Riduzione dell'assegno di mantenimento in favore dei figli per la crisi economica da Covid-19

Rosaria Giordano

1. Bussole di inquadramento

Il dovere di mantenimento della prole

In linea di principio i figli hanno diritto di essere mantenuti da entrambi i genitori, secondo quanto deriva direttamente dall'art. 30 Cost. ed è previsto dall'art. 147 c.c. L'obbligo di mantenimento dei figli comprende quello di fornire loro quanto necessario per la vita di relazione nel contesto sociale in cui sono inseriti, in relazione alla disponibilità dei genitori. Tale obbligo non ha quindi natura solo alimentare, rientrandovi tutte le spese necessarie per lo sviluppo intellettuale, culturale e psico-fisico dei figli.

L'assegno di mantenimento e la modifica del relativo importo

Nell'ipotesi di crisi della coppia parentale l'assegno di mantenimento disposto in favore dei figli a carico del genitore non collocatario può essere modificato, riducendolo o elevandolo, quando si verificano delle modificazioni nella situazione patrimoniale dei genitori che impongano di riequilibrare la proporzionalità degli oneri di mantenimento che devono gravare su ciascun genitore. La modifica può pertanto intervenire quando si vengano a determinare mutamenti nelle esigenze di vita dei figli o nelle condizioni economiche e patrimoniali del genitore obbligato. È onere di chi chiede la modifica dell'assegno di mantenimento dare la prova delle intervenute modificazioni e quindi allegare gli elementi di raffronto necessari per apprezzare la sussistenza effettiva di circostanze innovative.

La riduzione dei redditi del genitore obbligato derivante dalla crisi economica da pandemia

La grave crisi anche economica, soprattutto rispetto ad alcune attività di lavoro, determinata dall'emergenza sanitaria, ha ridotto talora in modo significativo i redditi dei genitori obbligati al versamento dell'assegno di mantenimento.Tale circostanza è stata ritenuta, ove documentata, idonea a giustificare un accoglimento dei ricorsi volti alla riduzione del contributo dovuto ai figli in ragione di tale evento sopravvenuto.

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
Lo stato di disoccupazione, se incolpevole, può esonerare il genitore dal mantenimento dei figli?

Il genitore è obbligato a mantenere la prole anche se si trovi in stato di disoccupazione incolpevole

L'obbligazione di mantenimento gravante sui genitori sorge per il solo fatto di averli generati.

La S.C. ha così precisato (Cass., n. 41040/2012), che neppure lo stato di disoccupazione incolpevole esonera dall'obbligo di mantenimento.

Domanda
Se i redditi del genitore si sono contratti durante la pandemia può ottenere una diminuzione del contributo per la prole?

Orientamento di merito prevalente

La crisi economica determinata dalla pandemia può giustificare una riduzione dell'assegno in favore dei figli

In una significativa pronuncia di merito (App. Torino minori, 15 marzo 2021) al fine dell'accoglimento dell'istanza di sospensiva della sentenza di separazione coniugale relativa al contributo per il mantenimento del figlio si è ritenuto sussistente il fumus boni iuris nell'elemento fattuale della riduzione della retribuzione del genitore obbligato anche causata dell'emergenza Covid-19 ed incidente su particolari attività professionali.

Talvolta la giurisprudenza ha ritenuto che costituisca fatto notorio la circostanza che dall'emergenza sanitaria sia derivata una riduzione della capacità contributiva per il mantenimento dei figli in considerazione della natura dell'attività svolta dal genitore obbligato (Trib. Terni, 16 luglio 2020, in relazione a una fattispecie nella quale l'obbligato prestava consulenza a piccole imprese, la cui attività era stata oggetto di chiusura a causa delle restrizioni governative, limitatamente al relativo periodo; Trib. Monza 25 giugno 2020, la quale – accolta l'istanza di riduzione dell'assegno per il mantenimento della prole formulata dal padre che abbia subito una diminuzione del reddito a causa del Covid-19, in quanto ai fini della determinazione del contributo al mantenimento della prole, infatti, ai sensi dell'art. 337-ter c.c., occorre, tra l'altro, considerare le risorse economiche di entrambi i genitori, non potendosi non tener conto di eventuali contrazioni reddituali – ha ritenuto definitive le ripercussioni della crisi economica sulla parte richiedente che a causa della pandemia aveva perso il proprio unico cliente, con conseguente impossibilità di una risoluzione nel breve periodo della problematica); in alcune occasioni è stato precisato che il principio del fatto notorio può governare la decisione dell'autorità giudiziaria solo nelle ipotesi di riduzioni di reddito correlate alle restrizioni conseguenti alle limitazioni negative, mentre ove le relative difficoltà economiche permanessero in un periodo successivo dovrebbero essere oggetto di ordinario onere di allegazione e prova (Trib. Rimini 18 novembre 2020).

3. Azioni processuali

Funzione e natura del giudizio

Il genitore obbligato al versamento dell'assegno di mantenimento può richiedere una riduzione del contributo allegando le conseguenze negative sul proprio reddito della crisi economica determinate dall'emergenza pandemica.

L'istanza di revisione, in quanto fondata su un mutamento delle circostanze che avevano giustificato il precedente provvedimento, deve essere veicolata, sia nel corso del giudizio di separazione che in quello di divorzio che, successivamente alla conclusione degli stessi, rispettivamente con ricorsi exartt. 710 c.p.c. e 9 l. n. 898/1970.

