, in mancanza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ai sensi dell'art. 3, comma 3, della l. n. 104/1992, ovvero economicamente non autosufficienti, l'accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita è trasmesso al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente il quale, quando non ravvisa irregolarità, comunica agli avvocati il nullaosta per gli adempimenti ai sensi del comma 3.

Diversamente, in presenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ovvero economicamente non autosufficienti, l'accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita deve essere trasmesso entro il termine di dieci giorni al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente, il quale, quando ritiene che l'accordo risponde all'interesse dei figli, lo autorizza. Quando ritiene che l'accordo non risponde all'interesse dei figli, il procuratore della Repubblica lo trasmette, entro cinque giorni, al presidente del tribunale, che fissa, entro i successivi trenta giorni, la comparizione delle parti e provvede senza ritardo. All'accordo autorizzato si applica il comma 3.

La S.C. ha chiarito, peraltro, che, in tema di regime economico in favore della prole, in conseguenza della crisi familiare, la misura del contributo per il mantenimento dei figli minorenni, determinata in seno alla convenzione di negoziazione assistita per la soluzione consensuale del divorzio ex art. 6, comma 3, del d.l. n. 132 del 2014, conv., con modif., dalla l. n. 162 del 2014, è suscettibile di essere modificata, ai sensi dell'art. 337-quinquies c.c., in presenza degli stessi presupposti previsti per il caso in cui l'assegno sia stato determinato in sede giurisdizionale, poiché l'accordo produce gli effetti dei provvedimenti giudiziali che definiscono i procedimenti di separazione personale o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, sicché, per la modifica del contributo, è necessario che sia sopravvenuto un mutamento delle condizioni economiche dei genitori, idoneo a variare il pregresso assetto patrimoniale realizzato con la convenzione (Cass. I, n. 19388/2024).

Competenza

Se il giudizio di separazione è ancora in corso, la riduzione dell'assegno può essere richiesta con istanza  di modifica dei provvedimenti temporanei ed urgenti per circostanze sopravvenute ex art. 473-bis.23 c.p.c.

La competenza a decidere su tutte le istanze di modifica e revoca che ineriscono ai provvedimenti che spiegano effetti sui figli minori è demandata al Tribunale del luogo di residenza abituale degli stessi.

Legittimazione

La legittimazione a proporre il ricorso compete al genitore che insta per la riduzione del contributo di mantenimento per il figlio minore.

Profili di merito

Onere della prova

A fronte di un provvedimento che stabilisca l'erogazione ai figli minori di un assegno di mantenimento di un certo importo, deve essere il genitore che ricorre per chiedere una riduzione dell'assegno a documentare non solo le circostanze sopravvenute sottese a tale domanda ma anche l'effettiva incidenza che esse hanno avuto in ordine alla propria possibilità di assolvere ai relativi obblighi.

Nella fattispecie casistica in esame, quindi, non avrà rilievo la sola nascita di altri figli in una nuova famiglia ma anche la concreta incidenza rispetto alle possibilità economiche del genitore obbligato derivante dall'onere di contribuire anche al mantenimento del nuovo nucleo familiare.

L'onere di una vera e propria istruttoria, anche con indagini patrimoniali, può sorgere ove il genitore già destinatario del contributo, in quanto collocatario della prole, alleghi circostanze tali da far venir meno detta presunzione o idonee a “compensare” il nuovo evento (ad esempio, coinciso con una promozione del genitore obbligato comportante un incremento di stipendio o il venir meno di un precedente onere, come il pagamento di un mutuo).

Contenuto del ricorso

Il ricorso deve contenere le generalità del ricorrente e del suo difensore, compresa l'indicazione del codice fiscale di entrambi, e del numero di fax e di posta elettronica certificata del difensore presso cui la parte deve eleggere domicilio, nel Comune ove ha sede il giudice adito, conferendogli con atto separato la procura alla lite, la quale, va sottoscritta dal ricorrente e dal difensore che deve autenticarne la sottoscrizione.

Nel ricorso, prima della formulazione delle conclusioni, e in particolare di quelle in cui richiede la riduzione dell'importo dell'assegno di mantenimento, occorre specificare le ragioni poste a fondamento della stessa, ossia, come evidenziato, la sopravvenuta nascita di uno o più figli e la conseguente contrazione dei redditi disponibili per il mantenimento anche degli altri figli secondo quanto previsto dall'autorità giudiziaria o concordato con l'ex coniuge o partener prima di tale evento.

Richieste istruttorie

Anche se attualmente, dopo la riforma c.d. Cartabia, il procedimento di revisione delle condizioni di affidamento segue le forme “ordinarie” di quello unitario, il giudice può disporre mezzi di prova anche d'ufficio nell’interesse superiore della prole.

Peraltro, di solito la nascita di un nuovo figlio, comportando oneri economici, fa presumere, secondo l'id quod plerumque accidit, che tale evento costituisca un fatto sopravvenuto idoneo a ridurre l'entità del contributo di mantenimento già dovuto agli altri figli.

4. Conclusioni

In linea di principio i figli hanno diritto di essere mantenuti da entrambi i genitori, secondo quanto deriva direttamente dall'art. 30 Cost. ed è previsto dall'art. 147 c.c. L'obbligo di mantenimento dei figli non ha carattere meramente alimentare e implica quello di fornire loro quanto necessario per la vita di relazione nel contesto sociale in cui sono inseriti, in relazione alla disponibilità dei genitori.

Se di per sé la formazione di un nuovo nucleo familiare da parte del genitore obbligato al versamento dell'assegno non determina una riduzione degli oneri di mantenimento dei figli nati da un precedente matrimonio o relazione, tuttavia tale evento, determinando il sorgere di nuovi obblighi di carattere economico, deve essere valutata come circostanza sopravvenuta che può portare alla modifica delle condizioni stabilite nella separazione o nel divorzio, ovvero del provvedimento del giudice in merito al mantenimento dei figli.

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