Recupero delle spese straordinarie da parte del genitore che le ha sostenute in via esclusiva1. Bussole di inquadramentoLa portata dell'obbligo di mantenimento dei figli Il dovere di mantenimento dei figli, che trova diretto fondamento nell'art. 30 Cost., si estrinseca, secondo un costante indirizzo giurisprudenziale e dottrinario, nel dovere, per ciascun genitore, di provvedere, in proporzione alle rispettive sostanze e secondo la capacità di lavoro professionale o casalingo di ciascuno (art. 316-bis c.c.), alle esigenze di vita ordinarie e straordinarie dei figli. In verità il legislatore considera l'obbligazione di mantenimento come un'obbligazione unitaria, non rinvenendosi a livello normativo la distinzione tra spese ordinarie e spese straordinarie. Tale distinzione è invece costante nella dottrina e, soprattutto, nella giurisprudenza la quale, al fine di salvaguardare il superiore interesse del minore (e, a certe condizioni, anche del figlio maggiorenne), è quotidianamente chiamata a determinare non solo la misura della contribuzione di ciascun genitore alle esigenze ordinarie del figlio, ma, anche, le modalità di partecipazione alle spese necessarie per far fronte ad esigenze straordinarie dello stesso. La mancanza di indici normativi alla luce dei quali distinguere quali spese siano ordinarie e quali, invece, straordinarie ha favorito il fiorire di orientamenti quanto mai eterogene. Distinzione tra spese ordinarie e spese straordinarie Se le spese ordinarie devono intendersi ricomprese nell'assegno di mantenimento disposto in favore dei figli, così non è per le spese straordinarie che vengono poste, in sede di regolamentazione delle condizioni di affido dei minori, in percentuali variabili a carico di ciascuno dei genitori. Per giurisprudenza costante (Cass., n. 23411/2009; Cass., n. 6201/2009; Cass., n. 7672/1999) devono considerarsi ordinarie solo quelle spese destinate a soddisfare i bisogni e le normali esigenze di vita quotidiana della prole (ad esempio l'acquisto dei libri scolastici o dei medicinali da banco; il vitto, il parrucchiere, le visite di controllo routinarie; la ricarica del cellulare, il trasporto urbano, l'abbigliamento). L'assegno mensile deve soddisfare una molteplicità di esigenze dei figli certamente non riconducibile soltanto all'obbligo alimentare ma inevitabilmente estese anche all'aspetto abitativo, scolastico, sportivo, sanitario, sociale, all'assistenza morale e materiale, alla opportuna predisposizione di una stabile organizzazione domestica, adeguata a rispondere a tutte le necessità di cura e di educazione (Cass., n. 11772/2010; Cass., n. 4203/2006; Cass., n. 2196/2003; Cass., n. 3974/2002; Cass., n. 11025/1997). Sono da considerarsi, invece, straordinarie, tutti gli esborsi necessari a far fronte ad eventi imprevedibili o addirittura eccezionali, ad esigenze non rientranti nelle normali consuetudini di vita dei figli o comunque non ricorrenti, non quantificabili e determinabili in anticipo, ovvero di apprezzabile importo rispetto al tenore di vita della famiglia e alle capacità economiche dei genitori (ad esempio le rette di scuole private, le ripetizioni, i viaggi di istruzione organizzati dalla scuola, i centri estivi, i viaggi di istruzione o le vacanze trascorse autonomamente senza i genitori, l'acquisto della macchina o del motorino, le spese per l'attività sportiva, quelle per interventi chirurgici, per l'oculista o il dentista, per visite specialistiche). 2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali
Domanda
Le spese straordinarie devono essere previamente concordate tra i genitori?