Se la coppia genitoriale non era coniugata, la circostanza potrà essere dedotta nell'ambito di un procedimento camerale incardinato ex art. 337-quinquies c.c. per la revisione delle disposizioni riguardanti in ordine alle disposizioni relative alla misura ed alla modalità del contributo.

Nel procedimento dovrà essere verificato se effettivamente l'emergenza pandemica abbia comportato, almeno presuntivamente in ragione dell'attività esercitata, una contrazione dei redditi dell'obbligato.

Aspetti preliminari

Competenza

Se il giudizio di separazione è ancora in corso, la riduzione dell'assegno può essere richiesta con istanza ex art. 709, comma 4, c.p.c. La competenza a decidere su tutte le istanze di modifica e revoca dei provvedimenti in materia di separazione o divorzio, quando non è pendente la causa (in quanto già definita), spetta per materia al tribunale in composizione collegiale mentre, quanto alla competenza per territorio, operano i criteri generali degli artt. 18 e 20 c.p.c. (Cass. I, n. 22394/2008). Pertanto, il procedimento può essere incardinato sia ex art. 18 c.p.c. di fronte al tribunale del luogo di residenza del coniuge convenuto sia, ai sensi dell'art. 20 c.p.c., dinanzi al tribunale che ha pronunciato la sentenza di separazione o divorzio o ha omologato la stessa, da intendersi quale luogo in cui l'obbligazione è sorta (Cass. I, n. 8016/2013).

Nell'ipotesi in cui le condizioni di affidamento da modificare riguardino, invece, la prole di una coppia parentale non coniugata è competente il Tribunale del luogo di residenza abituale del minore.

Questo assetto dovrebbe essere modificato, seguendo quest'ultima regola anche per i ricorsi che riguardano i figli dei genitori coniugati, a seguito dell'esercizio del criterio di delega, contenuto nell'art. 1, comma 23, della l. n. 206/2021, secondo cui il Governo dovrà prevedere che nei procedimenti che riguardano i minori il criterio principale di collegamento della competenza territoriale dovrà essere costituito, in omaggio al c.d. principio di vicinanza o prossimità, dal luogo ove si trova la residenza abituale del minore.

Legittimazione

La legittimazione attiva a proporre il ricorso compete al genitore che insta per la riduzione del contributo di mantenimento per il figlio minore.

Profili di merito

Onere della prova

A fronte di un provvedimento che stabilisca l'erogazione ai figli minori di un assegno di mantenimento di un certo importo, dovrà essere il genitore che ricorre per chiedere una riduzione dell'assegno a documentare non solo le circostanze sopravvenute sottese a tale domanda ma anche l'effettiva incidenza che esse hanno avuto in ordine alla propria possibilità di assolvere ai relativi obblighi e della stabilità della riduzione dei redditi.

Rispetto alla riduzione del reddito derivante dalla pandemia le maggiori difficoltà probatorie hanno riguardato, specie nella prima fase, i lavoratori autonomi le cui dichiarazioni annuali sono depositate successivamente al momento nel quale la riduzione delle entrate si verifica; in questi casi l'approccio dei giudici di merito è stato tendenzialmente quello di ritenere assolto, almeno per il periodo di restrizioni governative di attività correlate a quella svolta dal ricorrente, l'onere probatorio a fronte della sola allegazione del fatto, in quanto notorio.

Ciò non impedisce, tuttavia, all'altra parte di allegare e dimostrare che, di contro, ad esempio per l'esistenza di altre fonti di reddito, la pandemia non ha inciso significativamente, o comunque in misura tale da giustificare la riduzione del contributo dovuto ai figli, sulla situazione del richiedente.

Contenuto del ricorso

Il ricorso deve contenere le generalità del ricorrente e del suo difensore, compresa l'indicazione del codice fiscale di entrambi, e del numero di fax e di posta elettronica certificata del difensore presso cui la parte deve eleggere domicilio, nel Comune ove ha sede il giudice adito, conferendogli con atto separato la procura alla lite, la quale, va sottoscritta dal ricorrente e dal difensore che deve autenticarne la sottoscrizione.

Nel ricorso, prima della formulazione delle conclusioni, e in particolare di quelle in cui richiede la riduzione dell'importo dell'assegno di mantenimento, occorre specificare le ragioni poste a fondamento della stessa, ossia, come evidenziato, l'incidenza negativa dell'emergenza pandemica sui redditi dell'obbligato in ragione dell'attività lavorativa svolta dallo steso.

Richieste istruttorie

Trattandosi di un procedimento camerale, il giudice può disporre mezzi di prova anche d'ufficio.

Nondimeno, almeno con riguardo ai periodi nei quali l'emergenza pandemica ha determinato provvedimenti governativi di restrizione allo svolgimento di alcune attività e alla circolazione delle persone, la giurisprudenza è apparsa incline a ritenere tali fatti come notori.

4. Conclusioni

La fattispecie esaminata ha rimesso alla giurisprudenza un delicato bilanciamento tra le esigenze di tutela in favore dei figli e il diritto di un genitore a vedersi gravato del relativo obbligo compatibilmente con le sue capacità contributive correnti in presenza di una riduzione delle entrate causata da un fatto non prevedibile nel suo sorgere e con un'incidenza temporale non valutabile.

Il criterio da seguire è il principio di proporzionalità, che governa il sistema della quantificazione del contributo per il mantenimento dei figli, anche in considerazione che la situazione emergenziale, sebbene non definitiva, risulta avere un tempo di risoluzione di difficile previsione.

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