Qualificazione delle spese universitarie

Rosaria Giordano

1. Bussole di inquadramento

Le spese per l'istruzione dei figli tra ordinarie e straordinarie

Il dovere di mantenimento dei figli, che trova diretto fondamento nell'art. 30 Cost., si estrinseca, secondo un costante indirizzo giurisprudenziale e dottrinario, nel dovere, per ciascun genitore, di provvedere, in proporzione alle rispettive sostanze e secondo la capacità di lavoro professionale o casalingo di ciascuno (art. 316-bis c.c.), alle esigenze di vita ordinarie e straordinarie dei figli.

In verità il legislatore considera l'obbligazione di mantenimento come un'obbligazione unitaria, non rinvenendosi a livello normativo la distinzione tra spese ordinarie e spese straordinarie.

In sostanza, si ritiene che vadano considerate ordinarie, e di qui ricomprese nell'assegno di mantenimento, le spese destinate a soddisfare i bisogni e le normali esigenze di vita quotidiana della prole (Cass., n. 7672/1999; Cass., n. 6201/2009; Cass., n. 23411/2009). Tra le spese ordinarie in materia di istruzione rientra, ad esempio, l'acquisto dei libri scolastici, in quanto normalmente necessario per lo svolgimento dell'attività didattica.

Sono invece straordinarie le spese necessarie a fronteggiare eventi imprevedibili o addirittura eccezionali, ossia esigenze non rientranti nelle normali consuetudini di vita dei figli o comunque non ricorrenti, non quantificabili e determinabili in anticipo, ovvero di apprezzabile importo rispetto al tenore di vita della famiglia e alle capacità economiche dei genitori. In tale categoria vengono ricondotte, nell'ambito delle spese di istruzione, le rette di scuole private, le ripetizioni, i viaggi di istruzione organizzati dalla scuola.

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
Come si qualificano le spese per l'istruzione universitaria?

Orientamento più recente

Le spese universitarie non sono imprevedibili e quindi rientrano tra quelle ordinarie

In una recente sentenza la Prima sezione civile della Corte di cassazione (Cass. I, n. 34100/2021), ha accolto il motivo di ricorso con il quale era stata impugnata la decisione della Corte d'Appello che aveva qualificato, ripartendone il carico tra entrambi i genitori, come spese straordinarie le tasse universitarie, rette di collegio e libri di studio, sull'assunto per il quale e «per uno studente universitario corrispondono a bisogni ordinari ed attuali che non hanno carattere di eccezionalità o imprevedibilità, essendo anche nel caso di specie quantificabili in anticipo».

Ai fini dell'accoglimento del ricorso, la S.C. ha ricordato che, in conformità al proprio orientamento, devono intendersi spese “straordinarie” quelle che, per la loro rilevanza, la loro imprevedibilità e la loro imponderabilità esulano dall'ordinario regime di vita dei figli, sicché la loro inclusione in via forfettaria nell'ammontare dell'assegno, posto a carico di uno dei genitori, può rivelarsi in contrasto con il principio di proporzionalità sancito dall'art. 155 cod. civ. e con quello dell'adeguatezza del mantenimento, nonché recare grave nocumento alla prole, che potrebbe essere privata, non consentendolo le possibilità economiche del solo genitore beneficiario dell'assegno “cumulativo” (Cass. I, n. 9372/2012).