Orientamento prevalente La necessità che le spese straordinarie siano previamente concordate va vagliata alla luce del superiore interesse del minore La giurisprudenza è intervenuta su questo ricorrente problema, riconducendosi al criterio generale el “prevalente interesse del minore”. In particolare, si è affermato che non è configurabile a carico del coniuge affidatario un obbligo di informazione e di concertazione preventiva con l'altro in ordine alla determinazione delle spese straordinarie, sussistendo a carico del coniuge non affidatario un obbligo di rimborso qualora non abbia tempestivamente addotto validi motivi di dissenso (cfr. Cass., n. 5059/2021). Specie, se si tratta di spesa necessaria, indifferibile, urgente e/o fondamentale per l'interesse e le esigenze del figlio, l'intesa preventiva non è richiesta. La Suprema Corte (Cass., n. 16175/2015) ha stabilito, infatti, che la mancata preventiva concertazione delle spese straordinarie da sostenere nell'interesse dei figli, in caso di rifiuto di provvedere al rimborso della quota di spettanza da parte del genitore che non le ha anticipate, impone la verifica giudiziale della rispondenza delle spese all'interesse del minore, mediante la valutazione, riservata al giudice di merito, della commisurazione dell'entità della spesa rispetto all'utilità per il minore e della sostenibilità della stessa rapportata alle condizioni economiche dei genitori. Questo orientamento è stato poi ripreso anche successivamente da Cass., n. 2127/2016, evidenziando come non sia configurabile a carico del coniuge affidatario o presso il quale sono normalmente residenti i figli, anche nel caso di decisioni di maggiore interesse per questi ultimi, un obbligo di informazione e di concertazione preventiva con l'altro genitore in ordine alla effettuazione e determinazione delle spese straordinarie che, se non adempiuto, comporti la perdita del diritto al rimborso. Nel caso di mancata concertazione preventiva e di rifiuto di provvedere al rimborso della quota di spettanza da parte del coniuge che non le ha effettuate, il giudice è tenuto a verificare la rispondenza delle spese all'interesse del minore mediante la valutazione della commisurazione dell'entità della spesa rispetto all'utilità derivante ai figli e della sostenibilità della spesa stessa, rapportata alle condizioni economiche dei coniugi. In sostanza, rispetto alle spese straordinarie prevale l'interesse del minore rispetto all'obbligo di concertazione (cfr. anche Cass., n. 21726/2018; Cass., n. 4060/2017; Trib. Palermo I, 6 novembre 2018, n. 4778). Ciò in quanto l'opposizione di un genitore non può «paralizzare» l'adozione di un'iniziativa fondamentale che riguardi la vita del figlio, specie se di rilevante interesse. Nel caso di mancata concertazione preventiva e di rifiuto di provvedere al rimborso della quota di spettanza da parte del coniuge che non le ha effettuate, la valutazione dell'esistenza in concreto dei motivi di dissenso spetta al giudice di merito, il quale è tenuto a verificare la rispondenza delle spese all'interesse del minore, mediante una valutazione improntata alla commisurazione dell'entità delle stesse rispetto all'utilità per il figlio e alla sostenibilità in relazione alle condizioni economiche dei genitori (Cass., n. 5059/2021). Orientamento minoritario Le spese straordinarie devono essere sempre previamente concordate Per un'altra tesi ogni spesa di natura straordinaria debba comunque essere sempre concordata tra i genitori al fine di evitare eventuali fonti di contenzioso tra loro (cfr. Cass. I, ord. n. 25055/2017). Una impostazione questa che è peraltro in linea anche con il disposto dell'art. 337-ter c.c. secondo cui le «decisioni di maggior interesse per i figli» debbano essere assunte di comune accordo. La norma individua infatti un nucleo di decisioni di particolare rilievo (fondamentali per la vita della prole) concernenti l'istruzione, l'educazione, la salute, in relazione alle quali la compartecipazione di entrambi i genitori è essenziale e irrinunciabile, anche indipendentemente dal tipo di affidamento (condiviso o esclusivo). Su questi ambiti vi deve essere quindi sempre e comunque un dovere di consultazione reciproca e discussione preventiva.
Domanda
Quali possono essere a titolo esemplificativo le spese straordinarie?
Le spese mediche e scolastiche imprevedibili e quelle ludiche adeguate alla situazione economica dei genitori Per quanto riguarda quelle attinenti al profilo scolastico/educativo del minore, occorre rilevare che entrano tra le “spese ordinarie”, anche se parametrate nell'arco di un anno e non di carattere giornaliero, quelle effettuate per l'acquisto di libri scolastici, di materiale di cancelleria, dell'abbigliamento per lo svolgimento dell'attività fisica a scuola. Tutto ciò, ovviamente, basandosi sulla considerazione che la frequenza scolastica da parte del minore non é qualcosa di eccezionale ed imprevedibile ma, al contrario, di obbligatorio e fondamentale. Anche le spese mensili per la frequenza scolastica con annesso semi-convitto deve essere considerata una “spesa ordinaria” in relazione al normale standard di vita seguito dal minore fino al momento della crisi familiare, con eventuale possibilità di aumentare l'assegno di mantenimento precedentemente disposto per far fronte a tale esigenza (Trib. minorenni Bari, decr. 6 ottobre 2010). Per quanto riguarda, invece, i viaggi studio all'estero (Cass., n. 19607/2011), la partecipazione alle gite scolastiche e le ripetizioni scolastiche o gli sport (Trib. Roma, n. 147/2013) esse debbono essere ricondotte alla categoria delle “spese straordinarie”. Per quanto concerne, poi, le eventuali e future spese per la formazione universitaria (tasse e libri scolastici), dovranno intendersi quali “spese ordinarie”, tali da giustificare una richiesta di modifica in aumento dell'assegno periodico non trattandosi, infatti, di spese di carattere saltuario e eccezionale o comunque imprevedibile ma, al contrario, assolutamente normali e durevoli nel tempo (Cass., n. 8153/2006). Relativamente, ancora, alle esigenze sanitarie della prole le quali, a seconda della loro natura, vengono a volte ricomprese nelle “spese ordinarie” ed altre volte qualificate come “spese straordinarie”, si deve ritenere che rientrino tra le prime, secondo quanto risulta da innumerevoli pronunce dei giudici di merito, le c.d. “cure ordinarie”, come le visite pediatriche, l'acquisto di medicinali da banco o comunque di uso frequente, visite di controllo routinarie (Trib. Catania, 4 dicembre 2008; App. Catania, 29 maggio 2008; App. Catania 5 dicembre 2011). Anche quanto necessario a garantire cura ed assistenza al proprio figlio disabile non può che ritenersi “spesa ordinaria” essendo destinata, invero, a soddisfare i bisogni quotidiani del ragazzo in relazione alla specificità della sua situazione (Cass., n. 18618/2011). Diversamente dovranno essere qualificate come “straordinarie” le spese concernenti un improvviso intervento chirurgico, dei trattamenti psicoterapeutici, dei cicli di fisioterapia necessari in seguito ad un incidente stradale od altro ed, infine, quanto erogato per acquistare un paio di occhiali da vista al minore o l'apparecchio ortodontico (Trib. Perugia, n. 967/2011). Infine, la vita del minore, ovviamente, si compone anche di essenziali momenti ludici e di svago che i genitori, nei limiti ovviamente della loro situazione economico-reddituale, sono chiamati a soddisfare. Così l'acquisto di un computer o quello di un motorino, dovrà essere qualificato come “spesa straordinaria”, od anche le somme necessarie per giungere a conseguire la patente di guida ed a pagare, successivamente, eventuali contravvenzioni dovute a violazione del codice della strada da parte dei figli (Trib. Ragusa, n. 278/2011; Trib. Ragusa, n. 243/2011). 