Peraltro, secondo la giurisprudenza più recente, in materia di rimborso delle spese c.d. straordinarie sostenute dai genitori per il mantenimento del figlio, occorre in via sostanziale distinguere tra: a) gli esborsi che sono destinati ai bisogni ordinari del figlio e che, certi nel loro costante e prevedibile ripetersi, anche lungo intervalli temporali, più o meno ampi, sortiscono l'effetto di integrare l'assegno di mantenimento e possono essere azionati in forza del titolo originario di condanna adottato in materia di esercizio della responsabilità in sede di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio ovvero all'esito di procedimenti relativi ai figli nati fuori del matrimonio, previa una allegazione che consenta, con mera operazione aritmetica, di preservare del titolo stesso i caratteri della certezza, liquidità ed esigibilità; b) le spese che, imprevedibili e rilevanti nel loro ammontare, in grado di recidere ogni legame con i caratteri di ordinarietà dell'assegno di contributo al mantenimento, richiedono, per la loro azionabilità l'esercizio di un'autonoma azione di accertamento in cui convergono il rispetto del principio dell'adeguatezza della posta alle esigenze del figlio e quello della proporzione del contributo alle condizioni economico patrimoniali del genitore onerato in comparazione con quanto statuito dal giudice che si sia pronunciato sul tema della responsabilità genitoriale a seguito di separazione, divorzio, annullamento e nullità del vincolo matrimoniale e comunque in ordine al figli nati fuori dal matrimonio (Cass. I, n. 379/2021).

Di qui la Corte di legittimità ha annullato la decisione oggetto di ricorso ritenendo sussistente un errore di sussunzione da parte del giudice di merito che aveva escluso puramente e semplicemente le spese per l'istruzione universitaria del figlio dalle spese ordinarie senza che ne fossero evidenziati i caratteri imprevedibilità ed imponderabilità che contribuiscono ad includerle le spese straordinarie.

Domanda
Quali possono essere a titolo esemplificativo le spese straordinarie in ambito scolastico/educativo?

Le spese eccezionali, di carattere saltuario o comunque imprevedibile

Limitandoci a quelle attinenti al profilo scolastico/educativo del minore, rientrano tra le “spese ordinarie”, anche se parametrate nell'arco di un anno e non di carattere giornaliero, quelle effettuate per l'acquisto di libri scolastici, di materiale di cancelleria, dell'abbigliamento per lo svolgimento dell'attività fisica a scuola. Invero, la frequenza scolastica da parte del minore non è qualcosa di eccezionale ed imprevedibile ma, al contrario, di obbligatorio e fondamentale. In tale prospettiva si è così ritenuto che anche le spese mensili per la frequenza scolastica con annesso semi-convitto deve essere considerata una “spesa ordinaria” in relazione al normale standard di vita seguito dal minore fino al momento della crisi familiare, con eventuale possibilità di aumentare l'assegno di mantenimento precedentemente disposto per far fronte a tale esigenza (Trib. minorenni Bari, decr. 6 ottobre 2010). Per quanto riguarda, invece, la partecipazione alle gite scolastiche e le ripetizioni scolastiche (Trib. Roma, n. 147/2013) le stesse debbono essere ricondotte alla categoria delle “spese straordinarie”. Per quanto concerne, poi, le eventuali e future spese per la formazione universitaria (tasse e libri scolastici), dovranno intendersi quali “spese ordinarie”, tali da giustificare una richiesta di modifica in aumento dell'assegno periodico non trattandosi, infatti, di spese di carattere saltuario e eccezionale o comunque imprevedibile ma, al contrario, assolutamente normali e durevoli nel tempo (Cass., n. 8153/2006).

3. Azioni processuali

Funzione e natura del giudizio

Se, in accordo con la più recente giurisprudenza di legittimità (Cass. I, n. 34100/2021), le spese per gli studi universitari dei figli devono essere annoverate tra quelle ordinarie, vuol dire che il relativo costo deve essere ricompreso nell'assegno di mantenimento in favore dei figli.

Potrà quindi accadere che il genitore collocatario chieda, a seguito dell'iscrizione del figlio convivente all'università, un aumento dell'assegno di mantenimento a carico del gentiore non collocatario in modo da includervi anche in tutto o in parte le spese da fronteggiare per gli studi universitari dei figli, a seconda delle rispettive posizioni economiche dei genitori.

Aspetti preliminari

Negoziazione assistita

Ai sensi dell'art. 6, comma 1, del d.l. n. 132/2014, conv. in l. n. 162/2014, la convenzione di negoziazione assistita da almeno un avvocato per parte può essere conclusa tra coniugi anche al fine di raggiungere una soluzione consensuale in ordine alla modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.

Opera anche in questa ipotesi la “biforcazione” del procedimento a seconda della presenza di figli dei coniugi da tutelare prevista dal capoverso del predetto art. 6.