3. Azioni processualiFunzione e natura del giudizio L'imprevedibilità che caratterizza le spese straordinarie, ha indotto la giurisprudenza di legittimità a negare che il provvedimento che dispone la ripartizione delle spese straordinarie tra i genitori possa costituire ex se titolo esecutivo per incardinare un'esecuzione nei confronti del genitore inadempiente, ovvero colui che si rifiuti di restituire all'altro la quota delle spese da esso sostenute di propria spettanza. In particolare, la S.C. ha affermato che il provvedimento giudiziario con cui in sede di separazione personale si stabilisca, ai sensi dell'art. 155, comma 2, c.c., quale modalità di contribuzione al mantenimento dei figli, che il genitore non affidatario paghi, sia pure pro quota, le spese straordinarie relative ai figli, richiede, nell'ipotesi di non spontanea attuazione da parte dell'obbligato, al fine di legittimare l'esecuzione forzata, stante il disposto dell'art. 474, comma 1, c.p.c., un ulteriore intervento del giudice, volto ad accertare l'avveramento dell'evento futuro e incerto cui è subordinata l'efficacia della condanna, ossia l'effettiva sopravvenienza degli specifici esborsi contemplati dal titolo e la relativa entità, non suscettibili di essere desunte sulla base degli elementi di fatto contenuti nella prima pronuncia (Cass., n. 1758/2008). Qualora il coniuge onerato alla contribuzione delle spese straordinarie, sia pure pro quota, non adempia, al fine di legittimare l'esecuzione forzata, occorre adire nuovamente il giudice affinché accerti l'effettiva sussistenza delle condizioni di fatto che determinano l'insorgenza stessa dell'obbligo di esborso di quelle spese, e ne determini l'esatto ammontare (Cass., n. 4543/2011; Cass., n. 2815/2014). Si rileva peraltro che i più recenti interventi della Corte di Cassazione aprono la strada a un regime differenziato per le spese straordinarie a seconda che siano routinarie (cioè relative ai bisogni consueti della prole) e che hanno il loro titolo fondante (cioè l'an debeatur) nell'obbligo di mantenimento, ma – quantitativamente – sono al di fuori di quanto previsto nell'assegno di mantenimento. In altri termini, la S.C. ritiene che all'interno delle categorie delle c.d. spese straordinarie, comunque non ricomprese nel contributo periodico fisso, occorre distinguere quelle che, pure non quantificate in sede di determinazione dell'assegno di mantenimento del figlio, possono esserlo successivamente, nella loro prevedibile reiterazione, anche a distanza di intervalli temporali, da quelle che rivestono i caratteri della assoluta imprevedibilità e imponderabilità. Mentre le prime sono azionabili in forza del titolo originario, integrato dalla documentazione esplicativa delle spese, sicché la somma portata dal primo possa essere agevolmente determinata in sede esecutiva con una mera operazione aritmetica, le seconde non possono essere azionate in ragione del titolo originario, richiedendo, piuttosto, la formazione di un nuovo e autonomo titolo, esito di un distinto giudizio di cognizione. In particolare le spese mediche e scolastiche da ritenersi comprese nella categoria delle spese straordinarie routinarie sono quegli esborsi (per l'acquisto di occhiali; per visite specialistiche di controllo; per pagamento di tasse scolastiche) che pur non ricompresi nell'assegno fisso periodico di mantenimento tuttavia, nel loro ordinario riproporsi, assumono una connotazione di probabilità tale da potersi definire come sostanzialmente certe, sicché esse, se non predeterminabili nel quantum e nel quando lo sono invece in ordine all'an (Cass., n. 3835/2021). In generale deve dunque ritenersi che, tranne che per le spese routinarie per come definite nella recente giurisprudenza di legittimità, per ottenere un titolo esecutivo di condanna dell'altro genitore alla restituzione della quota di spese straordinarie anticipate occorra richiedere, documentate le relative spese, un decreto ingiuntivo. Aspetti preliminari Competenza Se le spese straordinarie sono imprevedibili e non routinarie, come evidenziato, va proposto ricorso per ingiunzione. Sarà competente il giudice di pace o il Tribunale, a seconda