Invero, in mancanza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ai sensi dell'art. 3, comma 3, l. n. 104/1992, ovvero economicamente non autosufficienti, l'accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita è trasmesso al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente il quale, quando non ravvisa irregolarità, comunica agli avvocati il nullaosta per gli adempimenti ai sensi del comma 3.

Diversamente, in presenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ovvero economicamente non autosufficienti, l'accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita deve essere trasmesso entro il termine di dieci giorni al procuratore della Repubblica presso il tribunale competente, il quale, quando ritiene che l'accordo risponde all'interesse dei figli, lo autorizza. Quando ritiene che l'accordo non risponde all'interesse dei figli, il procuratore della Repubblica lo trasmette, entro cinque giorni, al presidente del tribunale, che fissa, entro i successivi trenta giorni, la comparizione delle parti e provvede senza ritardo. All'accordo autorizzato si applica il comma 3.

Trattandosi di accordo sulla revoca dell'assegnazione della casa familiare, laddove non venga trovata una soluzione abitativa idonea alternativa per i figli minorenni o non economicamente autosufficienti, il Tribunale non potrà concedere la relativa autorizzazione.

Competenza

La competenza a decidere su tutte le istanze di modifica e revoca dei provvedimenti in materia di separazione o divorzio, quando non è pendente la causa, spetta per materia al tribunale in composizione collegiale mentre, quanto alla competenza per territorio, operano i criteri generali degli artt. 18 e 20 c.p.c. (Cass. I, n. 22394/2008).

Pertanto, il procedimento può essere incardinato sia ex art. 18 c.p.c. di fronte al tribunale del luogo di residenza del coniuge convenuto sia, ai sensi dell'art. 20 c.p.c., dinanzi al tribunale che ha pronunciato la sentenza di separazione o divorzio o ha omologato la stessa, da intendersi quale luogo in cui l'obbligazione è sorta (Cass. I, n. 8016/2013).

Legittimazione

La legittimazione attiva a proporre il ricorso spetta al genitore collocatario quale soggetto cui deve essere versato l'assegno di mantenimento in favore dei figli da parte del coniuge obbligato.

Profili di merito

Onere della prova

L'onere di dimostrare la sussistenza dei presupposti per l'aumento dell'assegno di mantenimento spetta al genitore che propone il ricorso, secondo le regole generali.

A tal fine sarà sufficiente documentare, peraltro, l'avvenuta iscrizione del figlio a un corso universitario e i conseguenti oneri sostenuti, da considerarsi prevedibili in modo da poter qualificare le relative spese come straordinarie anche negli anni successivi.

Contenuto del ricorso

Il ricorso deve contenere le generalità del ricorrente e del suo difensore, compresa l'indicazione del codice fiscale di entrambi, e del numero di fax e di posta elettronica certificata del difensore presso cui la parte deve eleggere domicilio, nel Comune ove ha sede il giudice adito, conferendogli con atto separato la procura alla lite, la quale, va sottoscritta dal ricorrente e dal difensore che deve autenticarne la sottoscrizione.

Nel ricorso, prima della formulazione delle conclusioni, nelle quali l'istante chiede l'aumento del contributo di mantenimento in favore del figlio per sostenere le spese universitarie, occorre indicare e documentare l'entità di dette spese (in quanto prevedibili e ripetitive).

4. Conclusioni

La S.C. ha recentemente chiarito, così risolvendo una questione per la quale erano state espresse soluzioni non univoche, che le spese per gli studi universitari dei figli rientrano nelle spese ordinarie e non in quelle straordinarie ove prevedibili e determinabili ex ante nel loro ammontare (Cass. I, n. 34100/2021).

Pertanto tali spese dovranno essere computate nell'assegno di mantenimento in favore dei figli.

È verosimile ritenere che qualora la disgregazione della coppia parentale sia avvenuta anni prima rispetto all'iscrizione dei figli all'università, tale evento costituisca una circostanza idonea a costituire il presupposto per un aumento dell'assegno.

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