degli ordinari criteri di riparto della competenza tra essi per valore. Sul piano della competenza per territorio, trovano applicazione le regole generali ritraibili dagli artt. 18 e 20 c.p.c. Diversamente, per spese straordinarie di carattere routinario, è possibile procedere immediatamente ad esecuzione forzata in base al titolo dove è previsto tra i genitori il riparto delle spese stesse. In questo caso occorre incardinare l'esecuzione forzata presso il Tribunale territorialmente competente, a seconda del tipo di espropriazione prescelto, ai sensi degli artt. 26 e 26-bis c.p.c. Si tratta di una competenza funzionale e inderogabile. Prima dell'inizio dell'esecuzione, tuttavia, il genitore che ha anticipato le spese e ne richiede il recupero deve intimare atto di precetto all'altro genitore invitandolo ad adempiere spontaneamente entro un termine di almeno dieci giorni. Se il genitore intimato vuole proporre opposizione c.d. a precetto trovano applicazione le regole generali a tal fine espresse dal primo comma dell'art. 615 c.p.c.: la relativa controversia andrà introdotta con citazione dinanzi all'ufficio giudiziario (giudice di pace o tribunale) competente per valore. Legittimazione Tanto il ricorso di ingiunzione quanto l'esecuzione – a seconda dei casi – devono essere proposti, in qualità di creditore, dal genitore che ha anticipato per intero la corresponsione delle spese straordinarie. Profili di merito Onere della prova Il genitore ricorrente è tenuto a documentare, nell'an e nel quantum, le spese straordinarie sostenute interamente nell'interesse dei figli per ottenere il provvedimento di ingiunzione di pagamento. Potranno a tal fine essere prodotte le fatture o ricevute rilasciate. La relativa documentazione va prodotta anche quando si tratta di spese routinarie, specie se vi sia una contestazione con opposizione a precetto dell'altro genitore. Contenuto del ricorso Il ricorso deve contenere le generalità del ricorrente e del suo difensore, compresa l'indicazione del codice fiscale di entrambi, e del numero di fax e di posta elettronica certificata del difensore presso cui la parte deve eleggere domicilio, nel Comune ove ha sede il giudice adito, conferendogli con atto separato la procura alla lite, la quale, va sottoscritta dal ricorrente e dal difensore che deve autenticarne la sottoscrizione. Nel ricorso vanno indicate analiticamente le spese straordinarie sostenute per intero e la percentuale della quale si richiede il recupero nei confronti dell'altro genitore. Tali spese devono essere documentate altrettanto analiticamente per ottenere il decreto ingiuntivo. Richieste istruttorie L'istruttoria nella fase sommaria è di carattere documentale, come si è detto. Se tuttavia l'intimato propone opposizione a decreto ingiuntivo (ovvero, in caso di spese routinarie, opposizione a precetto) deducendo, ad esempio, che le spese straordinarie sostenute non erano concordate né necessarie per il minore, il genitore che le ha anticipate dovrà dimostrare, anche in via presuntiva, tali circostanze (ad esempio, è conforme ad una massima di esperienza la necessità che un bambino che frequenta la scuola elementare possa avere necessità di un apparecchio per la correzione di difetti dentali). 4. ConclusioniDi regola al fine di recuperare le spese straordinarie, nella quota spettante all'altro genitore, deve essere proposto un previo ricorso per ingiunzione di pagamento, in modo che, sulla base della documentazione prodotta, il giudice possa emanare il relativo decreto. Tuttavia, nella più recente giurisprudenza di legittimità, specie rispetto ad alcune spese mediche e scolastiche di carattere routinario, si è precisato che il provvedimento che ne delinea il riparto tra i genitori può già costituire ex se titolo esecutivo e giustificare quindi, previa notifica dell'atto di precetto, la promozione dell'esecuzione forzata. |